Haiti, la libertà al guinzaglio

Haiti, la libertà al guinzaglio Nove mesi dopo la fuga del dittatore Duvalier l'isola fa un bilancio: è cambiato ben poco Haiti, la libertà al guinzaglio Nessun provvedimento è stato preso contro gli uomini del vecchio regime -1 duvaìieristi si riorganizzano e minacciano -1 contadini continuano a fare la fame, i commercianti si arricchiscono con il contrabbando - Eccessi da parte della polizia - E il governo si sente insicuro NOSTRO SERVIZIO PORT-AU-PRINCE — La Uftertfcha sempre uri simbolo: nove mesi dopo la fuga dell'ex: presidente a vita di Haiti, 11 7 febbraio scorso, la bandiera rossa e blu ora sventola sulle auto, sugli edifici pubblici, persino sui tralicci della linea elettrica, lungo le strade. «71 Presidente può essere preso in giro, la libertà d'espressione è assoluta, è.fantastico. Ogni mattina ci dobbiamo dare dei pizzicotti per essere sicuri di non sognare», dice Jean Dominique, direttore di Radio Haiti Inter, tornato in patria da alcuni mesi dopo quasi cinque anni diesllto. Indubbiamente la capitale ha cambiato volto. A Petlonvllle'la caserma del Macoutes, di sinistra memoria per i loro sorprusl, a diventata una pretura; non ci sono più guardie davanti all'edificio bianco. Sul boulevard Dessallnes, che attraversa la citta, gli ingorghi del •taptap» multicolori — i taxi multipli — sono spaventosi come prima, ma si possono comprare un mucchio di giornali dagli ambulantl: ci sono ormai trenta testate, e almeno dieci radio. In un albergo nella piazza del Champ-de-Mars, a due passi dal palazzo presldenzlaler-sl svolgono colloqui sul diritti umani organizzati dall' Unesco e dibattiti sul processo elettorale sotto l'egida dell'/red, VInstitut international d'Haiti de recherches et de dévelopement. Tutti segni di fervore In questa «Haiti liberata». Jean Dominique, la cui emittente ha riaperto da poco, è stato festeggiato per ore quando è tornato a Portau-Prince. C'è chi lo chiama «fi termometro; perché aveva detto a Jean-Claude Duvalier: «/ giornalisti sono termometri: quando il Paese ha la febbre, romperli non serve». Ma Dominique, uno degli uomini più seguiti dalla stampa dell'Isola, non riesce a nascondere .una certa preoccupazione per- quella che definisce •un'atmosfera sempre più pesante». Contrabbando, eccessi da parte della polizia, mancata •deduvalierizzazionei: sono 1 problemi dei quali si parla di più. ^Effettivamente — dice Frank Etienne, scrittore e preside di una scuola — la pressione è stata fatta sfogare alzando il coperchio dopo la fuga di Jean-Claude Duvalier, ma in fondo è cambiato ben poco. L'unico fatto nuovo è che, per la prima volta nella nostra storia dal 1804 a oggi, non è ancora spuntato un "uomo della provvidenza Ma la gente continua a morire di fame, e tutto questo gran parlare non cambierà nulla». Dopo le accuse di «continuismo* rivolte nel primi mesi di potere al Cng, il Consiglio Nazionale di Governoquando ancora aveva una popolarità Indiscussa, ora s a a 1 i e e a e a o o a , n o à mi o, si parla di «debolezza». L'agronoma Claudlne Auguste spiega che «cui il popolo è fatto di contadini; però quell{ che hanno in mano il grosso commercio rappresentano ancora la forza principale; sono trattati con i guanti e organizzano il contrabbando». A Gonalves, 180 chilometri a Nord della capitale, una volta le banchine del porto erano deserte; adesso la domenica ci sono più di dièci piccoli mercantili che affollano l'unico molo, e altri sono alla fonda per mancanza di spazio. Gruppi di giovani scaricano tonnellate di riso e di capi d'abbigliamento provenienti da Miami. Le navi portano apparecchi radio ed elettrodomestici che arricchiscono gli armatori, «quasi sempre commercianti della città», dice 11 vicedirettore del porto, Vladimir Demesier. Dunque, quelle caffettiere arrugginite, sulle quali sventola generalmente la bandiera honduregna, fanno parte della nuova rete di contrabbando? 'Niente affatto — risponde il vicedirettore — Sono tutte menzogne. Del resto, c'è la dogana, la vede». Uno degli ispettori, JeanFrancois Blasou, spiega che •solo i prodotti di prima necessiti vengono scaricati. Gli elettrodomestici e le auto sono di privati». Secondo Demesier, il traffico del porto di Gonalves è quadruplicato negli ultimi otto mesi. E1 piccoli commercianti della capitale hanno scritto al Cng denunciando queste ^pratiche». Nelle pianure dell'Artlbonite, nel centro del Paese, 1 contadini che coltivano i cereali fermano i camion e spargono a terra «questo riso che ci impedisce di vendere i nostri prodotti». Persino il ministro dell'Economia e delle Finanze, Le¬ sile Dolatour, afferma: »Non bisogna lasciar deteriorare la situazione, prenderemo provvedimenti». Ma non convince. Negli ambienti politici si dice che la «debolezza» del Cng riguarda anche gli uomini del vecchio regime. Due noti torturatori; Frank Romaln e il colonnello Jean Walme, sono stati liberati senza neppure venire processati Nessuna azione giudiziaria è stata avviata contro gli sciacalli del vecchio regime. E la proprietaria dell'albergo La villa creole. Luna Hassad, assicura che «i duvaìieristi si riuniscono regolarmente. D'accordo, una. "restaurazione" è improbabile; ma tutto ciò è inquietante lo stesso». Altre fonti concordanti parlano di Macoutes che si ritrovano a Santo, nella pianura di Port-au-Prihce, per seguire un addestramento militare. Affermazioni rafforzate da alcuni episodi inquietanti: da qualche tempo sconosciuti in uniforme fanno rapine; uomini pubblici sono oggetto di minacce telefoniche, per esempio Hubert de Ronceray, pcJlrssdz presidente del partito democristiano, e il giornalista Jean Dominique. Con preoccupazione si parla di un altro episodio misterioso: un membro delia missione per l'alfabetizzazione è scomparso a metà settembre dopo un'irruzione della polizia alla Cité Boleti. Nessuno ha più avuto notizie di Charlot Jacquelin, e il Cng tace su' questa vicenda, che peraltro imbarazza molto i membri del governo. «C'é collusione — dice Marc Bazin, presidente del Movimento per l'In¬ a e o u' o i e ¬ staurazione della Democrazia — fra i colpevoli e il governo. E il governo non è fatto da sprovveduti civili, ma da militari specialisti nel mantenimento dell'ordine. E' un brutto segno». L'ipotesi più comunemente accettata è che Charlot Jacquelin sia stato pestato a morte. Questa «scomparsa» preoccupa molto. Per Georges Turnler, uno degli animatori del caffè concerto Le Batofou, ^rafforza l'impressione che i Macoutes, i quali una volta agivano allo sco- perto, continuino ad agire, in segreto». Per bocca del presidente della Conferenza episcopale, monsignor Gayot, la Chiesa ha chiesto inutilmente spiegazioni sul caso. In questo quadro, la libertà pare dunque avere trovato 1 suoi limiti. Le elezioni per l'Assemblea Costituente si sono svolte nell'indifferenza più assoluta: erano le prime da trent'anni a questa parte, ma l'affluenza è stata del 5 per cento circa. Una scommessa ambiziosa di cui tutti — Cng, partiti ed elettori — si sono disinteressati. Secondo Daniel Henrys, segretario generale dell'Associazione medica haitiana, un uomo che, come medico rurale percorre in lungo e in largo le campagne dell'isola, «bisognava spiegare una consultazione poco comprensibile. In molti villaggi la gente pensava che si dovesse eleggere il sindaco». Una critica che viene accettata al ministero dell'Informazione, dove però si tiene a precisare che «te elezioni sono state si precipitose, ma la gente non è stata portata ai seggi con i camion, come avveniva in passato». Dice il Nunzio apostolico a Haiti, monsignor Romeo: «La difftcoltà sta nel compito stesto del Cng: ha ereditato un passato greve, e deve garantire una transizione democratica. Le basi di questo passaggio sono buone, ma la popolazione aspetta soprattutto una risposta ai problemi sociali del Paese». Pare che lo stesso Cng avverta la fragilità della sua base. Alla Messa per la pace celebrata dal Nunzio nella cattedrale di Port-au-Prince, il generale Namphy è arrivato preceduto da un lungo convoglio: dieci auto, dalle quali sono scesi soldati armati di mitra che l'hanno scortato e addirittura sono entrati armi in pugno in chiesa. •Anche se il Cng resta una delle migliori garanzie dell'evoluzione democratica», dicono in privato alcuni dirigenti politici, sono tutti segnali inquietanti. Denis Hantin-Gniraut Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa» cG di di dd

Luoghi citati: Gonalves, Haiti, Italia, Miami