Si può smarrire anche la storia

SI può smarrire anche la storia Come possono andare all'asta documenti dell'Archivio di Stato SI può smarrire anche la storia Il responsabile del servizio storico della Farnesina: «Molti preziosi cimeli andarono persi durante l'occupazione di Roma» - La vendita il 6 dicembre a Trieste - Tra i reperti, un telegramma di Mussolini a Skorzeny (prezzo base 700 mila lire) e un dossier di appunti di De Gasperi ROMA — Quando Andreotti nel lontano 1946, scrisse un biglietto a De Gasperi per avere da lui consigli su un invito al Quirinale da parte dell'allora luogotenente del regno, Umberto, non poteva, certo pensare che quelle sue poche righe sarebbero finite prima in mani indiscrete e poi battute all'asta per la gioia del collezionisti più accaniti. Né, sicuramente, gli stessi sospetti avrebbero potuto sfiorare in passato personaggi più illustri come lo stesso De Gas peri e Papa Benedetto XV. Ma loro lettere autografe e documenti ufficiali di Stato sono finiti, non si sa come e attraverso quali misteriosi passaggi, sulle bancarelle dei mercatini di molte città italiane. Quello di -Porta Fortese», a Roma, avrebbe da sempre fatto, a sentire gli esperti, la parte del leone. Proverrebbe proprio da qui la maggior parte dei «cimeli» (molti con i timbri e i sigilli dell'Archivio di Stato) che una casa d'aste di Trieste «batterà», nel ca¬ poluogo giuliano, il 6 dicembre. «Il cliente che ci ha incaricati di venderli — spiegano Roberto Pragiacomo e Liana Carlon, responsabili della sala vicino al vecchio Politeama Rossetti — afferma di averli rinvenuti diversi anni fa nel famoso mercato romano». Oltre al documenti ricordati, in questa tornata saranno offerti numerosi documenti relativi a Mussolini II prezzo di partenza più elevato (700 mila lire) riguarda un telegramma di ringraziamento indirizzato dal duce ad Otto Skorzeny, il «Rambo» nazista che lo prelevò dal Gran Sasso e lo portò in Germania a bordo di un piccolo aereo del tipo «Cicogna». Di grande interesse, poi, per la storia del primo dopoguerra, un dossier di appunti parlamentari e personali di Alcide De Gasperi, circa 190 cartelle, quasi tutte autografe: prezzo di partenza 400 mila lire'. Quali vie hanno percorso questi frammenti di storia per finire prima sulle banca¬ relle di quartiere e poi nelle biblioteche di intenditori benestanti? .C'è stato un periodo di grande sbandamento e di grave disordine — dice il professor Enrico Serra, capo del servizio storico della Farnesina — che è coinciso con l'occupazione di Roma durante l'ultimo conflitto mondiale. Molti documenti preziosi dal punto di vista storico sono andati persi in quegli anni. Non penso che qualcuno abbia agito per denaro, anche se non si può escludere nulla». Come si può fare infatti ad escludere qualsiasi tipo di sospetto che può cadere invariabilmente sui sorveglianti e sul frequentatori quando si pensa che un numero insufficiente di uscieri deve badare alla cura e alla custodia di cento chilometri di scaffalature, tante quante ne contiene l'archivio di Stato? E quali garanzie possono esistere con queste strutture, contro gU incivili visitatori delle librerie nazionali? .Una vera e propria calamità — dice il professor Ser¬ ra, che ha dedicato una vita alla ricerca storica — è la barbarie di alcuni frequentatori. Se alla libreria nazionale di Roma si consulta la collezione de l'Unità di Salvemini ci si accorge, per esempio, che mancano pagine intere. Qualcuno, ha addirittura ritagliato interi articoli o notizie lasciando buchi nei fogli».' Ma per fortuna, non sempre è cosi. Ci sono episodi lodevoli, come quello di un cittadino fiorentino che, avendo comprato su una bancarella della sua città un fascicolo intero di documenti sull'Africa italiana, ritenne suo dovere donarlo all'archivio storico del ministero degli Esteri, Al ministero dei Beni culturali, da cui l'archivio di Stato dipende, fanno notare che il problema è si di organici e di professionalità, ma che alla base di tutto c'è una questione di finanziamenti insufficienti. Il solito discorso, insomma, della coperta troppo corta che una volta lascia scoperti i piedi e un'altra la testa. E poi, come si fa a dire che tutti i carteggi sono usci¬ ti da uffici pubblici? Quanti scampoli di storia patria sono stati trafugati e quanti altri invece più banalmente raccolti da mani ingenue o rapaci dai cestini di rifiuti del •Palazzo»? Ma c'è un altro problema che a questo punto acquista rilevanza: la possibilità da parte dello Stato di rientrare in possesso di documenti che in un modo o nell'altro sono stati ad esso sottratti. L'asta è una vendita pubblica che avviene però fra privati. In questo caso, vale la legge del '39, che si applica alle opere d'arte e che prevede una specie di diritto di prelazione da parte dello Stato nei confronti dell'acquirente privato. Occorre, però, che prima sia stabilito in maniera certa se l'oggetto conteso è davvero di interesse nazionale. Quanto può valere dal punto di vista storico un biglietto scritto a De Gasperi? Nel caso di Andreotti, come in quello degli altri, l'interrogativo da s- igliere sarebbe proprio qucui. Buggero Conteduca

Luoghi citati: Africa, Germania, Roma, Trieste