AI Sud avvocati in rivolta di Giuseppe Zaccaria

AI Sud avvocati in rivolta In Campania da lunedì sarà chiesta la lettura degli atti nei processi AI Sud avvocati in rivolta Napoli si allinea a Palermo - B Senato approva la nuova legge stilla custodia NAPOLI — 'Presidente, teggiamé.^. Da lunedi prossimo quest'Invito si ripeterà, esasperante, iti tutte le aule di giustizia della Campania, nei giudizi per omicidio come In quelli per scippo, in pretura, nei tribunali, dinanzi alle corti d'assise. E' la nuova, sconcertante forma di protesta degli avvocati penalisti, che da Napoli si estende ad altre aree del Sud: In nome del diritto di difesa, le polemiche del processo alla mafia stanno per trasformarsi in vertenza di un'intera categoria. E tutto questo avviene mentre il Senato ha approvato definitivamente la legge che allunga la custodia cautelare da un anno a un anno e mezzo. Sui vecchi muri di Castelcapuano ieri mattina sono stati affissi grandi manifesti bianchi che esprimono «sofidarietà ai colleghi palermitani calunniosamente occultiti ài boicottaggio dell'attività giudiziaria», e definiscono la proposta, sia pure emendata, del ministro della Giustizia tassurda, illegittima, incostituzionale». La conclusione è secca: •! colleghi sono incitati ad esigere l'effettiva lettura degli atti in tutti i procesti penali». In aula bisognerà ripercorrere tutto, dalla prima all'ultima riga di- ogni foglio, di qualsiasi Interrogatorio o verbale. Un diluvio di parole, destinato a trascinare con sé, ut ogni processo, ore ed ore di tempo preziosa Questo Volta, almeno a Napoli, non si temono scarcerazioni eccellenti, il rischio che la dilatazione dei tempi di giudizio si ripercuota su casi particolarmente delicati appare remoto: ma se mancheranno forse i casi dariiorosi, un intero apparato comincerà a cigolare, la macchina della giustizia a rallentare, Chissà che fra breve non sia costretta a fermarsi. 'Non facciamo altro che chiedere l'applicazione della legge...», sostiene deciso il professor Gustavo Pansini, presidente a Napoli della Camera penale. Quel manifesti portano la sua firma, riecheggiano tesi che già si sono udite nell'aula del grande processo alla mafia. Lui tiene a far rilevare che la decisione è stata unanime, e aggiunge: »Sa perché gli avvocati palermitani tono stati accusati di ostruzionismo? Perché chiedono che le regole vengano rispettate anche in un "processo speciale". Noi abbiamo deciso di applicarle ogni giorno». L'iniziativa non resterà isolata. Al penalisti napoletani si sono affiancati quelli di Avellino, Benevento, Salerno, Santa Maria Capua Veteré. Per 1 prossimi giorni si annunciano assemblee in altri tribunali (lunedi a Palermo, martedì a Milano), mentre più Intensi si fanno i contatti con Patita Seminanti presidente degli avvocati palermitani, e Pietro D'Ovidio, rappresentante nazionale delle Camere penali Gli avvocati accoglieranno questo invito allo •sciopero bianco»?. A Napoli, rispondono con sicurezza che la più lunga agitazione mal condotta dai penalisti italiani (per tre mesi, lo scorso inverno, Casteleapuano restò paralizzato) parti proprio da un'assemblea della Camera penale, da una protesta locale che fini . per investire l'intera classe forense. Ma perché partire proprio da Napoli? Fino a ieri neanche a Palermo, dove pure le polemiche sono esplose, si pensava di trasferire la protesta fuori dall'aula del maxiprocesso, di allargarla all'intero apparato. «La spiegazione — dice Pansini—sta nella storia più recente dell'avvocatura napoletana. Questi problemi noi siamo stati i primi a soffrirli, siamo quelli che in prima persona hanno vissuto le tappe della mortificazione del diritto alla difesa...». Intorno al processo alla camorra cutoliana, per anni a Napoli si è giocata una partita che ha lasciato segni evidenti •Prima si montano processi che è impossibile gestire, poi mentre la partita è in corso ti tenta di cambiare le regole del gioco». n caso di Palermo, è evidente, sta agendo come detonatore In una situazione che restava esplosiva. Gli avvocati che intorno a Pansini discutono della nuova iniziativa paiono esasperati Le spiegazioni formali appaiono scontate (la legge stabilisce 1' obbligo di lettura, non si può accusare di «ostruzionismo» chi vuole applicare 11 codice). Dice l'avvocato Claudio Botti: 'Noi rispondiamo in maniera legalitaria ad attacchi condotti con tutt'altri mezzi. Non si può tarmare per anni a una riforma come quella della carcerazione preventiva, e poi contraddirla a colpi di decreti legge. Si va avanti cosi, sull'onda di decisioni emozionali, tentando di ridurre sempre più il ruolo dell'avvocato a quello di semplice comparsa». Incalza Arturo Froio: «Gli avvocati napoletani più di altri hanno dovuto soffrire i tentativi di criminalizzazione: anche per questo, forse, sono più sensibili a certi temi. Ma l'Italia è una, e la giustizia non può essere adeguata solo a questo o a quel grande processo. Sempre più spesso i dibattimenti si trasformano in pure formalità, la "cultura della prova" a tratti pare irrimediabilmente scaduta'. Giuseppe Zaccaria (Voto al Senato e protesta a Palermo: servizi a pax. 7).

Persone citate: Arturo Froio, Capua Veteré, Claudio Botti, Gustavo Pansini, Pansini, Patita Seminanti, Pietro D'ovidio