L'inchiesta a Napoli sul mercato dei falsi invalidi di Giuseppe Zaccaria

Vinehiesta a Napoli sul menato dei falsi invalidi Vinehiesta a Napoli sul menato dei falsi invalidi (Segue dalla 1* pagina) benefattore. Un'anziana donna, convocata cóme testimóne, ha spiegato: «Sonò invalida perché mi fa male la testa*. La documentazione, conteneva invece la radiografia di una tibia fratturata. Fra le centinaia di interrogati, molti hanno perso la pazienza: •Insomma, non ho mica infilato le mani in tasca a qualcuno...*. ■■ •E'proprio questo l'aspetto più sconcertante della vicenda — racconta il giudice —. Tutti, ma proprio tutti sono convinti di non essersi comportati da disonesti. Non hanno rubato, dicono: per avere il certificato bisognava pagare, e loro l'hanno fatto. Non esistevano danneggiati, tranne lo Stato Fra i casi in cui il giudice si è imbattuto, c'è quello di un giovane cui manca una gamba. Prima, presentandosi alla visita regolarmente, aveva ottenuto un'invalidità del 44 per cento, di quelle che non danno diritto a pensione. Per ottenere la «totale», aveva dovuto pagare anche lui. Ma per quali somme, in vista di quali vantaggi a Napoli si è sviluppato questo mercato clandestino?' •Anche questo 6' un dato che fa pensare: l'invalidità totale dà diritto a un assegno di 440 mila lire ogni due mesi. Se si ha diritto all'accompagnatore, se cioè il grado di autonomia dell'invalido è pressoché nullo, la cifra sale a 680 mila lire, sempre bimestrali*. Cosa può giustificare un giro di corruzione cosi esteso intorno a cifre tanto esigue? La spiegazione, secondo il giudice, sta' in tre considerazioni. La prima: alla pensione, quando-l'Invalidità supera il 50 per cento, si ha diritto a partire dal giorno della domanda.' 'Spesso, nel momento in cui l'assegno viene erogato per la prima volta, si riscuotono arretrati per quindici, venti milioni*. Secondo elemento: la pensione dura per tutta la vita, e nell'indagine sono coinvolti falsi Invalidi che non hanno ancora compiuto trent'anni. Ultimo dato: perché rinunciare a quell'assegno, visto che per riscuoterlo a vita basta pagare? Solo a Napoli, ogni armo, ciascuna delle nove «commissioni» esamina circa ottomila pratiche. Probabilmente un'indagine che dalle invalidità, totali si allargasse alla sterminata serie delle «par¬ ziali» (quelle che nei concorsi pubblici danno diritto a qualche punto in più nella graduatoria, o a volte rendono possibile un'assunzione) risohierebbe di bloccarsi per eccesso di imputati, «/o devo fermarmi qui — spiega D"Urso —. Andando avanti, finirei per partorire un giudizio sterminato. E l'esperienza dimostra che quasi mai i "maxi processi" arrivano a qualche risultato*. A Napoli, comunque, pare che l'esempio del giudice istruttore non sia destinato a cadere nel vuoto. In procura c'è un sostituto, Luigi Gay, che da qualche settimana sta verificando anche, l'attività delle altre commissioni. Per ora, sul fascicolo c'è scritto «atti preliminari». Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Luigi Gay, Urso

Luoghi citati: Napoli