Israele, storia segreta di un'atomica di Giorgio Romano

Israele, storia segreta di un'atomica Israele, storia segreta di un'atomica Nel '62 i primi esperimenti per trarre l'uranio dai fosfati - L'imbarazzante collaborazione con il Sud Africa NOSTRO SERVIZIO TEL AVIV — Le rivelazioni della spia Vanumi hanno fatto luce su uno del segreti più delicati di Israele: l'esistenza di .quell'arsenale atomico su cui per anni si sono moltipllcate indiscrezioni e scoop giornalistici. Già nel 1975 un settimanale americano aveva annunciato che le atomiche erano quindici, nascoste nel deserto del Neghev. Ora è possibile ricostruire la storia segreta dell'arsenale di quella che è ormai la sesta potenza nucleare del mondo. Una prima conferma arrivò nel dicembre del 1974 e addirittura dall'allora capo dello Stato. professor Efraim Katzi, uno scienziato. Fece una dichiarazione che sollevò molto scalpore: 'Disponiamo di un arsenale atomico». Ma poi si affretto a aggiungere una spiegazio¬ ne riduttiva: -Abbiamo il potenziale per un armamento nucleare». Non fu un infortunio diplomatico, ma un deliberato progetto per mettere in guàrdia 1 Paesi arabi Tutti i portavoce del Paese del resto, da anni — in occasione di rivelazioni provenienti dall'estero — hanno adottato una formula piuttosto ambigua: 'Israele non sarà il primo Paese del Medio Oriente a usare dell'arma nucleare», quindi non una smentita o una conferma ma un monito indiretto e un deterrente per i vicini. Tutti i governi israeliani non hanno mai voluto aderire — nonostante le pressioni anche degli alleati — al trattato di non proliferazione nucleare (NPT) sottoscritto da oltre 120 Stati, né al suo organo di verifica, l'Agenzia internazionale per il controllo atomico (Alea), n 7 giugno 1981 aerei israeliani bombardarono il reattore atomico in costruzione a Oslrak nell'Iraq, sollevando critiche In tutto il mondo: ma 1 Paesi dell'Europa Occidentale, più che gli Usa, mostrarono comprensione per l'azione Israeliana. Era stato dimostrato che nonostante il trattato di non proliferazione nucleare, un Paese poteva predisporre un programma di armamenti atomici, apparentemente senza violare le clausole dell'accordo. Del resto nel 1980 l'Iraq aveva vietato una ispezione della Alea nelle sue Installazioni «in considerazione dello stato di guerra con l'Iran». Tra gli elementi che hanno indotto Israele a non aderire al trattato c'è stato anche il fatto che dieci Paesi arabi non l'hanno ratificato e quattro hanno aderito ma non osservato le clausole. Ignorando 1 sospetti e le critiche sollevate dalla decisione di non aderire al trattato, Isarele ha cosi portato avanti progressivamente il suo programma nucleare: il primo reattore fu costruito a Dimona nel 1964 con l'aiuto della Francia «per l'arricchimento dell'uranio» e successivamente fu ampliato; un'altra centrale nucleare fu edificata successivamente a Nahal Sorek, non lontano da Yavne. Per la produzione dell'uranio i primi esperimenti in Israele risalgono al 1962; con un procedimento complesso si era riusciti a ricavare dai fosfati del Neghev l'uranio (480 grammi da una tonnellata di roccia), ma il costo e la complessità dell'operazione indussero Tel Aviv a cercare altrove l'uranio, prima dagli Usa e poi dal Sud Africa. Gli esperimenti per l'e¬ strazione dai fosfati e negli impianti per l'arricchimento dell'uranio non si sono comunque fermati. Ma le forniture di uranio dagli Stati Uniti e soprattutto quelle molto più consistenti dal Sud Africa hanno provocato critiche e illazioni tanto in Israele che all'estero. Le visite di ministri sudafricani In Israele (con la scusa di pellegrinaggi al Luoghi Santi) e di ministri israeliani a Pretoria negli Anni 70, hanno provocato l'accusa a Gerusalemme di collusione col governo razzista del Sud Africa, Si è parlato anche di un esperimento nucleare compiuto congiuntamente dal due Paesi nel settembre del 1979 nell'Atlantico meridionale e di forniture di aerei e armi convenzionali che Pretoria non poteva ottenere dai Paesi occidentali. Giorgio Romano

Persone citate: Alea