Riscoprire i greci con Gramsci e Sherlock Holmes

Riscoprire i greci Gi Riscoprire i greci Gi pgcoii Gramsci e Sherlock Holmes ne giudice corretto: ne segnala e apprezza il lucido tradizionalismo politico, ne sottolinea la tenacia, l'abilità, la spregiudicatezza. Se dopo la vittoria a Cheronea nel 338 a. C. su Ateniesi e Tebani, Filippo si ubriacò felice, questo significa che contro il re macedone Demostene aveva messo in piedi una coalizione temibile, che la partita non era affatto persa, come ritengono i moderni profeti. Luciano Canfora si colloca come critico a metà strada fra l'iconoclasta e il detective: abbatte le immagini che non devono essere idolatrate, investiga sugli interessi nascosti, scopre i giochi del do ut des, le celate intenzioni (o colpe) dove tutto sembrava essere innocente. Si deve a lui se la Costituzione di Atene, un libello attribuito al cosiddetto Vecchio Oligarca (identificabile per Canfora nel tiranno Crizia), si è rivelata non un cnologia» di Pacey prodotto asettico, una serie di rassegnate riflessioni, ma un appello agli aristocratici contro il demo, un vero e proprio preludio al colpo di Stato. Sempre Canfora ha tolto a Senofonte la maschera dell'uomo per bene, del modello di sana condotta morale, dimostrando come fosse pesantemente implicato nei fatti di sangue che sconvolsero l'Atene dei Trenta tiranni. (Confronta La democrazia come violenza, e Storie di oligarchi, editi entrambi da Sellerio). Alle spalle di questa nuova indagine che vede la scena tragica come strumento oligarchico, la storiografia come mezzo propagandistico della democrazia ateniese, che ben coglie le accorte manovre e suddivisioni di compiti tra gli oratori leader e gli oratori pedine nei gruppi politici, si avverte la consuetudine con Gramsci. Ma il discorso sull'intellettuale e l'organizzazione della cul¬ tura ad Atene presuppone, anche, mi pare, saggi come Scrittori e popolo (1965), Intellettuali e classe operaia (1974) di Asor Rosa. Sul piano biografico Canfora ha sicuramente ragione: egli accerta e dimostra i legami, i calcoli, gli interessi di parte: sommuove così e sollecita il dibattito, ■ apre panorami sconosciuti, pone, in' evidenza lati insospettabili nell'attività di uno scrittore. Ha dalla sua, in tale scavo, un'arma formidabile: la padronanza dei testi, dei documenti, della bibliografia. Per fare luce su grandi e minori, Canfora ricorre a fonti disparate, si richiama a leggi, decreti, lamelle di piombo, papiri, glossatori, grammatici, compilatori: accanto à eruditi ben noti come Pausania o Diogene Laerzio ripesca l'Anonimo londinese, Apollodoro di Atene, Zosimo d'Ascalona. Chi voglia cercare nel suo lavoro giudizi estetici o stilistici rimarrà deluso: la ricerca da lui condotta riguarda le ideologie, non le opere. Questo spiega l'assenza di interesse per Mimnertoo, la minima attenzione rivolta al pensiero di Platone filosofo, il largo spazio riservato a personaggi per noi di scarso spicco letterario, come Crizia e Filisto. Ed è, in un certo senso, «Richiamo selvaggio» di R. D. Lawrence

Persone citate: Asor Rosa, Canfora, Diogene Laerzio, Gramsci, Luciano Canfora, Platone, Sellerio, Sherlock Holmes

Luoghi citati: Atene