Un kolossal da cinquanta miliardi

Un kolossal da cinquanta miliardi Un kolossal da cinquanta miliardi ROMA — Il kolossal televisivo «Pietro il grande», tratto dalla biografia di Robert Massie apparirà in tv da giovedì prossimo diviso in quattro puntate di novanta minuti rum», ciascuna con un suo titolo, proprio come se fossero tanti film autonomi. Lo sceneggiato ripercorre l'intera vita dello zar dal 1672 al 1725 ricorrendo al solito espediente dell'io narrante. Solo che in questo caso, invece di un osservatore esterno, a raccontare i fatti è lo zar in persona. L'impresa televisiva è costata SO miliardi. In che cosa si allontana dal libro con cui Massie ha vinto il premio Pulitzer? Pochissime le differenze. Rosanella Lello Nogara, il funzionario della Rai che si è occupato di curarne l'edizione italiana, spiega che il libro era talmente fascinoso e godibile da J*»lili'rS!fl(!S»«rfluo,.uao.speciale trattamento cinematografico 'ilettra matita. '«Eertrsi pur.Tispetttnirtene la cornice storica; riente rJÉfettj accia Kljucj La figura del filosofo e una p la sceneggiatura ha sottolineato con particolare furbizia gli aspetti privati del personaggio. Il contrasto tra padre e figlio per esempio ha Ioni freudiani, cosi come assai intrigante è il rapporto tra Pietro e Caterina. la donna che poi sposa in seconde nozze». Tagli ne sono stati farti pochissimi: solo alla fine, mentre il libro si chiude con gli ultimi eventi della vita di Pietro il Grande, questo sceneggiato della Nbc si chiude con la proclamazione di Caterina a Imperatrice di tutte le Russie. Girato nell'85 con una attenta ricostruzione della Russia di quegli anni curata soprattutto dalla fotografia di Vittorio St >raro, nonostante l'accordo tra americani e russi, la troupe è andata incontro a infiniti problemi. Nessuna questione poliika, però, solo difficoltà meteorologiche: troppo freddo lWdfH!tioJ[iiSSa!^e=imJfiraQ "«SftiM colpito anche questa vutta; ih stoJisttuu .anoila -alobr si.ro. ; pubblicazione contestata soluta sincerità in se stesso, presentandosi a nudo con passioni e debolezze? Non penso che sia solo il timore di offuscare l'immagine di Wittgenstein a determinare il rifiuto dei curatori. Infatti, se il Diario fosse l'unica fonte per capire l'uomo Wittgenstein e cogliere, attraverso le confessioni segrete, la radice esistenziale della sua opera, allora avrebbe qualche senso la denuncia di 'Un'assurda censura che offende i diritti di informazione culturale del pubblico di tutto il mondo». Ma non è cosi. Anche per merito dei vilipesi curatori, l'«uomo» Wittgenstein (come la sua opera) è noto da tempo. Si sa quanto gli epistolari (ad esempio, con Engelmann e von Ficker), le biografie, le testimonianze sulla sua vita ci hanno già detto circa la sua tormentata religiosità, le stranezze ed asprezze di carattere, l'omosessualità sentita come colpa. Il Diario non aggiunge nulla. Cosi, in questo caso, il diritto all'informazione può essere limitato, senza scandalo, dal diritto di chi è morto a che non venga dato in pasto allacuriosità morbosa ciò ch'egli aveva confessato solo a sé e per sé. Francesco Barone

Persone citate: Engelmann, Francesco Barone, Lello Nogara, Pulitzer, Robert Massie, Wittgenstein

Luoghi citati: Roma, Russia