Stava, venticinque anni di errori

Stava, venticinque anni di errori La perizia stabilisce le responsabilità che provocarono la morte di 269 persone Stava, venticinque anni di errori DAL NOSTRO INVIATO TRENTO — Una serie di errori compiuti durante l'Intero arco di venticinque anni, a partire dalla costruzione del bacini fino al momento terrìbile del loro crollo, fu la causa della tragedia di Stava. Lo affermano i periti che il tribunale aveva incaricato di rispondere, tra le altre, alla domanda se il disastro fosse conseguenza di erróri nella progettazione, nella costruzione e nella manutenzione dei due bacini La risposta nella perizia depositata Ieri alla procura dèlia Repubblica di Trento è decisamente ' positiva. Tutti sono ritenuti responsabili, dai realizzatori degli impianti, per conto, a quell'epoca, della Montedlscn, ai conduttori, dirigenti, consulenti della miniera gestita poi dalla società Prealpi. La tragedia ebbe dimensioni enormi: una massa di acqua e fango valutata in 160 mila metri cubi si abbàttè — era da poco suonato il mezzogiorno del 19 luglio dello scorso anno — giù per 11 vallone che è sopra Tesero, In Val di Flèmme, e spazzò via tre alberghi, 43 abitazioni, uria decina di laboratori artigiani; un quarto albergo, rimasto sinistrato, fu abbattuto in seguito. Dueeentosessantanove le vittime, tutti gli abitanti di Stava che non erano assenti per qualche motivo e un gran numero di turisti, molti del quali milanesi, che occupavano gli alberghi per le loro vacanze. Sin dal primo momento apparve chiaro a molti osservatori tecnici che quei due bacini, uno immediatamente a monte dell'altro, erano stati costruiti e via via ampliati senza che- vi fossero sufficienti garanzie di stabilità. I periti del tribunale — Pietro Colombo, Claudio De tei, Giulio Dolzani ed Andrea Fuganti — nella risposta al que¬ sito che gli era stato posto, si soffermano su uno degli errori dei gestori della miniera i quali non si sono resi conto che il materiale di riporto che veniva depositato sui fronti dei bacini era inconsistente e anziché stabilizzarsi andando a rinforzare le pareti dello sbarramento, rimaneva allo stato semifluido, sicché la massa melmosa andava crescendo di volume e di peso, senza che gli argini si irrobustissero in maniera adeguata. Il crollò dei bacini, prima quello superiore, è avvenuto In un tempo brevissimo, che i periti valutano tra 1 sei e 1 dodici minuti, sicché nessuno di coloro che si trovavano sulla direttrice della massa melmosa che precipitava per la valle ha potuto mettersi in salvo. I parenti delle vittime, per costituirsi parte strile, si riunirono in due gruppi: l'Associazione sinistrati della Val di Stava, ohe conta una no¬ vantina di iscritti, e un comitato con circa 200 persone, formatosi per iniziativa delle Acli milanesi, che a Stava avevano In gestione uno degli alberghi travolti. Ogni gruppo ha 1 propri avvocati, ma hanno nominato un unico collegio peritale. Questi periti — prof. Floriano Villa, presidente dell'Associazione geologi italiani, con 11 compito anche di coordinatore, prof. Genevols, francese, docente all'Università La Sapienza di Roma di geologia applicata, prof. Brauns, tedesco, ordinario di geomeccanica all'Università di Karlsruhe, Ingegnere minerario Arnaldo Davlà — hanno depositato le conclusioni del loro lavoro nel luglio scorso. «Lo studio del nostro collegio peritale — dice l'aw. Benito Perrone, di Milano, coordinatore dei difensori del gruppo milanese — ha elencato tutte le buone regole e i diversi metodi, a seconda dei- la tipologia; per la costruzione e la conduzione di bacini artificiali, mettendo in evidenza come in quelli di Stava non si fossero osservate queste norme per cui si aveva il più basso grado di affidabilità*. Aggiunge Romano Poier, di Tesero, rappresentante del gruppo locale: «/ periti di parte civile hanno Insistito anche sull'errore iniziale della scelta del sito nel quale costruire i bacini*. Sostanzialmente, a giudicare dalle prime informazioni sul deposito della perizi! dal tribunale, pare r^e non vi siano grosse discordanze tra i periti del tribunale e quelli di parte civile. Gli errori sono riconosciuti, la tragedia di Stava poteva essere evitata se di fosse agito con adeguate cognizioni tecniche, con cauEemo Lugli (Continua a pagina 2 in nona colonna)

Persone citate: Andrea Fuganti, Arnaldo Davlà, Benito Perrone, Floriano Villa, Giulio Dolzani, Ingegnere, Lugli, Pietro Colombo

Luoghi citati: Milano, Roma, Tesero, Trento