Speciale
Speciale Speciale Una storia del Nobel John Updike in una caricatura di Levine (Copyright N.Y. Review o( Boote. Opera Mundi e per l'Italia .La Stampa.) religiosi, 11 ritiro precipitoso da edicole e supermercati, di giornali e pubblicazioni (dagli opuscoli per teenagers alle riviste del rock "n" roll) messi all'indice dalle nuove Chiese cristiane. Ma la letteratura e le pubblicazioni serie non hanno mai toccato un argomento che evidentemente provoca disagio. Dunque bravo Updike. Lo fa per primo, e provoca sensazione. La questione religiosa s'incrocia con la cultura, tocca la liberta, i libri, il privato delle persone, e sul campo c'è il grande scrittore pronto alla sfida. Ma è questa davvero la motivazione, la ragione poetica, linguistica, e di organizzazione del nuovo libro di Updike? ¥ * Propongo una piccola inchiesta, un modesto esercizio su indizi che portano a una pista diversa. La pista è questa: il libro di Updike intende essere la risposta americana al Nome della rosa. Intende soprattutto essere 11 gesto di Updike che si toglie dallo stomaco Umberto Eco. Quali sono gli indizi? Il primo è l'insolito labirinto di enciclopedismo in cui Roger, il professore alter ego dello scrittore, si incammina dentro la vita, l'università e la conoscenza. Roger da qualche parte ha letto di Guglielmo di Baskerville, della sua rischiosa passione di monaco indagatore. Guglielmo ha lasciato detto che se intorno a un cadavere sospetti un mistero, non devi perdere tempo (o almeno non tutto il tempo) a esaminare le circostanze immediate, come un piccolo poliziotto. Cerchi invece il quadro di riferimento culturale, il punto, lontano e diverso, che ha ispirato e reso «necessarie» certe azioni. Cerchi in biblioteca la risposta che gli altri si affannano a trovare sul campo. Come Guglielmo Roger punta subito verso una visione allargata e comples¬ NEW YORK — Può succedere che uno scrittore di grande prestigio, uno dei grandi nel suo Paese, uno dei primi tre americani che chiunque nominerebbe nel mondo, si ritenga colpito (credo che «ferito» sia la parola) dall'incursione nel suo Paese e poi dal successo immenso di uno straniero, e che questo fatto lo abbia' toccato al punto da cambiare 1 suoi' piani, da indurlo a concepire e scrivere un libro come risposta, reazione, vendetta? Roger's Version — l'ultimo romanzo di John Updike — parla di religione e di computers, di misteri teologici e di dibattiti sulla conoscenza, sulla fede, sulla vita. Un duello si incrocia fra un disincantato docente di religione che si trova all'improvviso spiazzato da un periodo di grandi revlvals religiosi, e un tecnico della conoscenza e dei computers, toccato nella sua qualità di specialista dal revival, che afferma: «£' tutto nel blue print della scienza, la rivelazione esiste dentro ciò che già conosciamo e che possiamo conoscere. Nel computer c'è Dio, o almeno il percorso verso Dio». Per la critica americana il discorso è semplice. Come scrive Updike? Straordinariamente bene, e la sua lingua, in Roger's Version, è pura, distaccata, un poco elitaria, un poco accademica, ma piena di grazia e di chiarezza. Come sempre e forse di più, Updike realizza quel suo andare e venire dal quotidiano allo straordinario, dalla routine, famiIlare, affettiva, di cucina e di letto, del suburbio universitario (come in tutti i libri americani di vita universitaria c'è più letto, e più ossessione del letto, che in ogni corrispondente libro europeo) al dibattito su Dio, l'esistenza, il mondo. Secoli di lacrime PARIGI — Una curiosa novità nella vetrina del libraio. Histoire des larmes di Anne Vincent-Buffault, uscito da Rivages, risale i torrenti di pianto che hanno attraversato pagine letterarie, vicende storiche e casi privati, dal '700 a oggi, per descrivere come è cambiata la nostra sensibilità. Il secolo dei lumi, razionale per definizione, non aveva vergogna di piangere; la Rivoluzione dcll'89 mesco'ò lacrime e sangue. Ma l'8O0, con il romanticismo e la società industriale, impose come valore l'impassibilità: il dolore era un sentimento privato e nascosto dell'uomo, le lacrime erano permesse solo alle donne e ai bambini, segno di debolezza e inferiorità. Un ghetto best seller 11 ghetto di Venezia si trova al centro di una imprevedibile ventata di interesse. Si è riaperto questa estate il museo del ghetto in una antica sinagoga, Frutterò e Luccntini lo hanno scelto come sfondo per un capitolo del loro nuovo romanzo. Ed è diventato un sorprendente bestseller // ghetto di Venezii di Riccardo Calimani, apparso alla fine dello scorso anno da Rusconi e giunto in pochi mesi alla quinta edizione, oltre 40 mila copie vendute. Mentre l'editore prepara la sesta edizione, questa pr/ma storia del ghetto e già stata acquistata da due editori stranieri: Evans per gli Stati Uniti, Claassen per la Germania occidentale. E' un altro saggio italiano che comincia il giro del mondo. * * Come si lega Updike all'America? Con finezza e attenzione, come sempre. E" vero o non è vero che l'America in questi anni è percorsa da una grande febbre religiosa? E' vero, e Updike è il primo autore importante che finalmente ne prende nota. Cinema e tv, letteratura e rispettabili .revìews. (Atlantic, Harper's, New Yorker) dove svernano gli scrittori fra un libro e l'altro, finora sono stati alla larga. Articoli di cronaca politica e flash di televisione si insejuono sempre più fitti, cercando di spiegare i voti del congresso, la posizione rigorosamente anti-aborto di un presidente che prima d'ora, nella sua vita, è sempre stato «laico», la nomina alla corte suprema di giudici approvati dai nuovi, imponenti gruppi
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