Le memorie medioevali di Bobbio nell'antica abbazia dimenticata

Le memorie medioevali di Bobbio nell'antica abbazia dimenticata Le memorie medioevali di Bobbio nell'antica abbazia dimenticata MI stico originario, resta abbastanza da illuminare i momenti salienti della sua illustre storia. Anzi, questo è un momento propizio per le visite, perché la chiesa abbaziale, quella che alla fine del '400 ha sostituito la preesistente protoromanica, è stata appena rimessa a nuovo con otto anni di restauri, per iniziativa del parroco L'abbazia si trova dentro il piccolo borgo medioevale, che conserva anche edifici civili, il più antico adorno di un portico gotico, in Contrada Porta Alcarlna, accanto al palazzo vescovile. Non è difficile raggiungere il complesso monastico. Chi arriva di sabato deve lasciare l'auto fuori dal centro storico, chiuso per il mercato. Va bene nei pressi di piazza S. Francesco, dov'è aperto l'Ufficio turistico (tel. 936.178). La parte più antica che si può individuare dall'esterno è il campanile e una porzione dell'abside, quanto sopravvive della primitiva chiesa dell'abate Agilulfo alla fine del IX secolo. Fu questa l'epoca di maggior splendore, sotto la dominazione dei Franchi, in cui l'abate di Bobbio controlla un territorio che si estende fino al Garda e lo scriptorium produce il «Glossarium Bobiense», che è come un'enciclopedia dell'antichità. Su 150 codici della latinità, 25 ci sono giunti da Bobbio. Veduta prospettica dell'abbazia dt San Colombano. Legenda: A) Chiesa dbbaeìale. B) Campanile e parte dell'originaria chiesa protoromanica. C) Monastero. D) Ala superstite del chiostro trecentesco con il refettorio. E) Museo dell'abbazia. F) Orto oggi giardino pubblico Anche l'interno conserva resti dell'epoca. Il più importante è un mosaico pavimentale di circa 10 metri di lato (inizio XII secolo), che illustra scene bibliche e i mesi dell'anno. E' stato scoperto casualmente al pita¬ MI facciata della chiesa dell'Abcipio di questo secolo e non è altro che il pavimento dell'antica chiesa, mentre quello attuale, che gli fa da volta circa un metro e mezzo al di sopra, impedisce di ammirarlo in dettaglio. Lo si guarda di sbieco, con ssstomm stings. Nella cripta, dove sta il sepolcro di S. Colombiano, è stata sistemata la cancellata in ferro che nella chiesa originale divideva il coro dei monaci dai fedeli. Il prossimo obiettivo del parroco è quello di farla restaurare e riportarla alla luce, dove stava un tempo. -Non esiste al mondo-, sostiene don Giacomo, «un ferro battuto cosi antico di queste dimensioni». La visita della chiesa (che rimane aperta dalla mattina alla sera) è agevolata da pannelli illustrativi sistemati all'ingresso. Tra le cose da vedere le pitture murali di Bernardino Lanzani/ che decorò tutto il tempio all'inizio del Cinquecento. Nello stesso secolo, estimasi la comunità fondata da S.an Colombano e subentrati i benedettini padovani di Santa Giustina, tutta l'abbazia era stata ampiamente restaurata. Ma vedere, dopo la chiesa, il resto dell'abbazia non è facile, perché il monastero fu soppresso dai napoleonici nel 1801 e i codici venduti all'asta. Da circa un secolo è una scuola pubblica. Il lungo porticato della facciata ha un'eleganza brunelleschiana. Davanti le figure capovolte, attraverso una bassa inferriata, ma anche cosi riesce a dare emozione. Le scene di battaglia ispirate al libro dei Maccabei, ricordano quelle dell'arazzo di Bayeux che illustra la battaglia di Ha- DIARIO DI MORINI dorle con lo zucchero, 50 gr di crema pasticciera, le tre uova, il bicchierino di kirsch, il burro. Togliere la pasta sfoglia dal frigorifero, versarvi dentro il composto appena preparato, spianarlo e cuocerlo nel forno a 180" per 20'. Lasciare raffreddare. Nel frattempo amalgamare l'ananas e le ciliegie con la restante crema pasticciera. Estrarre la torta dallo stampo, versarvi dentro il composto appena preparato e spianarlo con attenzione. Battere gli albumi a neve e amalgamarli con 100 gr di zucchero vanigliato. Suddividere la meringa appena ottenuta sulla sommità e sui bordi della torta, ricoprirla con le mandorle sfilettate e spolverare con il restante zucchero vanigliato. Adagiare la torta su una placca di metallo e metterla nel forno a 220° fino a quando la superficie avrà preso colore. Gianluigi Mortai bazia di San Colombano, nel ce ntro più antico di Bobbio gli corrisponde un giardino a siepi che era l'orto dei monaci, un tempo circondato da un muro. L'unica apertura era alle spalle della chiesa per un pozzo cui potevano attingere anche i civili. Il muro è stato abbat- Castel S.Giovanni PIACENZA polveroso, che su un lato ha conservato il portico trecentesco in cotto, sovrastato da una loggetta. Sopra l'architrave si distingue ancora il monito di temperanza «Ne quid nimis» ed entrando si resta colpiti, tra pavimento di linoleum e attrezzi da ginnastica, da un affresco gotico sulla parete di fondo, che rappresenta una grande crocifissione con San Benedetto e San Colombano. In compenso ci si può rallegrare con il museo dell'abbazia, con ingresso sotto il lungo portico esterno. D'estate è tenuto aperto da giovani della parrocchia tutti i giorni (feriali: ore 1112,30 e 17-19; festivi: 1112,30 e 15-19); negli altri periodi solo di domenica. Rivolgersi al parroco (telefono 936.018; oppure 936.951). Lo si può visitare in un'ora: fra le varie antichità si ammirano sculture di epoca longobarda (importante la lapide di S. Cumiano donata da re Liutprando, inizio Vili sec), materiali di epoca romana come una grossa idria di alabastro e una teca d'avorio finemente scolpita con Orfeo che suona la lira, un polittico di Bernardino Luini e una statua lignea di S. Colombano segnata da secoli di intemperie. Per saperne di più su Bobbio e dintorni si trova in edicola una guida scritta dallo studioso locale mons. Michele Tosi (L. 10.000). In ogni caso resta da vedere il Ponte Gobbo, o Ponte Vecchio che attraversa con una dozzina di arcate irregolari il Trebbia. Affacciato sul ponte si trova l'albergo ristorante Cacciatori (tel. 906.267), frequentato anche dal Marchese Malaspina, della casata che ha dominato Bobbio nel medioevo e che oggi possiede una rinomata cantina. Le specialità bobbiesi consigliate dai gestori sono i maccheroni all'ago, i taglierini verdi di ortiche, le lumache, lo stracotto. Vini, naturalmente, Marchese Malaspina, Ma il tema vini tirici si può approfondire presso l'Enoteca, aperta da poco in Contrada Ospedale in una chiesetta del '600 (tel. 932.355). Si prende la via del ritorno con il rammarico che queste pietre, testimoni di un episodio fondamentale della epopea del monachesismo, oggi cosi poco valorizzato, parleranno ancora per poco. Pietro Crivellaro

Luoghi citati: Contrada, Piacenza, San Colombano, Santa Giustina