Giro di Palermo alla scoperta di antiche città

BELL'ITALIA DA RIVISITARE BELL'ITALIA DA RIVISITARE Giro di Palermo alla scoperta di antiche città QUANDO le nebbie e i primi freddi raggelano l'Italia del CentroNord, una delle mete di viaggio e vacanza più tradizionali ma sempre nuove, per la varietà di aspetti e la ricchezza di interessi, è la Sicilia. Capitale per secoli di una civiltà mediterranea in cui s'incontravano il mondo arabo e la cultura delle società europee emergenti, dai normanni agli inglesi, Palermo offre al visitatore una straordinaria alternanza di occasioni: si può esplorare il tessuto urbanistico, oppure perdersi nei suoi giardini, si può seguire un itinerario storico oppure sceglierne uno artistico. Quello che proponiamo in questo articolo si adatta al clima e all'atmosfera che caratterizzano la capitale siciliana tra il tardo autunno e il primo inverno: un viaggio nelle tre città che convivono in Palermo, quella antica, quella medievale e quella barocca. • MAGNA GRECIA — Sebbene Palermo sia di origini fenicie più che greche, vanta una importante collezione di arte greca, frutto degli scavi in tutta la Sicilia occidentale, che si può vedere al Museo nazionale di archeologia (Piazza divella 4, aperto tutte le mattine, martedì e venerdì anche al pomeriggio). Agenzie di viaggio locali organizzano poi viaggi in pullman di un solo giorno in tutte le maggiori località della Magna Grecia: Segesta, Selinunte, Agrigento, Erice e i luoghi fenici. • ARTE NORMANNA — Il regno normanno del XII secolo ha lasciato splendide tracce nelle chiese decorate di mosaici e nei palazzi nati dal matrimonio, breve ma splendido, tra le differenti tradizioni mediterranee che si avvicendarono dopo che i re normanni, di ritorno dalla Crociate, misero fine all'occupazione saracena della Sicilia. Particolarmente belle sono la Cappella palatina reale e la Sala di Ruggero II nel Palazzo dei Normanni: la Cappella è chiusa il mercoledì pomeriggio. L'ora ideale per la visita è la mattina presto, per evitare i matrimoni. La sala Invece è aperta al pubblico lunedl.venerdl e sabato dalle 9 alle 12.30. La Chiesa della Martorana in Piazza Bellini è un altro eccellente esempio dello stile arabo-normanno, che raggiunse la sua più piena espressione nella Catte Irate e nel Chiostro di Monreale (aperto soltanto al mattino). San Giovanni degli Eremiti (via dei Benedettini), un'antica moschea diventata chiesa cattolica è un'altra gemma di questa epe . piccola ma situata in un Delizioso giardino. La Cattedrale festeggia proprio quest'anno i suoi ottocento anni, ma della struttura originale normanna rimane poco: la parte esterna dell'abside e le bellissime tombe rosse dei re normanni. Il resto è stato molto rimaneggiato nel corso dei secoli. • NUOVO BAROCCO — I viceré spagnoli che ricostruirono la città fra il XVI e il XVIII secolo diedero impulso a uno splendido fiorire del barocco, come si può vedere nelle fontane dei Quattro Canti sul Corso Vittorio Emanuele o nelle chiese della Casa Professa e di San Giuseppe dei Teatini. Purtroppo alcune chiese e palazzi barocchi della città sono stati demoliti alla fine del secolo scorso per fare posto a costruzioni neoclassiche, come per esempio è dalle tarme, di arte folkloristica siciliana: ceramiche, ex-voto, cartoline, costumi e pupi. Nel Teatro delle marionette ogni pomeriggio alle 16 c'è un piccolo spettacolo. Una collezione più ampia di marionette siciliane si può vedere al Museo Internazionale delle Marionette (via Butera 1, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 19). Il sabato pomeriggio alle 17.30 ci sono spettacoli dell'intero ciclo delle leggende carolinge. La città non abbonda invece di giardini pubblici. In compenso i pochi che ci sono sono belli e ben tenuti. Un gradevole antidoto al traffico è una passeggiata attraverso il Giardino Inglesi o il Parco d'Orléans. • SHOPPING — La Via dei Calderai (vicino a Piazza Bellini) è ancora la via degli stagnini, che lavorano i metalli direttamente in strada e fabbricano piatti e vasi a richiesta. Palermo è famosa anche per i mercati del pesce e delle verdure. I migliori sono i Vucciria in Piazza Caracciolo e il Ballarò che si snoda nelle strette vie intorno a Piazza del Carmine. I negozi eleganti si trovano lungo il Viale della Libertà e la Via Ruggero VII, da Piazza Croce a Piazza Verdi. Se invece si cercano i prodotti dell'artigianato siciliano, è meglio andare lungo la Via dei Benedettini, dove si trovano ottime ceramiche proveniente un po' da tutta l'isola.. In tutte le pasticcerie si trovano poi i famosi frutti di marzapane, venduti in scatole di legno dipinto che assomigliano ai carretti siciliani. • MANGIARE E DORMIRE — La cucina della Sicilia assomiglia alla sua architettura: è una miscela esotica che riflette le differenti culture che hanno dominato l'isola. Pinoli, uvetta sultanina, capperi, olive e melanzane ne sono i tipici ingredienti. La regina dei pesci 6 la sarda, che viene cucinata in piatti superbi come la pasta con le sarde o le sarde a beccafico. Fra i ristoranti più eleganti, c'è La scuderia (via del Fante 9) e Chamade (via Torrearsa 22). Nei quartieri accaduto intorno alla seicentesca Porta Maqueda per liberare l'are:, dove venne innalzato l'imponente Teatro Massimo. Da poco è aperto al pubblico anche il Palazzo Mirto, che la famiglia dei Lanza Filangieri ha donato alla Regione con l'intera collezione dei mobili e delle porcellane. Oggi è un museo della vita quotidiana nel XVIII secolo (via Merlo 2, aperta dalle 9 alle 13; martedì e giovedì anche dalle 15 alle 17). L'Art Nouveau. che qui è chamata Liberty, caratte- rizza l'ultimo grande periodo dell'architettura siciliana alla fine dell'800. In quell'epoca Palermo era uno uno dei luoghi preferiti dalla grande aristocrazia europea, che qui amava svernare e ascoltare l'opera al Teatro Massimo. Sebbene molti palazzi siano stati distrutti, vale la pena dedicare un'ora a passeggiare lungo la via Dante o la via XII Gennaio, dove ci - sono le belle facciate Liberty dei palazzi di città costruiti in quel periodo. Se epoche precedenti hanno lasciato soltanto splendore aristocratico, le abitudini di vita popolare nella Palermo ottocentesca vivono nei musei e nelle strade della città. Il Museo Etnografico Pitré nel Parco della Favorita ha una bellissima collezione, purtroppo mangiata DIARIO DI MORINI minuti. Fare bollire un litro d'acqua con 500 gr di zucchero, sbucciare le mele e tagliarle in dodici spicchi, metterle nello sciroppo appena preparato e cuocere al dente a fuoco dolce per circa cinque minuti. Tirarle fuori e metterle su un canovaccio e asciuagarle. Mettere la buccia delle mele nell'acqua di cottura, lasciar ridurre della metà, filtrare, aggiungere il sidro, il Calvados e lo zucchero e ridurlo della metà. Disporre le mele in piatti individuali poi con una sacca apposita dal beccuccio fine mettere un po' di crema di mandorle su ogni spicchio. Montare la salsa preparata in precedenza con il burro a bagnomaria. Gratinare le mele nella salamandra fino a quando non hanno assunto un bel color nocciola, irrorarle con la salsa e servire. Gianluigi Morini Palermo, il Teatro Massimo, costruzione neoclassica di G, B. Fil più antichi si trovano piccoli ristoranti che offrono la cucina tradizionale siciliana a prezzi moderati (fra le 12 e le 20 mila lire): ad esempio la Trattoria Primavera (Piazza Boloni 4); Hostaria La Gondola (Via Principe Scordia 144): Il Cotto e il Crudo (Piazza Marina). Al Duar II (Via Enrico Amari 92) si cucinano anche specialità tunisine. Per i gelati, due indirizzi fra i tanti: Bar Mazzara (Via General Magliocco 15) e Ilardo's al Foro Italico. L'albergo più lussuoso di Palermo (ma non è centrale) è il Grand Hotel Villa Igiea (Salita Belmonte 43). che ancora conserva le decorazioni Liberty a pianterreno e ha terrazze e giardini che guardano il mare e il porto. In centro, con una

Persone citate: Ballarò, Belmonte, Catte, Crudo, Gianluigi Morini, Lanza Filangieri, Marionette, Pinoli, Primavera