Autunno caldo nelle fabbriche jugoslave di Franco Giliberto

Autunno caldo nelle fabbriche jugoslave Si moltiplicano i segnali del malessere economico: quest'anno gli «scioperi spontanei» sono già quattrocento Autunno caldo nelle fabbriche jugoslave DAL NOSTRO INVIATO SPALATO — Scusi, anche lei ha scioperato l'altro giorno? Il cronista ottiene qualche risposta a questa domanda soltanto grazie alla familiarità che una interprete ha con gli intervistati. I protagonisti dell'agitazione di cui ci occupiamo hanno fatto parlare già molto di sé, sono abbastanza restii a raccontare 1 loro problemi a estranei, si rendono conto d'aver sollevato un vespaio interrompendo un servizio pubblico. In Jugoslavia lo sciopero non è vietato né ammesso, semplicemente non è previsto. Quando si registra, alle autorità politiche sembra una enorme contraddizione. Figurarsi poi se l'astensione dal lavoro avviene in un'azienda come la. «PromeU di Spalato, che fornisce un servizio pubblico, 11 trasporto con autobus dei cittadini Tra 1 circa 400 .scioperi spontanei» che quest'anno si sono avuti In Jugoslavia (hanno coinvolto 45 mila lavoratori, sono già a ottobre superiori del 15 per cento alle astensioni del 1986), unicamente quello degli infermieri nell'ospedale di Matibor aveva destato altrettanta curiosità. 'E i malati come se la cavano?», si chiedeva l'opinione pubblica, meno colpita dalle notizie delle astensioni nei cantieri navali, nelle fabbriche metallurgiche, nelle miniere. E senza autobus, come hanno fatto a muoversi da casa tutti i lavoratori di Spalato e gli studenti?». Tre autisti della «PromeU ricordano quella mattina di pochi giorni fa. »Non c'era stato alcun accordo preventivo, nessuna assemblea. H malumore era cresciuto spontaneo e inarrestabile il giorno prima, quando avevamo saputo che il nostro Consiglio operaio aveva deciso di accettare una decurtazione dei salari, a rate mensili. Avremmo dovuto restituire dei soldi che avevamo ottenuto di recente sotto forma di aumenti. Perché? Nessuno lo ha capito. Così all'alba almeno duecento colleghi non si sono presentati, non hanno avviato i motori dei pullman». Una grande quantità di persone sono rimaste alle fermate in Inutile attesa. Oli abituali collegamenti cittadini con i centri della periferia sono saltati. Migliaia di studenti non sono andati a scuola o hanno raggiunto gli istituti in forte ritardo; migliaia di lavoratori non hanno timbrato il cartellino In fabbrica. Alla «Jugovinil», grande azienda di materie plastiche a Kastel Sucurac, la produzione è stata sospesa pressoché totalmente in vari reparti. • Tutto è successo — dicono gli autisti — per la sottrazione di settemila dinari al mese che hanno deciso di fare dalle nostre buste paga. Sembra poco? Ma quando un nostro stipendio medio si aggira sugli ottantamila dinari (Zio mila lire) anche settemila dinari diventano una somma importante. E poi, quegli aumenti, noi ce li eravamo legittimamente autoassegnati». I disoccupati censiti quest'anno sono un milione e ottantaseimila, il 5,5 per cento In più rispetto al 1985. E nel Paese dei collettivi di lavoro, dell'autogestione divenuta principio Irrinunciabile, la questione della ripartizione del redditi turba tutte le categorie. Ogni grande o piccola azienda che si autogoverni, tanto più remunera i suol dipendenti (entro certi limiti contrattuali, per categorie) quanto più produce ed è attiva Ma al di là del salari minimi garantiti dal governo federale in caso di passività, è quando c'è un chiaro attivo che nascono 1 più acuti problemi. Allora i dipendenti che dal Consiglio operaio assistono a tutte le fasi di autogovèrno, vedono assottigliarsi gli utili per ammortamenti, ristrutturazioni e rinnovi tecnologici, ma soprattutto per gli oneri sociali che assorbono il 51 per cento d'ogni profitto (in questo modo le Repubbliche più pov?re, come il Montenegro, la Macedonia, traggono benefici e aiuti dai fondi federali infoltiti). Rimangono minime possibilità di miglioramenti salariali, 1 quali magari avvengono in regime di autogestione, ma se non sono state deliberate secondo i rigidi criteri sulla ripartizione degli utili, un superiore organismo di controllo può denunciare l'abuso e chiedere la restituzione degli aumenti Impropri. E* successo nell'azienda degli autobus di Spalato, sta capitando In molte altre piccole e grandi fabbriche Jugoslave. Cresce 11 malumore dei lavoratori dipendenti, di pari passo con l'inflazione lievitata quest'anno dell'85 per cento (nel settembre scorso, un ritocco ai minimi salariali del 64,5 per cento per la maggior parte dei lavoratori non ha equilibrato la perdita del potere d'acquisto del dinaro). " •S magari i nostri guai fossero finiti qui — dicono 1 lavoratori delle aziende autogestite — magari le nostre buste paga, pur misere, avessero la certezza di costanti e prefissate detrazioni! Invece no, nel corso dell'anno abbiamo sorprese inaspettate. Ci da costruire un nuovo ospedale nella nostra Repubblica? Ecco che un mese troviamo segnata una ritenuta-contributo del 2 o del 3 per cento sulla busta paga. Bisogna ristrutturare una biblioteca universitaria? Altro contributo che ci sottrae parte dello stipendio. Ci saranno le Universiadi a Zagabria nel 1987? Altro prelievo percentuale, speriamo una tantum, dalla nostra retribuzione mensile, per abbellire la città».. 'E qualche tempo dopo — aggiungono altri lavoratori — magari leggiamo una notiziola che annuncio un incredibile errore: nel rifare coi nostri soldi il maquillage a una piazza principale di Zagabria, pastìcci, burocratici e incompetenza hanno partorito un rifacimento della sede stradale allucinante: i trarr, non passano più per le ondulazioni, rischiano di ribaltarsi, sono stati buttati al vento milioni di dinari 1 lavori sono ricominciati daccapo, scrivono ora i giornali». 1 giornali Durante una prima fase, hanno datò spazio alle proteste e alle agitazioni riferendone nel dettagli. Per¬ sino le stazioni televisive (ognuna delle sei Repubbliche possiede una o più reti autonome) mandavano i telecronisti tra la folla di scioperanti a raccogliere interviste. I telespettatori, non abituati a simili servizi «dal vivo», ne rimanevano colpiti Questo avveniva sul finire dell'estate scorsa. Da qualche settimana si nota una Inversione di tendenza. Compaiono molte più notizie sulla assurdità degli scioperi, definiti 'inaccettabili». Non è certo con le astensioni dal lavoro, fa scrivere sul giornali Stojan Stojcevski, presidente della Federazione di sindacati jugoslavi che si risolvono 1 problemi del Paese. È le sue dichiarazioni trovano grande risonanza, anche nelle reti televisive: 'Sono da considerare improponibili l tentativi di introdurre lo sciopero, di servirsi di slmile mezzo, estraneo alle scelte di fondo e all'essenza stessa del socialismo d'autogoverno». Giungono varie altre tirate d'orecchie, vediamone un paio di significative. La Lega della gioventù socialista ha rimproverato ai mass media di non aver saputo riferire delle proprie dodicesime assise, di non aver colto «nel protondo dei lavori congressuali, disperdendosi in resoconti di episodi marginali» (non sono stati apprezzati 1 cenni di cronaca su alcuni giovani relatori che ragionavano dell'obiezione di coscienza, dell'ipotesi di un sistema pluripartitico, della libertà di espressione). E la Commissione per l'Informazione del Comitato centrale della Lega comuni sta di Serbia, ha fatto pubblicizzare. interventi di questo tenore: -Negli ultimi tempi sono stati pubblicati parecchi ' buoni • articoli, interviste e commenti ma, contempora neamente, anche un notevole numero di testi che per conte nuti e intenzioni erario anticomunisti e antisocialisti. A parte alcune eccezioni, gli autori di questi testi sono tutti membri della Lega dei comu ntsti». La stupita dichiarazione è di Dusan Mlletic. In questi giorni la gente legge molte dichiarazioni di questo tipo. Franco Giliberto

Persone citate: Durante, Dusan Mlletic, Stojan