La guerra perduta
La guerra perduta La guerra perduta (Saguo dalla 1* pagina) oggi si apprendono dai giornali notizie incredibili circa la carenza di uomini, di mezzi, di attrezzature che continua ad affliggere le forze incaricate della repressione. Anche l'Alto Commissariato per la lotta alla mafia, per come è stato concepito e messo in piedi, non si è rivelato in grado di svolgere il suo compito con la necessaria efficacia Di sicuro non si è rivelata felice la scelta degli uomini chiamati a dirigerlo: prima il prefetto De Francesco, poi il prefetto Boccia E' una pessima abitudine dell'amministrazione italiana designare regolarmente a posti che richiedono dinamismo, decisione, capacità d'inventiva e d'iniziativa, nonché coraggio, funzionari avanti con gli anni, spesso alla soglia o quasi della pensione, intrisi di mentalità burocratica, legati per mille fili ai clan ministeriali e partitici. E' stato ed è questo il caso, per l'appunto, dei due commissari suddetti. Da essi si richiedeva che vincessero una guerra: invece l'hanno perduta. Con tipico stile nazionale, il primo è stato promosso e spostato ad altro ufficio, il secondo resta al suo posto. Naturalmente è immaginabile che tanto il ministro Sic al faro che i due alti commissari possano accampare molte ed ottime ragioni per giustificare la sconfitta: ostacoli finanziari, legislativi, inerzie e sordità di ogni genere. Ma allora, se cosi stanno le cose, da politici che non siano politicanti, e da altissimi funzionari che siano veri servitori della collettività, il Paese, trattardosi di materia tanto grave, ha il diritto di attendersi non già il pigro tirare a campare bensì una pubblica, circostanziata denuncia degli ostacoli, e magari, perché no, la riscoperta dell'antico ed onorato istituto delle dimissioni. E. Galli della Loggia
Persone citate: De Francesco, Galli
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