Craxi aveva detto no perle armi a Teheran di Cesare Martinetti

Craxi aveva detta na perle anni a Teheran Craxi aveva detta na perle anni a Teheran Un servizio segreto americano avrebbe chiesto l'appoggio del nostro Paese - Formica polemizza con Spadolini e Andreotti ROMA — Due lettere, una al ministro della Difesa, l'altra a quello degli Esteri, uguali nella forma, nel contenuto e con un solo obbiettivo politico: quello di rilanciare la palla della polemica che venerdì gli aveva lanciato Spadolini. Cosi Rino Formica ha risposto ieri all'intervento del ministro della Difesa che, replicando alla richiesta di dimissioni che gli avevano inviato i radicali sulla vicenda degli armamenti forniti all'Iran e passati attraverso il. porto di Talamone, aveva detto che le responsabilità — se vi sono state — andavano allargate al presidente del Consiglio, al - ministro per l'Interno e a quello del Commercio con l'Estero al quale, in definitiva, spetta il compito di firmare le licenze commerciali di vendita. Formica, nella sua replica, chiede ad Andreotti e al responsabile della Difesa quali sono i Paesi verso i quali non possono essere esportate armi per effetto di impegni internazionali, per opportunità di politica estera o per ragioni difensive. Una richiesta che sembra implicitamente ammettere l'avvenuta fornitura di armi a Iran e Irak negata Invece da Spadolini. Intanto, 11 ministro del Commercio con l'Estero ha deciso di bloccare le procedure di rilascio delle licenze per la vendita di armi verso 1 Paesi delle zone «calde». Continua cosi 11 ping pong tra i diversi ministri chiamati In causa dal presidente del Consiglio nel giorni scorsi con una richiesta di informazioni sullo stato delle cose negli oscuri rapporti commerciali delle forniture militari e sul'eventuale ruolo giocato dall'Italia nel passaggio di armamenti dagli Stati Uniti all'Iran che sta creando un for¬ te Imbarazzo all'amministrazione Reagan. . Sull'intrigo internazionale, Panorama rivela nel suo prossimo numero, .sulla base di informazioni di autorevoli fonti del governo Craxi-, che nei primi giorni dello scorso febbraio l'ammiraglio Fulvio Martini, direttore del Sismi (11 servizio segreto militare), comunicò al presidente del Consiglio di aver ricevuto una richiesta urgente americana di appoggio a un traffico di armi diretto verso l'Iran. Martini, secondo Panorama, non specificò allora con quale del servizi americani di informazione era entrato in contatto. Il presidente del Consiglio, dopo aver consultato alcuni ministri, avrebbe comunque deciso di rispondere negativamente alla proposta anche perché pochi giorni prima, il 17 gennaio, 11 sottosegretario di Stato americano John Whitehead lo aveva invitato a non dare armi agli Stati che sostengono il terrorismo come Libia e Iran. Spadolini da Riad ha ripetuto che ia necessità di fare chiarezza sul traffico di armi tra Italia e Iran «è responsabilità del governo nella sua collegialità.. H capogruppo radicale Francesco Rutelli ha replicato definendo le sue dichiarazioni .intimidatorie e ricattatorie nei confronti degli altri ministri e degli altri partiti responsabili dei traffici e degli interessi connessi.. Rutelli si è poi detto d'accordo con l'istituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare sulla vicenda purché sia bicamerale o monocamerale a Montecitorio e non solo a Palazzo Madama — come l'ha proposta Spadolini — dove radicali e Dp sarebbero praticamente assenti. Contrari all'istituzione di una commissione d'inchiesta sono invece 1 demoproletari perché essa impiegherebbe almeno un palo di anni per accertare fatti che il ministro della Difesa può chiarire in breve tempo e cioè la vera destinazione del carichi di armi partiti da Talamone e destinati ufficialmente a Israele: -Il ministro della Difesa — afferma Falco Accame, ex ufficiale di Marina e responsabile per 1 problemi militari di Dp — aveva il dovere di porre il veto sul materiale bellico destinato a questo Paese che ha più volte violato la clausola di dichiarare l'uso finale delle forniture, come è accaduto per cannoni della OtoMelara venduti ad Israele e successivamente girati al Sud Africa., Cesare Martinetti