Ma quel Bianco da che parte sta? di Piero Cerati

Ma quel Bianco da che parte sta? I francesi riaprono la questione Ma quel Bianco da che parte sta? AOSTA — Un quotidiano francese riapre la questione secolare: a chi appartiene il Monte Bianco? Alla Valle d'Aosta o all'Alta Savoia? All'Italia o alla Francia? Le mappe d'Oltralpe mostrano che la montagna più alta d'Europa è In territorio francese e il giornale sottolinea come il governo regionale della Valle d'Aosta non abbia dubbi nell'ammettere che «le sommet est francais et blen francais». In realtà, spiega il presidente della giunta regionale Augusto Rollandin, «non ci siamo inai pronunciati étt questa diatriba, che per noi è di poco interesse. Non abbiamo mai esaminato documenti per poter prendere posizione a favore dell'una o dell'altra tesi. Abbiamo invece sempre sostenuto che il Monte Bianco è un simbolo che. unisce le popolazioni di montagna*. Il problema dei confini ebbe origine oltre cent'anni fa, nel 1865, quando il capitano francese Mieulet redasse una mappa in cui faceva risultare nettamente la cima del Monte Bianco in Francia. Fu un'azione unilaterale, alla quale però gli italiani o i piemontesi non fecero opposizione, continuando a considerare come confine la linea spartiacque del Bianco. Più tardi nel libro «Le Mont Blanc» scritto da Charles Durier il silenzio degli italiani venne interpretato come un tacito assenso alle decisioni del Mieulet, al punto che 1 francesi parlarono di «un atto di squisita cortesia*. Data da allora la controversia, mai esistita di fatto (chi si contende una distesa di ghiaccio, se non vi si possono costruire impianti per gli sport invernali?), sul confini. I francesi mostrano le mappe derivate da quell'originale del 1865 e gli italiani rimangono nella convinzione che la frontiera divida in cresta la montagna. Non esiste comunque un documento ufficiale dal quale risulti che da parte italiana vi sia stata concessione o accettazione dei confini tracciati dal capitano Mieulet. Uno studio approfondito sulla vicenda è stato fatto da Laura e Giorgio Aliprandi. storici e esperti cartografi milanesi. La conclusione che in sintesi si può trarre dalle loro ricerche è che oggi l'Italia non può pretendere ciò che non ha mai donato. I .confini restano cosi due: un£;t$£NPCiato sulle carte delftettutb geografico militare e del Touring club percorre lo spartiacque del Monte Bianco; l'altro dell'Istituto geografico nazionale francese spostato verso Sud inserisce la vetta del Bianco e il Dòme du Gouter in territorio savoiardo. Anche nel 1947 quando un comitato misto italo-francese fu incaricato di «rettificare» le frontiere, dopo la vittoria degli alleati, in favore della Francia, che ricevette territori al Piccolo San Bernardo, al Moncenisio, a Tenda e a Briga, nessuno si preoccupò di precisare quale fosse la situazione esatta in cima al Monte Bianco. I francesi citano un prova storica per dimostrare che la montagna più alta d'Europa è loro: nel 1786 — come appare dagli studi di Laura e Giorgio Aliprandi — Nicolis De Robilant. ingegnere minerario, scriveva che «il Monte Bianco e il Monte Malet sono tutti e due nel Faucigny». cioè in Savoia, che però in quel periodo faceva parte ancora del Regno di Sardegna. Quindi la «prova storica» per alcuni non ha valore: si sarebbe dovuto precisare il confine all'atto della cessione della Savoia alla Francia, ma nulla venne fatto. Piero Cerati

Persone citate: Augusto Rollandin, Blanc, Charles Durier, De Robilant, Giorgio Aliprandi, Malet, Mont, Savoia