Un miliardo speso male di Gianni Bisio

Un miliardo speso male Stona di un edificio risanato in via Sant'Agostino Un miliardo speso male Daìl'80 ali'82 il Comune ha provveduto alla manutenzione di un palazzo di 20 alloggi - Ma, per utilizzarlo, ora occorrono altri 2 miliardi Dopo sei anni va forse verso una soluzione, positiva ma costosa, una delle tante «storie di ordinario degrado* del centro storico: è quella dell'edificio di via Sant'Agostino 22-24, compreso in quell'Isolato San Liborio (vie Bellezia, S- Chiara, S. Domenico, S. Agostino), per il cui piano organico di risanamento l'assessore alla Casa, Zanetta, ha ora pronti 7 miliardi della legge regionale 457. E' una vicenda che vede la mano pubblica disperdere un miliardo, dall'80 all'82, fra 1 ruderi di un vecchio palazzo, a pagamento di una finta manutenzione che non ha risanato nulla. Oggi 11 risultato è un edificio fatiscente, inabitabile, con seri dubbi sulla sua stabilità: è l'opinione, questa, della commissione di tecnici che sta esaminando tutte le case costruite o acquistate dal Comune con 1 fondi della legge 25. dopo la denuncia della Stampa sul discutibile utilizzo, fra l'80 e 1-82. di 167 miliardi per gU sfrattati. Lo stesso Iacp ave' va rifiutato di prendere In gestione 1164 appartamenti, dei 3163 disponibili, perché In condizioni troppo precarie. Per poter utilizzare i 20 al loggi che contiene l'edificio di via Sant'Agostino (1600 metri quadrati in tutto), occorre' ranno nuove opere per quasi due miliardi. Tutto incomincia il 17 dicembre 1980, quando il Co mune, con gli ultimi fondi della legge 25, acquista il palazzo dall'Immobiliare San'Agostino: alcuni funzionari municipali sono contrari e ci vogliono mesi per l'atto in quanto l'amministratore del la società è in carcere per ricettazione (merce rubata è stata trovata proprio nella casa). Il Comune sborsa 550 milioni subito, mentre altri 600 sono destinati a opere da fare nella ristrutturazione convenzionata (la Sant'Agostino aveva pagato la casa nel '78 solo 133 milioni). Per risanare l'edificio (i lavori s'iniziano il 9 luglio '81) operano prima la Sicep, che rinuncia, poi la Edilsab. Costo per la città: prima 76 milioni, poi 226, poi 136. In totale l'opera costa 988 milioni e nel dicembre '82 il Comune ritira le chiavi degli appartamenti, ma non prende in consegna gli alloggi. D'altra parte nessuno 11 vorrebbe perché i ri¬ sultati della ristrutturazione sono disastrosi: poche palate di calce sbattute sulle lesioni più evidenti, una passata di biacca all'esterno, lavandini e caldalette nuove e poco più. Ma nulla è stato fatto sulla fatiscente struttura, in parte lignea, impregnata d'acqua per le infiltrazioni dal tetto, peraltro mai neppure revisionato: uno dei cornicioni crolla il 16 agosto '84. Nell'aprile '85,11 collaudatoré, arch. Aldo Fogli, rifiuta il benestare, esprimendo dubbi sulla portanza dei solai, ora confermati dalla Commissione sulla legge 25. Insomma con £ milioni si è solo mutato colore a un rudere. Gianni Bisio 1 a l e la sit è i iltti dll ittti

Persone citate: Aldo Fogli, Zanetta