L'incidente con il carro armato costerà al caporale 100 milioni di Claudio Cerasuolo

L'incidente eon il carro armato costerà al caporale 100 milioni Sei anni fa uccise un automobilista durante un'esercitazione L'incidente eon il carro armato costerà al caporale 100 milioni Il mezzo era assicurato dall'esercito per soli 20 milioni e l'Inail si rivale sull'ex graduato •Io non contesto la sentenza del tribunale. Mi domando soltanto se un'assicurazione con un massimale di 20 milioni possa offrire garanzie in caso di incidenti a persone provocati da un carro armato in movimento» : questa l'amara considerazione fatta da Armando Vinai quando, il 14 ottobre scorso, si è visto recapitare una raccomandata dell'Inali, che pretende da lui 100 milioni di danni. Sei anni fa, Vinai, allora caporale di leva, investi una macchina civile mentre era alla guida di un carro armato, e l'automobilista rimase ucciso. La causa penale si è trascinata per anni. Il 2 novembre dell'85 la quinta sezione penale del tribunale ha condannato Vinai a sei mesi di reclusione per omicidio colposo, con la sospensione condizionale. Nella controversia civile di rivalsa per 11 risarcimento del danni, l'autista, che avrebbe dovuto essere difeso dall'amministrazione militare per la quale allora «lavorava», si è trovato solo, ed ora l'Inali pretende da lui una cifra astronomica per le sue possibilità. La drammatica situazione del Vinai diventa grottesca se si considera che, dal primo maggio scorso, i massimali assicurativi per i mezzi bellici militari, e «pacificamente» 11 carro armato può considerarsi tale, sono stati adeguati alla pericolosità: per i disastri, le attuali tabelle dell'assicurazione pagano fino a un miliardo di danni, per un Incidente fino a 300 milioni per persona. La vicenda giudiziaria di cui Vinai è protagonista risale al 3 agosto dell'80. Nel corso di una esercitazione militare del 1° Gruppo Squadroni Corazzati Nizza Cavalleria di PpnvndL«jorazzau «izza uavauena tu| Plnerolo, presso cui Vinai prestava servizio, una colonna di carri armati «M 17» stava muovendo verso il poligono di tiro, ad una settantina di chilometri dalla caserma, a Candelo, nei pressi di Biella. La colonna era preceduta da una pattuglia di motociclisti che imponevano l'alt alle auto provenienti in senso opposto. All'altezza di San Mauro, nonostante 11 divieto del motociclisti, un'auto non si fermò. Era una «Fiat 125» guidata da un dipendente dell'Enel, Piergiorgio Canevaro, che si recava al lavoro. L'auto incrociò senza danni i primi carri armati, ma in prossimità di una curva la strada si restringeva ulteriormente. Il guidatore si trovò improvvisamente di fronte il carro armato guidato dal Vinai, n mezzo corazzato procedeva ad una velocità di 30 chilometri all'ora. Armando Vinai cercò di bloccare i cingoli, senza riuscirvi: il carro armato slittò sull'asfalto e uno del cingoli passò sopra l'auto, schiacciandola: il dipendente dell'Enel mori sul colpo. Al processo, celebrato in quinta sezione, la parte civile è stata risarcita per i danni morali con 1 venti milioni dell'Assitalia: questo era, infatti, 11 massimale con cui venivano assicurati 1 carri armati nell'80. Restava tuttavia aperto il conto con l'Inali (l'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli infortuni sul Lavoro), che 11 14 ottobre scorso ha spedito la raccomandata al Vinai, chiedendogli il rimborso del 100 milioni di spese sostenute per l'infortunio sul lavoro del dipendente Enel. La sentenza non è definitiva, e in appello il verdetto può essere favorevole al Vinai. Intanto, però, l'ex caporale carrista, per cautelarsi, dovrà trascinare in giudizio l'amministrazione militare, costringendola ad assumersi le responsabilità del caso. Claudio Cerasuolo

Persone citate: Armando Vinai, Piergiorgio Canevaro, Vinai

Luoghi citati: Biella, Candelo, Nizza, San Mauro