Ecco i registratori per chi vuole il meglio

Ecco i registratori per chi vuole il meglio Ecco i registratori per chi vuole il meglio La coppia di maxiregistratori nipponici all'esame è aperta dal Nakamichi CR-7 E, uno degli ultimi modelli di un marchio ormai mitico. Quando ancora gli esperti, quasi vent'anni fa, sorridevono con sufficienza di fronte ai «mangianastri» a cassette, confinati per sempre secondo loro alla funzione ricreatriva di plc-nic e merendine sull'erba, Nakamichi fu il primo a credere nella prospettiva di un registratore a cassette hi-fi, facendo seguire la pratica alla teoria col celebre 1000, tuttora In produzione al prezzo di un'automobile di media cilindrata. 11 CR-7 E oltre a tutte le facility di questa categoria ai prezzo (3.890.000 lire), contiene una prerogativa unica, la correzione computerizzata dell'azimuth ad opera dello stesso microprocessore che, subito dopo, a corretto posizionamento della testina, esegue la altre tarature necessarie per ottenere il massimo da qualsivoglia cassetta. Il secondo «supergiapponese» è il Teac Z-7000 (4.900.000 lire). Si presenta con un'imponenza appena scalfita dalle finiture nere e con una selva quasi inestricabile di comandi: tre sistemi di riduzione del rumore (compreso il Dbx), selettore di ingressi, fading. memorie di ogni genere, calibrazioni ovviamente automatiche e via discorrendo, con in più un ingegnoso sistema di eliminazione di porzioni di nastro indesiderate. Questa particolare funzione, il S.E.S. (Spot Erase System), permette di scegliere 1 punti registrati da eliminare, ne simula l'avvenuta cancellazione permettendo di valutarne l'effetto, e poi — se autorizzato — procede alla cancellazione vera e propria. REVOX B 215, Tandberg 3024, Teac Z-7000, Nakamichi CR-7 E sono le quattro sigle per sognare, il Gotha dei registratori a cassette, le Rolls-Royce dell'audiogistrazione. Primo dei due registratori europei che in questo poker d'assi si contrappongono ai modelli del Sol Levante, il norvegese Tandberg è sicuramente il meno noto oltre che, col Revox, il più «economico» del gruppo (2 milioni 318 mila lire!). Ha aspetto robusto e squadrato, poca informatica e molta meccanica di precisione, tante regolazioni a mano per un utilizzo più creativo e fra queste, preziosissima, la calibrazione dell'azimuth delle testine (l'inclinazione rispetto al piano del nastro), necessaria per far fronte, senza scadimento di prestazioni, alle eccessive tolleranze meccaniche nel campo dei supporti di registrazione. La taratura dell'azimuth (presente anche sul Nakamichi CR-7 E) fa differenza fra questo apparecchio e i comuni registratori della «fascia alta». Sempre europeo ma traboccante di informatica e servoassistenze varie, è il formidabile Revox B 215 della svizzera Studer, un prodotto altamente tecnologizzato, con tre microprocessori che sorvegliano i comandi, 11 trasporto ael nastro e le tarature dell'apparecchio. Un tasto particolare permette il fading ovvero la «sfumata» del programma riversato ih qualsiasi momento. Il costo di questo mostro di ingegnerizzazione (a cui gli esperti riconoscono un grado di affidabilità forse superiore alla concorrenza giapponese) è di circa un milione superiore al Tandberg. Marco Ravasini

Persone citate: Marco Ravasini, Rolls, Studer