Amaro addio di Lanfranco

Amaro addio di Lanfranco La scelta del giocatore dettata dalle circostanze Amaro addio di Lanfranco TORINO — Gianni Lanfranco gira pagina, da venerdì sera la pallavolo agonistica appartiene al suo passato, quella dirigenziale (forse) a un futuro che preferisce lasciare nel vago, escludendo la sua disponibilità senza garanzie di un rapporto menagerifile, che appare irrealizzabile in una struttura come quella attuale. Noi. volevano esserci accenti polemici nell'addio di Lanfranco, se si esclude la precisa volontà di dissociare la dirigenza della Pallavolo Parma dal nome (e dai comportamenti) dello sponsor Santal. A chiarire il discorso ha provveduto con un intervento non programmato Angelo Squeo, girovago per eccellenza del volley Italiano, buon conoscitore di magagne dirigenziali, che ha riassunto la situazione in poche parole, taglienti però come una mannaia: «Gianni smette perchè certi dirigenti hanno voluto che smettesse». La frase non è sibillina. Per spiegarla basta poco: appena quattro mesi fa a Lanfranco fu fatto capire che il suo tempo a Parma, come giocatore, era terminato. Tutt'altro che deciso a smettere Gianni ha trovato l'accordo con il neopromosso Catania che, raccogliendo altri «vecchietti» giubilati come lui (Dall'Olio e Squeo), stava cercando di costruire un squadra di buon livello. Lanfranco, raggiunto l'accordo con i dirigenti, trovò persino casa nella città etnea. Poi, improvvisamente, la «grana»: la Santal per cedere il suo cartellino chiedeva fior di milioni (80). Soprattutto però non voleva si trasferisse a Catania, si dice per ripicca dopo uno sgarbo del siciliani. Saltato tutto, ecco il club parmigiano offrire Lanfranco al Treviso per una ventina di milioni, forse meno. La precarietà della situazione della squadra veneta ha con¬ vinto il giocatore a dire basta. Sotto accusa dunque chi ha dimenticato il suo contributo all'esplosivo ritorno di Parma pallavolistica ai vertici. Lanfranco dunque lascia. Per ora, dice, senza rimpianti,.anche se poi confessa di evitare di proposito strade che lo facciano passare davanti al palasport di Parma, dov'è stato tante volte protagonista. Campione grandissimo, tra 1 maggiori talenti espressi dal volley azzurro, Gianni a 30 anni non può certo essere considerato vecchio ed in ogni caso è l'italiano più titolato con un argen to mondiale (Roma 78), un bronzo olimpico (Los Angeles '84), tre Coppe del Campioni e quattro scudetti al suo attivo. Perdendo lui la pallavolo perde l'unico personaggio vero su cui Ha potuto contare in questi anni Personaggio vero perchè conosciuto non soltanto dagli addetti ai lavori. C'è chi spera si riesca a trovare un modo per farlo recedere dalla sua decisione, per aggirare gli ostacoli del regolamento e permettergli di tornare in campo. Noi comunque ci auguriamo che il suo «caso» faccia riflettere chi governa, federazione e società: crescere non vuol solo dire avere più spazio in tv o sui giornali, ma soprattutto dimostrare credibilità. E purtroppo la pallavolo, attraverso tanti piccoli (e grandi) episodi, perde sempre l'occasione per farlo. g. bar.

Persone citate: Angelo Squeo, Gianni Lanfranco, Squeo

Luoghi citati: Catania, Parma, Roma, Torino