Ergastolani e terroristi vanno in licenza a casa di Claudio Giacchino

Ergastolani e terroristi vanno in licenza a €asa La nuova legge penitenziaria concede fino a 45 giorni di permesso Ergastolani e terroristi vanno in licenza a €asa Liberi per 7 giorni Piantamore e Zoccola - Fra poco toccherà anche a Doretta Graneris .—. ! — \ Fabrizia Pironti è il giudice di sorveglianza che vigila sul detenuti e decide sulle loro richieste per ottenere licenze o per essere ammessi al regime di semilibertà (il recluso di giorno esce di cella per lavorare). Decisioni sempre delicate e sofferte, compiute dal magistrato a proprio rischio e pericolo: se il prigioniero rientra in carcere alla scadenza del permesso, tutto bene. Nessuno si farà avanti per congratularsi. Se invece, come è già successo, il detenuto ne ha approfittato per fuggire, il giudice sarà subissato di critiche. Le cifre danno ragione alla dott. Pironti e al Tribunale di sorveglianza, presieduto dal dott. Pietro Fornace. Nell'ultimo anno è stata accordata fiducia a quasi 450 detenuti: solo cinque l'hanno tradita, non tornando alla fine della licenza e rimediando cosi un mandato di cattura per evasione. Tra coloro che hanno riassaporato la vita nel mondo per una o due settimane (la nuova legge penitenziaria concede un massimo di 45 giorni di libertà ogni anno) figurano uomini che hanno da scontare pene sino al prossimo secolo. Tra questi Giorgio Piantamore e Giorgio Zoccola. Piantamore sequestrò nel febbraio 1973 il figlio del «re dei fari» Tony Carello, in prigione divenne brigatista rosso: sino all'inizio degli Anni Ottanta ha partecipato a sommosse in vari penitenziari e tentativi d'evasione. Anche Giorgio Zoccola è stato terrorista dal violento passato in carcere: adesso, ha im boccato la via della dissocia zione dalla lotta armata, la vora (al pari di Doretta Gra nerls) con i volontari del Sermig (Servizio missionario giovanile) fondato da Ernesto Olivero. Piantamore e Zoccola hanno beneficiato di recente della prima licenza di una settimana, trascorsa a casa. Poi sono rientrati puntualmente in carcere. Senza entusiasmo, la dottoressa Pironti parla della imminente, temporanea scarcerazione di Doretta Graneris, la ragazza vercellese che nel '75 sterminò la famiglia e sta scontando l'ergastolo, e di Piantamore. «Sa com'è, l'opinione pubblica... già ironizza che nei penitenziari ci siano le televisioni... immagino, quindi, le speculazioni, i sarcasmi gratuiti che si faranno attorno a questi permessi... Essi non sono stati dati alla cieca: dietro alla concessione c'è un lungo lavoro col recluso e del recluso». -Si è sempre parlato — spiega — della necessità che la pena sia rieducativa, che la detenzione non sia fine a stessa. Adesso la legge consente finalmente di fare qualcosa di concreto, sarebbe disumano ed assurdo rimanere con le mani in mano. Mi creda: i novanta giudici di sorveglianza sparsi in Italia non sono dei pazzi che aprono le porte delle galere a tutti. Prima di firmare una licenza, sapesse i controlli incrociati che si compiono: con gli assistenti sociali, con gli insegnanti o i datori di lavoro dei carcerati, con il personale di custodia». Il magistrato di sorveglianza aggiunge: «Da me non saprete mai quando la Graneris uscirà. La ragazza ha bisogno di tranquillità, deve essere lasciata in pace. Come lei, anche gli altri detenuti, con la sfortuna di avere un nome "famoso", che dietro le sbarre si stanno ricostruendo un futuro a carissimo prezzo. Tutti non domandano altro che di essere dimenticati. Credo sia un loro diritto. D'accordo, possono avere anche fatto cose orrende: ma, quelle cose le pagano eccome, giorno dopo giorno. Non c'è televisione in cella o altre cosiddette "comodità" che possano rendere meno pesante la privazione della libertà». Che cosa ha provato quando cinque carcerati su 450 (neppure quindi l'I per cento) l'hanno tradita? -Facile intuirlo. Si tratta di inevitabili incidenti di percorso. Non saranno certo essi a bloccare il lavoro della sezione di sorveglianza». Tranne Vincenzo Glustetti, la cui condanna per romicidio del dentista Venchi ('72) scade nel settembre del 2000, gli altri «traditori» non hanno da espiare lunghe pene. Giustetti è già stato ricatturato. Claudio Giacchino

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