Cinque Malraux per Béjart di Fabio Galvano

Cinque Malraux perBéjari Ha debuttato con gran successo a Bruxelles il nuovo balletto Cinque Malraux perBéjari Un omaggio alla figura che per anni illuminò la scena francese: ispirato «fantasiosamente» alla sua biografia, è l'incontro fra la metamorfosi degli dei e quella del personaggio OAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Chiusa la deludente parentesi del «Martirio di San Sebastiano», Maurice Béjart ha riavuto gli applausi e i consensi che sono un più abituale corollario del suo lavoro. Per la -prima» del suo «Malraux, ou la Métamorphose des Dieux», venerdì sera al Cirque Royal di Bruxelles, il celebre coreografo francese trapiantato in Belgio si era impegnato al massimo, attraverso estenuanti prove nel laboratorio di me Bara, sede della sua Compagnia del XX Secolo; e il successo che il pubblico di quella prima ha proclamato all'unanimità rappresenta un giusto premio per un lavoro complesso, che ha richiesto mesi di preparazione. Il nuovo balletto di Béjart è ispirato alla biografia f«Ma fantasiosa e perciò immaginaria», precisa l'autore) dello scrittore francese, scomparso quasi esattamente dieci anni fa, il 23 novembre 1976. E' un omaggio a quella figura polle.drica che per anni illuminò la scena culturale francese; non è perciò casuale che, nell'interpretazione di questo protagonista della dama moderna, si seguano sulla scena non uno ma cinque Malraux, momento d'incontro fra la metamorfosi degli dei (che è anche il titolo di un libro dello scrittore francese) e la metamorfosi di Malraux stesso. Ecco allora l'Eroe (il ruolo è affidato a Jorge Donn, primo ballerino di Béjart), lo Scrit- tore (Hervé Dirmann), il -Farfelun ossia lo Strambo (Philippe Lizon), l'Avventuriero (Serge Campardon) e il Diavolo (Michel Gascard): tutti impegnati nella costruzione del personaggio unico, della sintesl-Malraux. Co-protagonista, sempre presente, è stata l'ottima Lynne Charles, la Morte; una morte sempre presente nel lavoro e nel destino di Malraux. Più Kyo e Tchen, personaggi tratti da quella pietra miliare che è La Condition humaine, e la Compagnia del XX Secolo, qui impegnata al completo. Di notevole interesse è parso anche il complesso testo musicale. Di Beethoven ci sono alcuni brani della Settima Sinfonia, così amata da Malraux, e la Sonata al Chiar di Luna. Ci sono flash esotici per evocare la Spagna, l'India, il Paese della regina di Saba che il Malraux scrittoresognatore-esteta voleva scoprire. E c'è, molto applaudita venerdì sera dai critici, una partitura originale — moderna, con ampi stralci elettronici — di Hughes Le Bars, al suo terzo impegno per Béjart: concreta ed efficace, soprattutto nel finale quando accompagna la voce del politico-combattente-scrittore il quale, sulle note di una marcia trionfale, proclama la liberazione di Parigi. «Un omaggio doveroso — dice Béjart — perché Malraux è stato una figura pilota per quelli della mia generazione». I due si erano incontrati nel 1968 a Grenoble, quando Malraux — ministro di De Gaulle — vi inaugurava la Casa della Cultura dove Béjart, coreografo già affermato, metteva in scena il suo «Baudelaire». «Curiosa quest'idea di mettere uno scrittore in balletto», aveva osservato Malraux. «Un giorno farò ballare anche voi», gli aveva risposto Béjart, il quale oggi ammette di «avere atteso troppo a lungo». Ma a quel ritardo ha rimediato, secondo i critici, con un'opera -ispirata', in qualche sqsp definita incT^, gpf*-., ftiqle/;jie\lè migliori .Pflg«%K ni'dei suó~balletto, cóhiùhqiiè: Dopo Bruxelles, il «Malraux» di Béjart sarà messo in scena a gennaio e febbraio — sia pure in forma ridotta — negli Stati Uniti e in Canada, verrà anche in Italia: a Bari, dal 15 al 17 maggio, al Teatro Petruzzelli, dove già Béjart ha messo in scena alcuni dei •) suoi più noti lavori (si ricordi in particolare Z'«Eros Thanatos» del 1982). Fabio Galvano