Shultz annuncia: «Non mi dimetto »

Shultz annuncia: «Non mi dimetto » 9rWm ----- . -. — i ^^if^^wu,gSJM li^^cet^t^l^ linea di Reagan, le trattatile co» Teheran saranno accelerate Shultz annuncia: «Non mi dimetto » Israele conferma la sua mediazione - I democratici si apprestano a dare battaglia al Congresso DAL NOSTRO CORRI8P0NDENTE WASHINGTON — Rompendo il silenzio della scorsa settimana, Shultz ha ieri formalmente smentito di voler rassegnare le dimissioni per protesta contro le forniture militari americane all'Iran. Bloccato dai giornalisti all'uscita della sua villa nel Maryland, in calzoncini corti e con la racchetta da tennis in mano, Shultz ha risposto con un ringhioso «no» alla domanda se lasciava l'Amministrazione. Il segretario di Stato sembra aver accettato la volontà di Reagan, che ha dato ordine di accelerare le trattative con l'Iran non solo per ottenere al piti presto possibile la liberazione degli altri ostaggi americani in Libano, ma anche per normalizzare i rapporti tra Washington e Teheran, e per porre fine alla guerra tra iraniani e iracheni. Intervistato alla tv, il capo di gabinetto della Casa Bianca, Regan, ha dichiarato che i negoziati continueranno finché gli obietti¬ vi del Presidente non saranno raggiunti. E' cosi rientrata, almeno per il momento, una delle crisi di governo potenzialmente più gravi dell'Amministrazione. Le dimissioni di Shultz, l'architetto della distensione Est-Ovest oltre che della strategia antiterroristica americana, avrebbero messo il Presidente in enorme difficolta, a meno di una settimana dalla sconfitta elettorale. Il «reapprochment» con l'Iran è destinato tuttavia a incontrare seri ostacoli, non foss'altro perché ha esposto la corrente moderata iraniana all'accusa di complicità con «il gran satana Usa» da parte di quella fondamentalista. Per questo motivo, Reagan lo scorso weekend ha mandato o a Beirut o a Teheran — la Casa Bianca rifiuta di precisarlo — il colonnello Oliver North, membro del Consiglio di sicurezza nazionale preposto all'operazione, con l'incarico di stringere i tempi. North, l'uomo che ideò l'intercettazione dell'aereo di Abu Abbas a Sigonella dopo il dirottamento della «Achille Lauro», è il braccio del Presidente, che gli ha affidato anche la gestione del rapporti coi «contras» in Nicaragua. Nell'approccio degli Stati Uniti all'Iran, ha svolto un ruolo cruciale Israele, che dalla caduta dello 8cià ha mantenuto legami clandestini con il regime di Khomeini. Il ministro degli Esteri israeliano Peres, che è giunto ieri a New York per una visita di una settimana, è uscito allo scoperto in un'intervista al New York Times. Peres ha fatto capire che c'è stata e c'è una mediazione di Israele tra Washington e Teheran soprattutto nello scambio armiprigionieri in Libano. Riferendosi agli ostaggi americani a Beirut, ha detto: «Io mi aspetto l'appoggio americano per la salvezza della vita di anche un singolo israeliano, e l'America ha diritto a quello israeliano per la salvezza anche di un suo singolo cittadi¬ no-. Il ministro incontrerai oggi il direttore degli affari mediorientali del dipartimento di Stato Murphy. Alcuni retroscena dell'intesa Israele-Usa sono stati portati alla luce dal Wall Street Journal Secondo 11 quotidiano fu il direttore generale del ministero degli Esteri israeliano David Kimche a avvicinare l'ex direttore del Consiglio di sicurezza nazionale Robert McFarlane. In almeno un'occasione, 1 due si recarono insieme a Teheran. Le loro prime iniziative sfociarono nella liberazione del pastore protestante Welrd, nel settembre dell'85. Quando furono Informati del plano, Shultz e il ministro della Difesa Welnberger lo conte starano: «£' assurdo» protestò 11 secondo, mentre il primo ricordò che l'America si era impegnata a non trattare coi Paesi che esportano il terrorismo e a non soggiacere al loro ricatti Nel gennaio dell'86, alle dimissioni di McFarlane per motivi fami¬ liari, Shultz e Welnberger riuscirono a imporre il loro punto di vista ma solo per alcune settimane. Tali sviluppi hanno spinto i democratici al Congresso all' offensiva contro Reagan: accusano 11 Presidente di aver violato la legge che proibisce le forniture militari all'Iran, e quella che proibisce l'assistenza al «contras» in Nicaragua. Vedono in Reagan un altro Nixon, che per agirare l'obbligo di discutere le proprie iniziative in Parlamento le tiene nascoste non soltanto al dipartimento di Stato, ma anche al Pentagono e alla Cla. I democratici apriranno perciò una serie di inchieste congressuali all'inaugurazione della nuova legislatura. Reagendo alla denuncia dell'opposizione, il capo di gabinetto Regan ha dichiarato alla tv che «il Presidente non sta facendo nulla di immorale e di illegale e quando salterà fuori la verità il popolo americano elogerà il suo operato». e. c,