Mossa ghiottona, in nome di Lenin di Emanuele Novazio

Mossa ghiottoni*, in nome di Lenin Una fiera per festeggiare la Rivoluzione: cibo a volontà, 12 mila venditori da tutta FUrss Mossa ghiottoni*, in nome di Lenin Trentatré strade chiuse al traffico - La strategia: mostrare che è l'Unione Sovietica il Paese dell'abbondanza DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Al picc'o chiosco che distribuisce gli stiashlik, spiedini di montone spruzzati di pepe e di cipolla, la gente aspetta in file ordinate, senza fretta. Per pochi copechi, si ha diritto a un piccolo vassoio di alluminio colmo; e per altri centesimi, a un bicchiere di una bevanda antichissima c molto amata, qui: lo sbiten, fatto di tè, cannella, foglie di lauro e miele. U chiosco è a forma di capanna, davanti è chiuso da cartelli colorati dove un cosacco ukraino sorride a un cordone.di salcicce, e un cucciolo d'orso ammicca alle bublike, le ciambelle dolci coperte con semini di papavero. Sulla Balsciala Dbrogomilovskaia, la strada a dieci corsie che dal ministero degli Esteri scende verso.la statale di Minsk, di chioschi cosi ce ne sono un centinaio; forse più.' E non solo per distribuire spiedini e sbiten: la grande strada, da ventiquattr'ore chiusa-alle auto, è diventata una vetrina di abbondanza; una delle trentatré apparse all'improvviso in tutta Mosca, per la grande Iarmarka d'autunno, la prima fiera organizzata per l'anniversario della Rivoluzione. Durerà cinque giorni, e promette di restare a lungo nella memoria della gente, Perché — almeno all'avvio — comunica una rara sensazione d'agio, un gradevole contrasto con la penuria che si incontra d'abitudine in tanti negozi della capitale; una specie di benessere visivo, perfino: sugli scaffali del chioschi ci sono mucchi di polli, di oche, di carne di maiale fresca e affumicata (la bujenlna grudinkd, che a Mosca di trova solo di rado), di porchette intere e di salami (e non soltanto'quelli all'ungherese, spesso gli unici a far comparsa nei gastronom del centro), di salsicce, lardo speziato e tagli di manzo. E, | naturalmente, di frutta e verdura; di composte e succhi; di granturco e patate marinati: una curiosità stuzzicante, ' questa, che vecchi moscoviti giurano di non aver mai visto prima, In citta. E' «il degno incontro alla festa del grande ottobre», avverte un cartellone aperto tra 1 chioschi: da ogni regione del Paese sono arrivate a Mosca (in auto, sul camion, per treno e aereo) dodicimila persone, quasi tutti contadini di fattorie collettive, con ventimila tonnellate di merci. Sulla Dorogomilovskaia si sono raccolti gli ukralni, le donne e le ragazze vestite del loro abiti nazionali, gònne bianche sovrapposte e giubblni ricamati. Altrove, nel mercato di Vavilova per esempio, sono arrivati gli asiatici (anche loro con carni di montone, con 1 rarissimi frutti del feikoa e 1 melograni); nei quartiere Breznevski, gli azerbaigiani, con quindici specie di pesci, freschi e affumicati, e gli hurmà, un gene¬ re di cachi più allungati e sodi. Hanno portato, tutti, dell'altro: un'Immagine della loro terra, delle loro tradizioni. I ghirghisi offrono il plov, riso bollito da mangiarsi col montone, all'interno di una yurta, la casa del nomadi d'oriente. Oli azerbajgiani intrattengono al suono di zuma (tra l'oboe e 11 flauto dolce) e di san, quasi un mandolino. Oli ukraini espongono pani grandi e rotondi, con allegorie e Immagini agresti ricamate sulla crosta, dolci a forma di alce e daino e focacce colme di cavoli bolliti (1 blindici skapustì); e Invitano la gente a ballare danze che sembrano la tarantella, ritmandole col duben, un tamburello a sonagli. Ma dietro l'Immagine del divertimento, 1 kolkoslani venuti dalle quindici Repubbliche offrono, soprattutto, quella della varietà, concessa a tutti e a buon mercato (l prezzi sono pressappoco gli stessi del negozi di Stato, alle volte di poco superiori). Sempre in passato, in occasione della gran festa della Rivoluzione, 1 negozi si arricchivano di merci; ma questo è il primo tentativo di legare In modo cosi netto, spettacolare e manifesto, là celebrazione più sacra del Paese all'abbondanza. Per farne una doppia occasione di pensiero e riflessione, forse: al municipio di Mosca, ieri, consideravano la Iarmarka un riferimento, e ne facevano un auspicio per «rafforzare i metodi e le idee commerciali sperimentate qui» ; e per arrivare, presto, a una nuova-mentalità «imprenditoriale» (.«un'azienda non deve solo produrre, ma scegliere e rispondere personalmente della qualità di fronte al cliente», in modo che «se tratterà male la sua merce perderà soldi»). Una prospettiva ghiotti ma difficile, ancora, Emanuele Novazio

Persone citate: Lenin

Luoghi citati: Minsk, Mosca, Unione Sovietica