Corri che ti passa la depressione di Vittorio Wyss

Corri che ti passa la depressione Corri che ti passa la depressione si avvicinano all'oppio e ai suoi derivati, ma hanno un'origine interna all'organismo. Si tratta dei polipeptidi (grosse molecole formate da ben specifiche sequenze di aminoacidi) prodotti soprattutto dalla parte anteriore dell'ipofisi, l'importante ghiandola situata nello spessore della base del cranio, quasi al suo centro. Non è ancora ben conosciuto il loro turnover, ma è certo che queste sostanze sono prodotte in quantità estremamente piccole (l'unità di misura è il Picogrammo, cioè la millesima parte del milligrammo), sono reperibili anche nel sangue periferico (6 10 pg. per millilitro di sangue) e sono dosabili con tecniche molto sensibili (radioimmunologiche). Queste sostanze hanno un'azione morfino-simile e sono dotate non tanto di potere analgesico, quanto di elevata affinità con le cellule cerebrali su cui gli oppiacei svolgono la loro azione principale. Attualmente si distinguono tre classi: le encefaline, le beta endorfine e le dinorfine. 1 Il loro studio sperimentale è. soprattutto nell'uomo, molto difficile e nella congerie di fattori clinici che regolano il metabolismo umano, un procedimento di grande utilità pratica è rappresentato dalla somministrazione di naloxone, una sostanza capace di bloccare l'azione delle endorfine e quindi di porre in evidenza se un certo effetto è conseguenza o no delle endorfine stesse. Un'altra grossa difficoltà a raccogliere dati affidabili deriva dalle diversità negli esperimenti, che impediscono il raffronto dei dati: soggetti di diversissimo valore atletico, dai sedentari ai maratoneti; di diverso grado di allenamento; di sesso diverso; sottoposti a carichi variabili da 20 minuti di corsa su tapis roulant, a 20 chilometri di marcia su strada. I risultati, pur con molte incertezze e contraddizioni, dimostrerebbero che, se l'esercizio dura a sufficienza (da 15 a 90 minuti) e presenta un'intensità piuttosto elevata (intorno all'80 per cento dello sforzo massimo che il soggetto è capace di tollerare per qualcha minuto), nella maggior parte dei casi si osserva un aumento da 1 a 5 volte della concentrazione delle endorfine nel sangue. • Vi sono, però, casi in cui questo aumento non è stato riscontrato e altri in cui il miglioramento dell'umore è comparso nonostante la somministraziorie del naloxone avesse bloccato l'eventuale azione delle endorfine. Ancor più incerto sembra il comportamento delle endorfine nell'allenamento prolungato, anche se la maggior parte dei risultati sperimentali depone per un aumento della loro concentrazione nel sangue perife¬ rico. In queste indagini ha però influito notevolmente il fattore sessuale, nel senso che l'aumento delle endorfine è risultato maggiore negli uomini rispetto alle donne e in queste ultime, anche al di fuori di ogni attività motoria, la produzione di endorfine e quella degli ormoni regolatori del ciclo mestruale si intersecano e, in certo modo, si controllano reciprocamente. Il capitolo di questi oppioidi endogeni è ancora all'inizio. E' certo comunque che Interferiscono sulla ventilazione polmonare massimale, sulla termoregolazione (anche l'azione utile della sauna sarebbe mediata dalle endorfine), sulla percezione di stimoli esterni (ago-puntura). Secondo alcuni studiosi, anche i record atletici sono condizionati dalle endorfine, ma il discorso è ancora ben più da laboratorio che da campo sportivo. Vittorio Wyss