In ospedale controriforma di Chirac di Enrico Singer

#ii ospedale coWmdmmàal €§mm Ej*oge$Q M«legge per yemtrodurre il settore privato nell'assistenza pubblica #ii ospedale coWmdmmàal €§mm Il medico potrà dedicare all'attività privata un quinto del suo tempo - Torna la figura del primario PARIGI — Gli ospedali francesi, uno degli orgogli del Paese assieme alla force de frappe nucleare e alla Tour Eiffel, stanno per vivere la loro seconda riforma in due anni. Efficienti, moderni, all'avanguardia per alcune cure e, soprattutto, numerosi (1 posti letto sono superiori alla domanda, caso non comune in Europa) soffrono, secondo il nuovo ministro della Sanità, di un male pericoloso: un'organizzazione distorta. E la colpa sarebbe della prima riforma, quella varata nell'84 dal governo socialista che aveva decretato la fine del «settore privato» all'Interno delle strutture pubbliche e la creazione dei «dipartimenti sanitari». Un terremoto, In realtà, più annunciato che realizzato. Perché l'abolizione degli spazi per 1 clienti a pagamento era prevista soltanto per la fine di quest'anno e perché la nascita dei dipartimenti era stata ritardata da mille resistenze. Ma che, adesso, sarebbe ineluttabilmente scat¬ tato. Cosi la signora Michèle Barzach, che è medico e dal 16 marzo responsabile del ministero, è corsa ai ripari'e ha annunciato un progetto di legge che sarà approvato il 3 dicembre prossimo. La sua, però, non è una semplice «controriforma»: è un tentativo di conciliare pubblico e privato, interessi dei grandi primari e dei medici più giovani, di cllniche e ospedali. La-nuova mappa del panorama sanitario francese dovrebbe essere questa. Il settore privato nelle strutture pubbliche non sparirà. Ma ne cambleranno le caratteristiche. Prima di tutto il medico che vorrà curare 1 suoi clienti personali in ospedale dovrà ottenere un'autorizzazione dal prefetto (che In Francia è l'onnipotente mano dell'amministrazione centrale al livello locale), Poi non potrà dedicare all'attività privata più di un quinto del suo tempo di lavoro e, per questo, è prevista una «commissione di istituto» che veglierà sulle possibili infrazioni. E ancora: l'ospedale non avrà il diritto di riservare dei istti al «paganti» ma li accoglierà in base alle sue disponibilità. A questi limiti si Aggiunge una particolare divisione dei guadagni tra il medico e l'ospedale che, nel disegno del ministro, dovrebbe servire a rinsanguare le casse del sistema sanitario pubblico ora alimentate soltanto dal finanziamenti dello Stato, dal versamenti della Sicurezza sociale e dal vari «tickets» a carico dei pazienti. In pratica, il medico verserà all'ospedale circa il 30 per cento delle sue parcelle, con oscillazioni che dipenderanno dal tipo di prestazioni: dalle cure in degenza agli interventi chirurgici. In più, una parte di questi soldi andrà direttamente in un fondo del singolo reparto del medico (ginecologia o cardiologia, per esemplo) in modo da sviluppare, grazie alle capacità-dei professori e al loro potere di richiamo sul pubblico, il settore della ricerca ed anche la concorren¬ za tra gli ospedali pubblici. Un modo, secondo Michèle Barzach, per conciliare interesse pubblico e privato e per evitare l'emorragia, lenta ma costante, dei medici migliori verso le cllniche che assicurano maggiori guadagni. Questo, si, un pericolo reale: il ministro, illustrando 11 suo progetto, ha ricordato che l'anno scorso su 1829 posti offerti ai medici dagli ospedali più di 500 sono rimasti scoperti. L'altro pilastro della riforma riguarda le carriere interne. Ritorna, con tutte le sue prerogative, la figura dello •chef de service-, il primario, che nella struttura per dipartimenti voluta dal precedente governo era sacrificata e sottoposta alle direttive di un organismo superiore. Ma anche qui l'equilibrismo tra vecchio e nuovo della signora Barzach ha imposto dei correttivi. Non più nomine «a vita», ma incarichi di cinque anni rinnovabili in base all'esame di' un «rapporto di attività» che i primari dovranno stilare alla scadenza dt t loro mandato. E, per evitare il rìschio delle .baronie» (che i francesi chiamano 'mandarinati-) è prevista una nuova struttu ra: il «polo di attività», una specie di sottoprimariato affidato a medici giovani in particolari specializzazioni del reparto. Un'altra molla per rendere attraente la carriera nell'ospedale pubblico Una riforma prudente, insomma. Per ora le reazioni del medici sono caute: molti si aspettavano un maggiore li berallsmo nell'esercizio della loro professione all'interno dèlie strutture pubbliche. E primari sono perplessi di fronte all'«esame» che dovranno superare ogni cinque anni. Mentre l'opposizione di sinistra già tuona contro lé «inevitabili sperequazioni di trattamento- tra pazienti paganti'e no e che erano stata l'argomento fondamentale della riforma dell'84. , Enrico Singer

Persone citate: Eiffel, Michèle Barzach

Luoghi citati: Europa, Francia, Parigi