Contro i nazisti a Varsavia la vita è teatro

Contro i nazisti a Varsavia la vita è teatro Contro i nazisti a Varsavia la vita è teatro e le crudezze che avvampano tra gli stessi protagonisti della lotta clandestina. Il gioco sul filo della storia a un certo punto sfugge e. con disperazione pirandelliana. Tom non riesce più a controllarne le parti, a tesserne la sua trama. Ciò che doveva rimanere un canovaccio di recita si fa d'improvviso gorgo: il primo attore Cezar è avvelenato in circostanze ambigue. Tola attraversa il gelo della depressione e si allontana, vaga per l'Europa con una coscienza per sempre lacerata. Per il resto, appena velati gli orrori delle camere a gas e delle esecuzioni, la vita torna a proporre gli artifici dei copioni, più veri rispetto a ogni coerenza di ragione: l'attrice collaborazionista interpreta Brecht, SI inventa uno spazio per la recita e il suo fascino può farsi storia, destino: è la nota che anima •Rondò* dello scrittore polacco Kazimierz Brandys. Durante un concerto, ascoltando la musica di Chopin, il protagonista, Tom, sente animarsi interiormente una danza delle idee, e questo motivo egli vive durante la guerra, tra occupazione tedesca e file della Resistenza, in un gioco di specchi. Il sortilegio del racconto sta nella naturalezza che intreccia gli eventi della storia alle fantasie, ai vissuti, ai capricci della seduzione. Il giovane porta un segreto: lo dicono figlio del maresciallo che ha retto lo Stato e anche se l'evidenza è contraria l'alone rimane. Studente a Varsavia negli Anni Trenta, egli non ama che il teatro, e al --cena, a cui partecipa quale silenziosa comparsa, dedica ogni attenzione e pensiero. L'esiguo crinale tra vita e recita si smarrisce al suo incontro con Tola, una giovane attrice che è la figura stessa del desiderio, del suo estenuante movimento. Il caleidoscopio del teatro — e vi rivive la grande tradizione polacca, un'atmosfera di delicata follia — è tutt'uno con quello degli affetti, del trasporti e degli abbandoni Nel cercarsi di Tom e di Tola si visualizzano altre figure, volti enigmatici come 11 primo attore o lineamenti sfuggenti che solo l'identificazione di un momento contribuisce a fissare. L'incostanza della passione è come il presagio della guerra che avanza. Poi l'orrore dei fatti stringe la morsa, i termini si invertono, la realta diviene più tragica della scena. Cosi inizia la regia dello spettacolo di Tom. Dentro il turbine delle azioni egli prepara una «scena di riscatto. per Tola che anche nel suo impegno civile e politico non può essere se non attrice. Nasce « Rondò-. un'organizzazione partigiana che per Tola, ovviamente a sua insaputa, è una parte in commedia e per Tom è azzardo con il desiderio, con la vita. Questa sottile difficoltà tra verità e finzione, fino a non riconoscerne il limite, si snoda tra lo scatenarsi brutale dei conflitti, tra gli'stermini dei nazisti nei ghetto j oJVo'.-. la marxista convinta si scolora nel quotidiano, chi pensava ai contadini in armi sposa un aristocratico. In questa danza spiritata, grottesca, fitta di maschere e di presenze nude, riappare inesauribile la vena dei teatri dell'Est, dove la recita si improvvisa come la vita perché non si riesce a disgiungerle. Brandys conosce e sente questo ritmo, e il fatto che la sua Varsavia sia proposta attraverso il filtro della memoria, di una recherche scapigliata, fa dell'opera un avvenimento letterario straordinario, capace di suscitare i turbamenti e le seduzioni che ne percorrono con insistenza le pagine. Giuliana Morandini Kazimlerz Brandys, «Rondò», edizioni e/o, 280 pagine, 22.000 lire. immagine di nazisti nel ghetto di Varsavia UN singolare percorso che. dalla satira moralistica e dalla disperazione romantica del grande saggista Mariano José de Larra va ai Romances del Duque de Rivas. passando attraverso alcuni modelli di narrativa ottocentesca per terminare poi con la lirica di quel gran maestro della poesia del Novecento che è Juan Ramon Jiménez: tale l'interpretazione offerta da Elena Croce nel suo saggio sul Romanticismo spagnolo. Il volume è intitolato II Romanticismo spagnolo. La splendida eredità di un Romanticismo povero, e nel sottotitolo si spiega una visione della letteratura spagnola colta nella sua discontinuità: nella povertà e nella ricchezza, nei vuoti e nei pieni. Si tratta di un'Interpretazione singolare e interessante, anche se si può non concordare Interamente su alcune delle concezioni su cui si fonda: per esempio. sull'immagine del romanticismo spagnolo come «frutto tardivo., secondo la ben nota opinione di Menéndez Pidal. e sulla povertà del romanticismo stesso. Esse andrebbero chiarite, almeno per il pubblico italiano, sottolineando come proprio quei .frutti tardivi», destinati ad avere .per la loro tarda maturità-, .una Un saggio di Elena Croce

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