Un album della Storia truccata di Enrico Singer

Hit album della Sfarla tsruc€ata A Parigi una mostra di foto falsificate in nome di propaganda e ideologia Hit album della Sfarla tsruc€ata PARIGI — Da quando sono comparse sui primi giornali e sul libri, così lisce, fredde, definitive, le foto hanno rivoluzionato il nostro modo di assimilare e di catalogare gli avvenimenti. Come dubitare della prova neutrale, della vera immagine del mondo e dei suoi protagonisti riflessa da una macchina su un foglio di caria? Eppure anche questa è poco più, che un'illusione. IH foto truccate, falsificate, con personaggi che spariscono e altri che prendono il loro posto, ne esistono a migliaia. E proprio in quegli album dell'ufficialità che pretendono di tramandare la storia. Alain Jaubert, giornalista, scrittore e regista francese, si è divertito a smascherare i montaggi pili clamorosi. Frugando negli archivi, ha ritrovato le istantanee originali, le ha confrontate con quelle •pubbliche: Ha ridicolizzato le ingenuità e, spasso, anche le mostruosità commesse da sconosciuti tecnici in nome di interessi che si chiamano propaganda, culto della personalità, totalitarismo. Uh lavoro (in parte raccolto in un libro, Le Commlssariat aux Archives) che è esposto dal 29 ottobre nel Museo d'arte moderna di Parigi. E' un viaggio dissacrante attraverso una galleria di foto che hanno falsificato la storia e comprendono Mussolini come Hitler, Lenin come Mao o Fidei Castro. Senza pregiudizi. Anzi, con un estremo rigore scientifico nel distinguere le diverse meccaniche del «trucchi»: dai ritocco che elimina qualche particolare scomodo al falso totale. Così, girando per le sale del Palali de Tokyo, si può vedere la foto di Benito Mussolini che impugna la spada d'oro dell'Islam, in iella a un cavallo. Una foto famosa, scattata a Tripoli il 29 giugno del 1942. Ma truccata: dall'originale (mnAncoc (esposto a fianco) esperte mani cancellarono il palafreniere arabo che teneva fermo il cavallo. E bisogna riconoscere che, nel vero cliché, l'aspetto marziale del Duce con il braccio teso e là spada in mano esce ridotto dalla presenza dell'improvvisato scudiero, tanto somigliante all'omino che tiene per la cavezza i somarelli dei bambini nel parchi. Ma, per Alain Jaubert, i falsi fotografici dell'Italia fascista sono, in fondo, dei peccati veniali. «Mussolini — dice — era un maestro delle immagini, un dittatore che amava la messa in scena, la gesticolazione per ottenere l'impatto emotivo più grande». Altra cosa sono i falsi voluti da Adolf Hitler che Jaubert è riuscito a documentare. C'è, ad esempio, una foto scattata nel '37 nel giardino détta Cancelleria che — netta versione originale — mostrava Hitler con il ministro detta Propa¬ i ganda nazista Joseph Goebbels e la regista Leni Riefenstahl. In quella rimasta negli archivi, Goébbels è scomparso: cancellato per volontà di Hitler, che non ammetteva alcuna presenza ingombrante tra lui e Leni Riefenstahl, sua •fidanzata segreta: E ancora. Dalla foto ufficiale del patto di non aggressione tra Mosca e Berlino, Hitler fece sparire la sigaretta che Stalin teneva nella mano sinistra mentre, con la destra, stringeva quella del ministro degli Esteri del Reich, Joachirn von Ribbentrop, dopo la firma dell'accordo. Un dettaglio, ma, secondo Jaubert, una prova della psicologia maniacale di Hitler che «non poteva tollerare un atteggiamento eoa) poco rispettoso nei confronti di un suo ministro da parte del leader sovietico». Afa nella falsificazione dette foto storiche, il primato spetta ai regimi del •socialismo rgsTfsuGckca•qJtcqltsqdgv reale: Nella mostra di Parigi gli esempi sono centinaia. Ci sono i casi clamorosi: ecco Trockij che scompare dal fianco di Lenin e Stalin, che subirà la stessa sorte tra un'edizione e l'altra della Grande enciclopedia sovietica; o l'amica ebrea di Majakowski, LUÌ Brik, anche lei cancellata da una foto. Fino alle esigenze spicciole dette •campagne sodali: , come quella contro l'alcol Alain Jaubert ha scovato un'istantanea del 18 settembre' 1971 che mostra Breznev a colloquio con Willy Brandt. Nell'originale^sul tavolo ci tono tre bottiglie di liquori, e la stampa tedesca pubblicherà questa immagine. Il giorno dopo, sulla Pravda, le bottiglie non ci sono piti. In questa strana galleria, i veri maestri /«grandi artisti Enrico Singer (Continua a pagina 2 In nona colonna)

Luoghi citati: Berlino, Italia, Mosca, Parigi, Tokyo, Tripoli