Vagabondaggio alla Vucciria polipo bollito al suk del porto

Vagabondaggio alla Vucciria polipo bollito al suk del porto Vagabondaggio alla Vucciria polipo bollito al suk del porto Botteghe di frittura offrono quagghie, che con l'omonimo volatile non hanno nulla in comune in quanto sono delle melanzane fritte nell'olio con tutta la buccia, crochette di patate che si possono mangiare per poche migliaia di lire direttamente in cartocci di carta, patate lesse che vengono esposte ancora bollenti in grandi calderoni di rame insieme ai carciofi quando è la loro stagione. Vicino a queste botteghe, venditori di olive e di spezie fanno con la loro merce dei piccoli altari che ricordano le immagini dei teatri dei pupi o le .decorazioni dei carretti. Tutta la fantasia del popolo siciliano pare essersi riversata in questo luogo che sfocia in una piazza, a pescheria, dove gli agili pescespada e i colossali tonni vengono esposti a decine insieme a tutte le qualità più inaspettate di pesce. Se si ha desiderio di polipo bollito con un po' d'agro di limone, lo si può mangiare direttamente in piedi. Non manca anche la frittura di pesciolini che spesso si accompagna a deliziose polpette di mucca (bianchetti). Le verdure vengono da ogni parte APalermo, nel quartiere della Loggia, tra il Cassero e via Roma, la Vucciria è uno dei più pittoreschi mercati d'Italia, chiuso da un sipario di pesanti palazzi. Nei secoli passati, la sua esistenza fu legata molto al porto, la vecchia Cala, e la leggenda vuole che fra quelle strade giocasse il futuro re di Sicilia, Federico Secondo di Svevia. E' un mercato, illuminato dal sole di giorno e da una miriade di lampadine colorate di notte, pieno di profumi e rumori, lacerato continuamente dalle grida del venditori che nel lioro siciliano arcaico offrono tutto il ben di dio che si può trovare in terra di Sicilia. La parola Vucciria deriva da quella francese boucìier (macellaio). Nel passato dovevano essere molti, insieme ai pannieri, ai chiavettieri, agli argentieri, ai tintori. Il vucceri diede poi il nome a questa oasi orientale, unica in tutta Europa e nulla è rimasto, fra cadenti palazzi e facciate di chiese cotte dal sole, che non ricordi tutti i popoli che in questo mercato sono passati. della Sicilia. Proprio nella piazza della pescheria si trova il «Ristorante Schangai» di Benedetto Basile, amico di re Gustavo di Svezia e di Renato Guttuso. Basile, che è anche poeta dialettale, offre una pasta con sarde che è indimenticabile. La fa lui stesso in un cucinino dove le pentole brontolano tutto il giorno. Si mangia con poco e sul terrazzo illuminato da tante piccole lampade e coperto da un telone che dà l'idea di un battello pronto a salpare, s'incontrano tipi di ogni genere. A Vucciria, col suo sapore orientale, sembra trasportare il visitatore in un mondo che non è più siciliane.'' E' forse l'astrazione più bella di Palermo, il risultato di culture che si sono stratificate, lasciando tracce non più ricostruibili. Ovunque ci si può fermare per comprare, gustare o mangiare: dalle verdure alle olive, dai formaggi agli insaccati, dalle iritture di pesce ai dolci. Andarci di giorno è un'avventura unica per gli occhi; di notte poi. sembra d'essere su un tappeto volante nel grande cielo di Palermo. Franco Antonio Belgiorno

Persone citate: Benedetto Basile, Federico Secondo, Franco Antonio, Renato Guttuso

Luoghi citati: Europa, Italia, Palermo, Sicilia, Svezia, Vucciria