Di Nord e Sud siamo già sazi
Di Nord e Sud siamo già sazi Da stasera su Canale 5 Di Nord e Sud siamo già sazi Abbiamo appena lasciato le steppe gelate della Santa Russia e le masse cenciose di servi della gleba e di soldati che vanno al massacro mentre 1 signori si dilettano nei giochi del potere; ed eccoci catapultati nelle pianure affocate dell'America dell'BOO dove gli schiavi negri sudano e si prendono nerbate e ancora la guerra fa macelli, e 1 ricchi se ne stanno a sventolarsi nelle loro •sontuose dimore; giovedì è finito su Raiuno Pietro il Grande e stasera su Canale 5 comincia Nord e Sud. Un bel movimento di kolossal, tenendo conto che giovedì prossimo arriverà su Kaldue La Storia dal romanzo della Morante. Ma torniamo a Pietro il Grande, gigantesca produzione americana girata per gli esterni in Unione Sovietica, primo esemplo di collaborazione tv tra le due superpotenze. Il risultato è stato di un sontuoso decoro: gli studiosi si saranno messi le mani nei capelli per certi risvolti romanzeschi, ma le fondamentali linee storiche sono state rispettate anche se il tonante spettacolone è prevalso comunque. Schieramento di divi, da Maximilian Schell che è stato con grinta alterna ma non contrastante un Pietro illuminato e tirannico (e quand'era tiranno, da dietro faceva capolino l'ombra del baffo di Stalin) ad Hanna Schygulla venuta fuori di prepotenza nell'ultima parte, umile contadina destinata a diventare imperatrice. A tal proposito devo fare ammenda: la Schygulla sarà Caterina I e non la più celebre. Caterina Et che regnerà in pieno '700; mi è scappato di scrivere il contrario, chiedo scusa ma la colpa non è tutta mia, la colpa è anche della Schygulla che cosi volitiva ed autorevole, cosi gloriosamente carnosa e pettoruta' mi pareva solo degna del ruolo della Grande Caterina divoratrice di uomini e imperatrice di tutte le Russie. E saltiamo all'America deil'800, a Nord e Sud in sei robuste puntate, purè questo prodotto americano (l'industria clnetelevislva negli Stati Uniti seguita a tirare Còme una forsennata e si Ingrassa con le esportazioni). Ancora amori, amicizie, infamie, battaglie, lutti e speranze, sorrisi e lagrime con la guerra di Secessione, e citare Via col vento è sin troppo facile. Qui la tattica è stata di schierare protagonisti non molto conosciuti (e modestinl) e di infilare déntro veterane star di Hollywood quali Liz Taylor rifatta dagli istituti di bellezza, Robert Mltchum sempre più addormentato, Jean Simmons rassegnata ai ruoli di chioccia, e l'ex ballerino Gene Kelly ora pingue signore. Il regista è Richard Heffron, un intellettuale, autore di documentari di punta per le università e poi, inghiottito dall'Industria, trasformatosi In eclettico realizzatore di polizieschi, f antascien! tifici ecc. (ma ha firmato nel '78 Indiana sul genocidio del pellerossa). In Nord e Sud è costretto a confezionare un melodrammone in costume puntigliosamente convenzionale; lo fa con diligenza non trascinante (è. più abile Chomsky in Pietro il Grande, ma Chomsky autore di Olocausto e Radici è una vecchia volpe di kolossal per la tv), e si consola buttando qua e là manciate di nòbile Impegno a favore degli schiavi e della democrazia. La materia? Eternamente la stessa; andrà sempre bene per gli americani, noi ne siamo un po' sazi. Ma 1 produttori dicono che si continua a vendere a scatola chiusa ovunque, in Messico e nel Gabon, nelle Filippine e in Italia, e annunciano che di storie cosi ne arriveranno altre, e altre ancora. Vgo Bozzolai!
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