Assolto all'Aia l'effetto Cernobil di Fabio Galvano

Assolto all'Aia l'effetto Cernobil Un contestato dossier minimizza le ricadute in Olanda Assolto all'Aia l'effetto Cernobil Le overdosi di iodio 131 e cesio 137 potrebbero causare al massimo tre decessi l'anno per tumore DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — E' del governo olandese il primo rapporto ufficiale sulle conseguenze di Cernobyl in Occidente. Ne emergono, su una scala che è non solo nazionale, critiche all'impreparazione di fronte a una tale emergenza; ma affiora anche un cenno rassicurante per quanto riguarda gli effetti delle radiazioni sulla salute della popolazione. n documento, di 134 pagine, è frutto di quasi sei mesi di lavoro da parte di un'equipe di scienziati. La sua pubblicazione coincide con l'annuncio — fatto ieri dalla Pravda — che 1 sovietici hanno costruito 130 barriere lungo 1 fiumi Pripjat e Uzh: servono a scongiurare l'inquinamento del Dnlepr, le cui acque secondo Mosca non fanno regi' strare livelli abnormi di radiazione. Il rapporto, nonché uno studio parallelo sul comportamento delle autorità nel corso di quell'emergenza, potrebbe fornire Indicazioni preziose per ciò che riguarda l'espansione — ora «congelata» — del programma nucleare olandese. Le due centrali del Paesi Bassi, alle quali altre due dovrebbero aggiungersi in un prossimo futuro, producono attualmente il 6 per cento dell'energia elettrica olandese: poco più dell'Italia (5 per cento) e dei cinque Paesi Cee (Danimarca, Irlanda, Lussemburgo, Grecia e Portogallo) che non dispongono di centrali nucleari; molto meno, tuttavia, del 67 per cento belga, del 65 francese, del 30 tedesco, del 29 spagnolo e del 18 inglese. L'aspetto più allarmante? La constatazione, forse, che le autorità di controllo non avrebbero individuato e affrontato adeguatamente il disastro nucleare neppure se si fosse verificato più vicino. Se 11 programma nucleare dovrà proseguire, si precisa, sarà necessario mettere a punto un sistema automatico d'allarme. Il documento olandese è importante soprattutto per i risultati, applicabili anche ad altri Paesi. Si apprende, ad esempio, che l'effetto-nube ha colpito in modo estremamente diseguale i territori interessati, a seconda di venti e pioggia. 'Abbiamo misurato — spiega Henk Leenhouts, uno degli scienziati impegnati nella ricerca — la contaminazione di uomini, animali, piante, atmosfera e acqua, paragonando di continuo i tassi di radiazione con quelli consuèti: Ebbene, le variazioni riflettono una scala che va da uno a dieci: scenari completamente diversi si sono presentati in zone distanti pochi chilometri luna dall'altra. Le due sostanze più diffuse, iodio-131 e cesio-137, hanno provocato nel 1986 radiazioni superiori di appena il 4 per cento alla «dose» normale, a sua volta inferiore di cir¬ ca 20 a quella che provocherebbe sviluppi cancerogeni (a Kiev, al contrario, il limite è stato largamente superato). Ma l'effetto cumulativo, nel corso degli anni, potrebbe provocare un centinaio di de cessi, tre l'anno a partire dal 199S. Gli scienziati ammettono che la loro è «soltanto un'ipotesi»; sottolineano altresì che ogni anno, in Olanda, muoiono di cancro circa 32 mila persone. La «quota» del dopo-Cernobyl sarebbe, perciò, quasi trascurabile. Appena pubblicati, tuttavia, i dati del governo sono già contestati. Il professor Lucas Reynders, specialista di ricerca ambientale, afferma per esemplo che 11 rapporto ha ignorato la presenza di sostanze radioattive di altro tipo, più rare ma non per questo meno pericolose. A suo avviso la minaccia per la salute della popolazione è superiore del 30-70 per cento a quella indicata. Fabio Galvano

Persone citate: Henk Leenhouts, Lucas Reynders