Tunisia, l'opposizione diserta le urne

Tunisia, ^opposizione diserta le urne Domani le elezioni legislative, soltanto i comunisti contrasteranno il Destour tùtt ortW -— 1 1 *-< ! »•.,•«• Tunisia, ^opposizione diserta le urne Una campagna elettorale senza lampi e senza passione - Nel Sud cresce l'ostilità contro il regime Si è chiusa, senza lampi e senza passione, in campagna elettorale in Tunisia. Domani, 2 novembre, i 125 candidati del partito socialista destavano affronteranno soltanto 35 avversari: le principali formazioni politiche di opposizione hanno infatti deciso di boicottare le elezioni legislative. Giovedì s'è ritirato dalla competizione anche il partito di unità popolare. NOSTRO SERVIZIO GAFSA — Il responsabile della cellula del partito comunista è convinto di aver parlato con una •spia, quando ha incontrato il diplomatico americano che aveva chiesto di vederlo. E' visibilmente scandalizzato dall'interesse che -il nemico- riserva alla sua attività. Una prova in più, se mai ce ne fosse bisogno, che Oafsa resta all'altezza della sua fama di «città della fronda'. Le guide turistiche presentano il posto come la porta del deserto. Additano l'.ocra sahariana» dei muri e il torpore del Sud. Ma a Tunisi non sfugge quanto questa calma sia ingannevole. I membri del commando venuto dalla Libia, che tentò di sollevare la città nel gennaio 1980, hanno fallito, ma le ragioni del loro gesto sono sempre d'attualità: disoccupazione, senso di abbandono, permeabilità alla propaganda di Tripoli. Il malessere è diffuso, tanto che alcuni esponenti del partito socialista desturiano si augurano che la campagna elettorale possa dar luogo a una salutare riflessione. Un responsabile del ministero dell'Informazione rende omaggio al pc che ha accettato di egiocare il suo ruolo educativo, contrariamente all'opposizione moderata che non ha presentato candidati'. La settimana scorsa, il capolista del pc a Gafsa ha parlato per tre minuti alla tv, secondo il regolamento. E' stato senza dubbio 11 'momento più alto» di questa campagna trascinatasi nella noia in mancanza di combattenti. Qualche giorno dopo, la cellula di Oafsa rinunciava a sua volta ad animare «un dibattilo senza posta e senza regole di gioco», dal momento che altre liste comuniste non s'erano potute presentare a causa di un complesso contenzioso con l'amministrazione Incaricata di vigilare sulla legalità dello scrutinio. Ciò che il candidato di Oafsa non ha potuto dire in pochi secondi sul piccolo schermo, i suoi amici sono pronti a spiegarlo tutta la notte In un quartiere della città-oasi. Qui la tradizione militante risale a un'epoca anteriore all'indipendenza. Gafsa era già la città circondata dalle miniere di fosfati dove s'era formato il proletariato tanto amato dai teorici del marxismo. Oggi ancora la Compagnia del fosfati di Oafsa è la prima impresa tunisina con 13.500 salariati. Un numero che dovrà ridursi, tutti lo sanno. Lo smantellamento dell'Ugtt ha distrutto li morale dei militanti. Supremo insulto per Oafsa, la lista di governo presenta un «giallo», il egretarlo generale della sezione locale del sindacato — un ex amico di Achour impossessatosi della guida del ps. Questo stesso candidato ha dimenticato la campagna per partecipare a una conferenza sindacale a Addis Abeba. In compenso, il capolista dell'Unione patriottica di coalizione che raggruppa il psd e varie organizzazioni nazionali, Ismael Khelil, ministro del Piano e delle .Finanze, moltiplica le inaugurazioni. Per un regime accusato di favorire troppo i Monastiriani (i nativi della regione del presidente Burghiba), non è stata una cattiva idea aver affidato a un figlio di Oafsa la gestione economica della Tunisia. Non bisogna tuttavia attendersi che Khelil ceda alla tentazione di discorsi demagogici. Egli ammette che il tasso di disoccupazione nella sua regione sfiora il 18% contro il 13% a livello nazionale ma l'«espulsione» di almeno 3000 minatori nei prossimi anni a lui sembra inevitabile. *Negli ultimi tre anni abbiamo avuto un tasso di crescita del 5% in termini reati», assicura Khelil, infastidito dal catastrofismo degli stranieri circa l'avvenire del suo Paese. H Pondo monetarie e la Banca mondiale hanno già preso decisioni confortanti per il settimo Piano (19871991). Tunisi dispone di crediti che le consentiranno di doppiare un diflìdie capo. Dopo la liberalizzazione del prezzi industriali, Khelil vuole sopprimere tutte le licenze di importazione da qui al 1991 e «riportare f diritti di dogana in una forbice dal 15 al 25 per cento. Per la liberalizzazione e la privatizzazione dell'economia, il Fmi non ci impone nulla-, aggiunge. Jean de la Guérivière Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa»

Persone citate: Burghiba, Ismael Khelil, Khelil

Luoghi citati: Addis Abeba, Italia, Libia, Tripoli, Tunisi, Tunisia