Un'alluvione lunga 20 anni di Giuliano Marchesini

Un'alluvione lunga 20 anni Venezia, quante delusioni dallo storico 4 novembre del '66 Un'alluvione lunga 20 anni E' il titolo di una mostra che documenta la tragedia, ma che testimonia anche le occasioni perdute per salvare la Serenissima - Tra il '79 e l'80 San Marco invasa 300 volte dall'acqua alta dal nostro inviato VENEZIA — I gondolieri impigriscono nell'autunno veneziano. Aspettano di cullare nell'intreccio dei ril gli ultimi turisti della stagione. E parlano di Venezia che ricorda l'alluvione e lo smarrimento di vent'anni fa. Dice uno: «Per difendere questa città s'è fatto quasi niente». Un altro volge lo sguardo verso piazza San Marco e sospira: «Se continua cosi, finisce che Venezia si disfa». H terzo accompagna il lamento: 'Quest'acqua alta, che tormento. Certe volte non si passa nemmeno sotto i ponti». Nel riandare a quel 4 novembre del 1966 in cui la Serenissima subì la grande offesa del mare, si mescolano rabbia, proteste, attesa e qualche tendenza alla rassegnazione. Nel folto delle manifestazioni per i vent'anni dal dramma veneziano, prendono posizione anche gli ambientalisti, gli ecologisti. Nelle vetrine dei negozi e sui muri compaiono manifesti, firmati da «Venezia Serenissima», Italia Nostra e Wwf, in cui è scritto: 'Quel 4 novembre noi c'eravamo». Le tre associazioni rammentano che la popolazione del centro storico s'è ridotta a poco più di 80 mila unità, che le principali attività economiche e produttive sono state trasferite altrove. E poi: 'Le maree medio-alte e le magre hanno avuto un grandissimo incremento, sia come frequenza sia come ampiezza. L'aumentata velocità dell'onda di marea ha determinato la continua erosione di litorali, barene e fondazioni di edifici». L'inquinamento ambientale, si aggiunge, ha raggiunto livelli di estrema pericolosità, come testimoniano le morie di pesci, la proliferazione delle alghe parassite, l'invasione dei chironomie!!. 'Chiediamo: non opere faraoniche, ma fatti di immediata esecuzione». 'Un'alluvione lunga vent'anni», s'intitola tristemente r una mostra di fotografie e 3 documenti che si apre alla Fondazione Querini StampaIla, con la collaborazione del quotidiano La Nuova Venezia. Doretta Fanizzut Pes, presidente della sezione veneziana di Italia Nostra, dice: 'Ricordare è giusto, ma bisogna anche fare il punto di una situazione che non è certo confortante. Il nostro atteggiamento è proprio quello di chi ha dentro di sé la rabbia, per questi vent'anni tra¬ scorsi senza che nessuno degli indirizzi contenuti nelle leggi di salvaguardia sia stato messo in pratica. Soltanto adesso si parla di cominciare ad eseguire lavori che Italia Nostra da tanto tempo Indica come prioritari: apertura delle cosiddette casse di colmata della terza zona industriale, riduzione dei fondali, opere contro l'inquinamento lagunare, pulizia dei canali e manutenzione delle rive». Perché -Un'alluvione durata vent'anni»? 'Perché — risponde Doretta Panizzut Pes — c'è stata una cattiva volontà politica. S'è fatta la scelta degli insediamenti industriali, a tutto danno della Venezia storica. Poi si devono mettere in conto i lunghi dibattiti, l'esasperante trafila della legge speciale per il salvataggio della Serenissima. Insomma, è stata anche un'alluvione di contrasti». Nella basilica di San Marco, il gioco della luce autunnale incanta i turisti. Ma c'è, dentro questo splendore, anche un senso di malattia. La gente va a rendere una visita intensamente emotiva al cavalli di San Marco rifugiati nel Museo Marciano. La celebre quadriga, che guardava la piazza dalla loggia sotto l'insidia dell'inquinamento, ha trovato ricovero e cure grazie ad una sottoscrizione promossa tra l lettori del nostro giornale: la stava aggredendo il «cancro del bronzo». Ora, il posto sulla loggia è occupato dalle copie, inevitabili sostituti. Ma anche la basilica è sofferente. Mostra 1 segni del male nelle impalcature, nei lavori ir. corso in quattro settori: mosaici, pavimenti, cupole, elementi strutturali in genere. Un manifesto appeso ad una parete di un ufficio della Procuratoria Impressiona: c'è scritto che tra il 1979 e l'80 il tempio di San Marco ha subito per trecento volte l'assalto dell'acqua alta. Piogge acide, di provenienza industriale, hanno fatto 11 resto. Per la basilica c'era una legge speciale, rinnovata l'ultima volta nell'81 e già scaduta: stabiliva uno stanziamen¬ to di 4 miliardi e 630 milioni per coprire le esigenze fino all'85. Dice 11 protoarchitetto Ettore Vlo: 'Adesso siamo in attesa di un rifinanziamento, che secondo le assicurazioni dovrebbe arrivare presto». C'è bisogno di spendere altri 7 miliardi in cinque anni. Certo, non basteranno nemmeno quelli, perché 11 restauro pare senza fine. .La basilica — raccomanda Ettore Vlo — si salva anche con l'amore della città, con la coscienza della nostra storia». In altri settori si è restituito qualcosa a questa Venezia angustiata. Alla Soprintendenza per i Beni artistici e storici ci fanno un breve rendiconto: in vent'anni sono stati restaurati circa 4500 dipinti su tela, 400 tavole, una cinquantina di complessi scultorei e 500 sculture singole. Mancata manutenzione, umidità, inquinamento atmosferico sono stati i nemici di questo grande patrimonio. Tra i recuperi più importanti, quelli della scuola di San Rocco, di tutti 1 dipinti di Palazzo Ducale, del soffitto di San Pantalon, del «Paradiso», che copre interamente la parete di fondo della sala del Maggior Consiglio. Qui e là si sono prodigati anche 1 privati, i comitati, come se ciascuno avesse •adottato» un monumento veneziano, in una sorta di gara della premura. Ma quelle che mancano alla Serenissima sono le difese dalle tante insidie, persistenti da vent'anni. Anche Cesare Campa, democristiano, assessore comunale ai Lavori Pubblici, ricorda la »grande acqua» del 4 novembre 1966. Pensava che Venezia potesse ridursi in queste condizioni? »No, prima la città conviveva con il mare sema troppe preoccupazioni: poi ci si è resi conto del problema. Adesso bisogna che il mare torni ad essere per Venezia una fonte di benessere». Di propositi, oltre la quantità di delusioni, ce ne sono tanti in questo anniversario della marea che sconvolse la Serenissima. Ma chi può dire quando Venezia non avrà più paura del suo mare? Giuliano Marchesini

Persone citate: Doretta Fanizzut Pes, Doretta Panizzut