Tra l'Est e l'Ovest verifica a Vienna di Aldo Rizzo

Tra l'Est e l'Ovest verifica a Vienna Apre la Conferenza sulla sicurezza in Europa Tra l'Est e l'Ovest verifica a Vienna DAL NOSTRO INVIATO VIENNA — Tutti ì governi europei di nuovo a Vienna, nella città dello storico Congresso che modellò il sistema internazionale per un secolo, fino alla prima guerra mondiale, nel segno dell'equilibrio di potenza. Un paragone inevitabile, che del resto fu fatto per la prima di queste, conferenze paneuropee, quella che si tenne a Helsinki nel 1975, con i Capi di Stato e di governo di 35 Paesi. Ora, come già a Belgrado nel 1977 e a Madrid nel 1980, sono di scena i ministri degli Esteri (poi proseguiranno le delegazioni tecniche). Si comincia stamane, nella sala delle feste dell'Hòfburg, l'antica residenza imperiale degli Asburgo, una costruzione imponente, sviluppatasi per sette secoli sui resti di una fortezza dell'età romana. Qui, davvero, c'è molta storia della vecchia Europa. Ma, per dire quanto i tempi siano cambiati, l'avvenimento più importante di questa settimana viennese si svolgerà fuori della Conferenza (che s'intitola alla sicurezza e alla cooperazione in Europa, la sigla è Csce). Sarà l'incontro tra Shultz e Shevardnadze, i ministri degli Esteri delle due superpotenze reduci dall'ormai quasi mitica Reykjavik, dove un accordo planetario fu sfiorato e lasciato, in attesa di tempi migliori; o cosi si spera. Shevardnadze e Shultz, comunque, parteciperanno a pieno titolo anche ai lavori della Csce: il primo, in quanto .rappresentante di un Paese «anche» europeo; il secondo, insieme col collega canadese, per bilanciare, con la forza dell'alleanza euroame- ricana, la presenza, appunto, di una superpotenza come l'Urss. Cosi si convenne agli albori del cosiddetto «processo di Helsinki», vincendo le resistenze di Mosca, che preferiva, ovviamente, parlare di Europa con i soli europei (fra i quali manca un solo Paese: l'orgogliosa, dispettosa Albania). Shevardnadze e Shultz si vedranno domani e giovedì. Il sovietico è a Vienna già da domenica sera, l'americano arriverà dopo avere votato, nelle elezioni di mezzo termi- ne in programma oggi negli Stati Uniti (e il cui risultato, rafforzando o indebolendo Reagan, peserà anche sui colloqui viennesi). I temi sono molti e cruciali: quali intese potenziali furono davvero definite in Islanda; se esse debbano realmente intendersi come un pacchetto globale, o se invece sia possibile estrapolare l'accordo sugli euromissili; la rigidità effettiva dell'atteggiamento sovietico sullo Scudo spaziale. La Csce non sarà tuttavia un puro sfondo al dialogo diretto tra le superpotenze. A settembre, la Conferenza di Stoccolma (che era una proiezione, decisa a Madrid, Ideila Csce) ha raggiunto I un'importante intesa sulle misure di fiducia reciproca tra gli eserciti della Nato e del Patto di Varsavia: si tratta ora di passare alla discussione sul viro e proprio disarmo, cioè sulla riduzione progressiva e bilanciata delle opposte forze convenzionali. Un tema che diventa, insieme, più urgente e più delicato nell'ipotesi di un azzeramento degli euromissili, che lascerebbe' all'Urss molti vantaggi sul terreno, appunto, convenzionale. Si deciderà di chiudere lo specifico negoziato che si trascina senza alcun esito da tredici anni nella stessa Vienna e di rilanciarne uno analogo dentro la Csce? Gli americani temono le pastoie e le insidie di una trattativa tanto allargata; sembrano invece favorevoli i russi, per opposte ragioni, e i francesi. Gli altri europei tenteranno un compromesso. In particolare, forse, gli italiani (Andreotti, arrivato direttamente dalla Cina, parlerà nel pomeriggio). Ma la distensione UsaUrss non ha solo aspetti militari. Fondamentale è la questione dei diritti umani, sulla quale insiste tutta la parte occidentale della Csce. L'Urss, che finora non ha concesso praticamente nulla, si dice ora disposta, pur fra polemiche, a discutere seriamente. Nell'attesa, inevitabilmente scettica, sono calati a Vienna vari comitati di difesa del dissenso nell'Est E' arrivato anche Orlov, lo scienziato rilasciato dall'Urss alla vigilia di Reykjavik. Purtroppo, anche il Congresso di Vienna di 172 anni fa fece assai poco per i cosiddetti diritti dei popoli, pur salvando a lungo la pace fra gli Stati. Aldo Rizzo «L'awenimento più importante di questa settimana viennese si svolgerà *uM della Ce jfci.- jza. Sarà rincontro tra Shultz e Shevardnadze»