Caso Siria, tempesta Parigi-Bonn di Enrico Singer

CasoSiria, tempesta Parigi-Bonn Spinoso incontro del premier francese con Shultz e una secca smentita tedesca CasoSiria, tempesta Parigi-Bonn Chirac a giornale Usa: Damasco non c'entra con l'attentato di Londra, è opera d'Israele, me lo ha detto Kohl PARIGI — Arrivato dal gelo di Vienna, il segretario di Stato americano Oeorge Shultz ha trovato anche a Parigi un clima difficile. Il presidente Mitterrand e il primo ministro Chirac non sono stati interlocutori ruvidi come il ministro degli Esteri russo Shevardnadze, ma le divergenze tra Francie s Stati Uniti su lotta al terrorismo e disarmo sono emerse lo stesso. Anzi, sono state moltiplicate dal «giallo» di un'intervista a Jacques Chirac che un giornale Usa ha pubblicato proprio ieri mattina e che ha aperto una nuova polemica sul caso-Siria. Al direttore del Washington Times, Arnaud de Borchgrave, il premier francese avrebbe dichiarato che Damasco non è Implicata nel tentativo di attentato, compiuto il 17 ottobre scorso all'aeroporto di Londra, contro un «Jumbo» della compagnia israeliana El Al, la molla che ha fatto scattare la rottura delle relazioni diplomatiche tra l'Inghilterra e la Siria. Dell'.^innocenza» siriana, Chirac sarebbe stato informato dal Cancelliere tedesco, Kohl, e dal ministro degli Esteri di Bonn, Genscher. Ma c'è di più: il vero responsabile dell'operazione sarebbe stato il servizio segreto israeliano, il Mossad, con l'obiettivo di screditare e di isolare il presidente siriano Haf ez el Assad. Una dichiarazione esplosiva che ha già provocato una tempesta di smentite. Secche a Bonn: «17 governo non ha mai avuto informazioni simili e tanto meno poteva trasmetterle alla Francia», ha detto il portavoce della Cancelleria Friedhelm Ost. Imbarazzate a Parigi: * L'interpretazione data dal signor de Borchgrave alle parole di Chirac è priva' di qualsiasi fondamento; ha replicato un comunicato dell'Hotel Matignon. In realtà,' nell'articolo del Washlngton Times non tutte le affermazioni di Chirac sono riportate tra virgolette, cioè in modo testuale, e per questo Parigi adesso parla di 'interpretazione* distorta. Il direttore del giornale americano ha fatto sapere, pero, che la lunga chiacchierata (novanta minuti) avuta martedì scorso con Jacques Chirac è stata registrata — con 11 consenso del primo ministro francese — e che il suo resoconto è facilmente verificabile. Il «giallo» dell'intervista, quindi, sembra appena all'inizio: di certo ha già turbato 1 rapporti' tra Parigi e Bonn (un chiarimento è atteso dall'Incontro in programma domani tra Chirac e Kohl) ed è facile immaginare che deve aver pesato anche sul colloqui tra 11 premier francese e il segretario di Stato americano Shultz. Ma per capire che il disaccordo sul caso-Siria tra Parigi e Washington è profondo sono sufficienti le dichiarazioni ufficiali seguite all'incontro di ieri. Shultz ha detto che le prove fornite da Londra sul coinvolgimento siriano nelle operazioni terroristiche sono «convincenti e senza ambiguità; Chirac ha ribadito che la Francia non ha alcuna intenzione di seguire l'Inghilterra nella rottura delle relazioni diplomatiche con Damasco e continuerà- i suoi rapporti con uno Stato che considera «essenziale a qualsiasi politica in Medio Oriente; Come dire che le trattative più o meno segrete avviate con i siriani per scongiurare una ripresa degli attentati antifrancesi andranno avanti. Certo, Parigi ha già fatto sapere che nella riunione dei ministri degli Esteri della Cee di lunedi a Londra esprimerà la sua solidarietà al governo inglese, ma la linea essenziale della sua strategia nei confronti della Siria non camblerà. E, a sottolineare le divergenze, il ministro degli Esteri francese, Raimond, di fronte ai giornalisti americani che seguivano Shultz ha detto che anche gli Stati Uniti hanno «verosimilmente trattato» con l'Iran per il rilascio di uno degli ostaggi in mano alla •Jihad Islamica» in Libano. Un altro segno evidente della polemica tra Francia e Stati Uniti. Ma per il governo francese i margini di manovra sembrano sempre più stretti. Almeno nella vicenda Abdallah, il capo delle Fari libanesi arrestato due anni fa a Lione che è, poi, al centro del ricatto terrorista contro Parigi La polizia ha appena scoperto che Georges Ibrahim Abdallah sarebbe coinvolto anche nell'agguato contro il console americano a Strasburgo, Robert Homme, ferito il 26 marzo dell'84. Enrico Singer