Niente medaglie per i Mau-Mau

Mentemedaglie peri Mau-Mau LA LONTANA RIVOLTA CHE AVVIO* IL KENYA ALLA LIBERTA' Mentemedaglie peri Mau-Mau Tra il 1952 e il 1956 minarono il «paradiso dei bianchi»; giuramenti tribali alla ìlice dei fuochi, incendi e assassini, anche di compatrioti «collaborazionisti» - Si diceva che Eenyatta guidasse quei «ragazzi dei cespugli», ma non hi mai provato - Ne morirono 11500, contro meno di 50 europei - Oggi i veterani sono visti con sospetto, non hanno avuto la pensione, nulla ricorda la loro lotta NAIROBI — L'avevano In pugno finalmente, quel .combattente della foresta*: la caccia all'uomo era durata fln anno. Jl 21 ottóbre 1956, Dedan Kimathi, l'ultimo capo storico Mau-Mau, veniva catturato nel massiccio dei monti Aberdare. Condannato a morte, era impiccato il 13 febbraio dell'anno successivo, nella prigione di Ramiti, vicino a Nairobi. XI suo arresto segnava la fine di una rivòlta scatenata quattro anni prima, sul cui significato ancora oggi gli storici si interrogano e polemizzano: solo una sommossa di poveri o una vera insurrezione nazionalista? Comunque sia, la rivolta Mau-Mau ebbe l'effetto di dissolvere i sogni un po'folti di coloro che, malgrado gli inviti alla prudenza dell'autorità coloniale britannica, si erano messi in testa di costruire su quelle altitudini africane un .paradiso per l'uomo bianco*. Il processo di trasferimento del potere alla maggioranza nera fu cosi accelerato. Nel settembre 1959, veniva tolto lo stato d'emergenza. Nell'agosto 1951, Jorno Kenyatta era liberato e, nel dicembre 1983, U Kenya otteneva l'indipendènza. Poiché avevano lavorato duramente per trasformare delle terre incolte in terre fertili, i coloni britannici — erano circa trentamila alla fine della seconda guerra mondiale — ritenevano di aver meritato il diritto di non esserne mai cacciati. Ma i Kikuyu, il gruppo etnico dominante nel Paese, a scapito del quale si era realizzata, nel corso del tempo, quella ridistribuzione.del territorio, negavano il diritto dei coloni per la buona ragione che le riserve loro concesse non bastavano più a nutrire una popolazione in rapido aumento. Non fu dunque un caso se alcuni anziani membri della Kikuyu C^tesS-ivAssootóiiori iKCA), ftmàatàrtàimìikii discioita jseBBKmmmsm ma guerra, occuparono i posa, di comando della Kenya African Union (Kau), che nel 1944 ereditò il compito di difendere i diritti degli autoctoni, soprattutto quello di tornare in possesso dette proprie terre. Jorno Kenyatta, uno dei Kikuyu allora più in vista, che aveva fatto il suo apprendistato politico In Gran Bretagna, diventò naturalmente, fin dal suo ritorno a Nairobi nel 1946, il presidente di quella organizzazione. Nessuno si preoccupò troppo di quella agitazione, fino al giorno in cui gli avvenimenti non presero un corso abbastanza inatteso. Dal 1947 le autorità coloniali ebbero sentore dell'attività di una Associazione Mau-Mau, che organizzava in gran segreto nella Rift Volley, nel cuore del Paese kikuyu, cerimonie notturne in cui gli autoctoni giuravano, davanti a Dio, di combattere l'uomo bianco — nyakeru — fitto a quando l'ultima palmo di suolo kenyota non fosse stato liberato. estorti, assunse una tale ampiezza nel Paese kikuyu che le autorità britanniche si decisero, nell'agosto 1950, a mettere fuori legge la Associazione Mau-Mau. I Mau-Mau fecero allora il salto che li spinse a darsi alla macchia e a intraprendere una campagna di violenze — incendi di capanne, distruzione di raccolti, assassina di agricoltori bianchi e anche attacchi a posti di polizia — contro tutti coloro, europei e soprattutto africani, che collaboravano con il potere coloniale. Il 20 ottobre 1952, le autorità britanniche risposero con la dichiarazione dello stato di emergenza e l'arresto di Jorno Kenyatta, sospettato di essere l'orche- L'S giugno 1953 proclàmaronolo scioglimento della Kau. Difficile missióne per «ir Evelyn Borirò, il governatore d'allora: conservare la fiducia degli europei che reclamavano misure energiche, senza alienarsi la .maggioranza silenziosa, degli autoctoni che, come sempre, si trovava presa tra due fuochi. Al culmine della rivolta, il potere coloniale schierò undici battaglioni di fanteria, circa ventimila poliziotti, migliaia di ausiliari africani, e utilizzò anche bombardieri pesano. Le forze ribelli, che vivevano trincerate nel massiccio dei mona Aberdare e stille pendici del monte Kenya, contavano allora circa quindicimila uomini, divisi in piccole unità molto mobili ma equipaggiate soprattutto con armi bianche. Per due anni, quel «combattenti della foresta, riuscir rono a mantenere le posizioni, grazie alla complicità di una buona parte della popolazione locale. La politica governativa di suddivisione in piccole zone del Paese kikuyu riuscì a isolare i MauMau, che non poterono pili muoversi come pesci nell'acqua. Le discordie' tra i capi militari e la mancanza di coordinamento tra le unità combattenti contribuirono anche a indebolire l'.Armata di liberazione della terra* (Land Freedom Armyj. Disperando per la loro causa, i ribelli, più che mai con brutalità, si accanirono contro i lealisti — specie nel 1953, al tempo del massacro di Lari — isolandosi così sempre più da coloro di cui erano i presunti difensori. Oli abitantt dei villaggi dove andavano a cercare cibo arrivarono al punto di cacciarli, perfino di denunciarli. Quella guerra che fini per mancanza di combattenti, costò la vita a circa undicimilacinquecento Mau-Mau e, nel campo avversario, a duemila lealisti kikuyu. In confronto, durante quei quattro anni di violenza, morirono meno di cinquanta europei. E' opportuno ancora sottolineare che quasi la metà di quelle vitame bianche furono soldati britannici che ebbero la sfortuna di essere caricati da rinoceronti mentre davano la caccia all'uomo nella foresta. Le conseguenze di quella rivolta furono, lente a, svanire. Non avevano le autorità britanniche arrestato settantottomila kikuyu che intendevano rilasciare solo dopo un lungo e penoso periodo di prova nei campi di rieducazione? E' in uno di essi, a Mola, che il 3 marzo 1959 undici detenuti Mau-Mau furono picchiati a morte dai loro guardiani. Quanto agli ultimi MauMau, decisero di uscire dalla foresta, dove si erano ormai avvezzati a vivere, solo dopo la proclamazione d'indipendenza del Paese. Nel 1963, allo stadio di Nyeri, resero le armi a Jorno Kenyatta, appena diventato il nuovo capo del governo kenyota. Furono tristi e amari i giorni successivi all'indipendenza per quel .combattenti della foresta.. Aspettando che il loro caso venisse esaminato, alcuni continuarono a scontare pene alle quali erano stati condannati dal., potere coloniale. piuttosto che a un uomo il quale non era mai stato alleato dei .combattenti della foresta.. E che, una volta arrivato al potere, aveva tradito'il loro ideale. «Proposta stupida — si replicò in alto loco — come se la lotta contro il colonialismo non fosse stata la causa di tutto un popolo». Quella lotta aveva davvero mobilitato «tutto un popolo»? In realtà, solo t Kikuyu e, in via secondaria, i loro vicini Embu e Meni — dot tre tribù sulle cinquantaquattro esistenti in Kenya — sventolarono allora la bandiera detta rivolta. «I Mau-Mau erano giovani, ragazzi e ragazze analfabeti, che non avevano nessuna visione del futu^cnessuna ide&^dgla. società che volevano costruire dopo la partenza degli inglesi», afferma William Ochieng, direttore del dipartimento di storia all'università di Nairobi. In definitiva, quella rivolta degenerò in una guerra civile fra Kikuyu, fomentata con abilità dall'autorità coloniale. «I Mau-Mau non cercavano un successo militare — assicura chi vede in essi degli autenOci nazionalisti — combattevano per una vittoria politica e economica». Ciò non toglie che all'indomani dell'indipendenza non sono .le masse, a prendere in mano t destini del Paese, ma i .leallstt. che si erano preparati a .dare il cambio., mentre, nétte foreste, i .ragazzi dei cespugli, giocavano a nascondino con le forze dell'ordine. Nel febbraio scorso, per la prima volta dopo l'indipendenza, i vecchi combattenti Mau-Mau furono autorizzati a riunirsi. Lo fecero nello stadio Nyeri. Ne approfittarono per esprimere l'amarezza per la mancanza di riconoscenza dei pubblici poteri nel loro riguardi. Molte promesse non erano state mantenute e pvr soprammercato non un giorno di commemorazione, non un monumento, nemmeno qualche medaglia per ricordare una rivolta che contribuì comunque a smuovere le cose. Alcuni oratori, all'epoca del raduno di Nyeri, chiesero al governo kenyota di permettere l'esumazione detta salma di Dedan Kimathi, sotterrato nella prigione di Kamiti, per dargli decorosa sepoltura, e, meglio ancora, di autorizzare la costruzione di un monumento In sua memoria. Dovrà passare molto tempo prima che un slmile omaggio sia reso a uno del più prestigiosi capi MauMau.- Jacques De Barrin Copyright S «Le Monde» e per ritafca te «La Sane» Kapengirria (Kenya). Un'immagine storica; Jorno Kenyatta arrestato il 21 ottobre 1952 sotto l'accusa di capeggiare i Mau-Mau N i ò ttti tl ildi ì iù itt h il

Persone citate: Evelyn Borirò, Jacques De Barrin, Jorno Kenyatta, Kenya, Kenyatta, Land Freedom Armyj, Mola, William Ochieng