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Giochi Giochi MODENA — Chi dice figurine dice Panini, non ci piove: le figurine Panini sono un fatto economico di notevole peso nel regno della carta stampata italiana, e costituiscono anche una notevole merce di esportatone. I Panini delle figurine sono però anche buoni consiglieri di se stessi per iniziative di prestigio. Anni fa hanno dato il via a una biblioteca specializzata di enigmistica, e mercoledì prossimo, 22 ottobre, inaugureranno un Museo storico della figurina (via Emilio Po 380, 41100 Modena, telefono 059/331.133). Saranno esposti circa 500.000 pezzi dei più diversi tipi, provenienti da tutto il mondo, stampati a partire dal 1860 circa. Nucleo fondamentale sono le figurine Liebig; fanno la parte del leone le figurine Panini stesse, come è giusto; ma largamente rappresentate sono anche figurine storiche, con un'altra storia alle spalle: per nominare un sole caso, quelle dei Tre Moschettieri del concorso Buitoni-Perugina. Accanto alle figurine hanno posto alcuni tra i loro parenti più o meno stretti, oggetto di collezioni meno diffuse ma non meno importanti per la documentazione del costume: immagini ritagliate da scatole di fiammiferi, menù, bolli chiudilettera, calendarietti da barbiere, carte da caramelle. LE opere figurative, che Capogrossi dipinse tra il 1924 e li 1948. già presentate a Spoleto durante l'ultimo Festival dei Due Mondi, sono ora esposte a Roma, nel complesso di S. Michele a Ripa. La mostra è particolarmente interessante perché fa conoscere l'aspetto meno noto del pittore, convertitosi poi, come si sa, all'astrattismo. Inoltre s'inquadra — anzi ne diviene uno del capitoli centrali — in quella revisione, in corso da alcuni anni, della cosiddetta «Scuola romana». Una rivisitazione segnata da varie tappe che hanno riguardato, con mostre pubbliche e private, Scipione, Mafai, la Raphael, Pirandello. Cagli, Ziveri, Fazzini, Cavalli e, proprio in questi giorni, all'Accademia di S. Luca, Janni, a cui seguiranno Trombadori e Francalancia. Un fervore dì studi che culminerà nell'imminente monografia di Maurizio Fagiolo, intitolata Scuola romana, pubblicata da De Luca, editore abituale di tale «scuola». Va aggiunto che la cosa non riguareda soltanto Roma. Per iniziativa della galleria Daverio di Milano è arrivata anche sulle rive del Naviglio. Ed è preannunciato un album, edito da questa galleria, dedicato ai Disegni della Scuola romana, a cura di Osvaldo Patani. Come mai tanto Interesse, oltre tutto spesso piuttosto indiscriminato? Di certo dipende dall'attuale ritorno in auge del figurativo e, naturalmente, pure da ragioni di mercato. Ma, come sottolinea Bruno Mantura nel catalogo della mostra di Capogrossi, deriva anche dal fatto che si trattò di una vicenda non sempre di alto livello ma autentica. Per molti costituì un difficile sofferto passaggio tra la retorica del Novecento e gli echi che giungevano specie da Parigi. Dove, per di più, 11 critico Waldemar George, per una presunta nuova tendenza franco-romana, coniò in quegli anni il suggestivo termine «Ex Roma Mah-Jong è vivo LUDO — Si è formata la Federazione italiana Mah-Jong. Questo gioco, di antica origine cinese, fu introdotto In Italia nel 1923 e in tutta Europa negli Anni 20 fece furore negli ambienti alto-borghesi, soppiantando temporaneamente il bridge. Come succede nel mondo dei giochi, sopravviene poi un brusco cambiamento nella moda: tramontato il gusto per le ^cineserie* il Mah-Jong scompare, ma non muore! Rèsta vivo a Ravenna a livello popolare. Verso il 1954-55 in Europa e in Usa c'è un revival. In Italia la capitale di Mah-Jong resta Ravenna, e da qui comincia a diffondersi a raggiera nella provincia, Lugo, Faenza, e in altre città lontane, portato da ravennati, che lo considerano proprio patrimonio tradizionale. I tasselli d'avorio (paragonabili a un mazzo di 144 carte) vengono ora prodotti in plastica dura, ed è una ditta sempre di Ravenna, la Valvassori, che perfeziona la produzione conquistando anche i mercati esteri. Un grande esperto di giochi italiano, Piero Zama, di Lugo, che gioca a Mah-Jong dall'età di quattro anni, dà un colpo di pollice tecnico alla tradizione. Scrive un libro sul Mah-Jong che dovrebbe essere pubblicato presto da un editore milanese. E' il primo presidente della Federazione. La sede nazionale della Federazione è in corso Garibaldi 23. 48022 .Lugo (Ra). telefono (0545) 31299