II finalista va all'esame degli studenti di Milena Milani

Nella nobile e antica Penne una formula diversa per il premio letterario ■ Nella nobile e antica Penne una formula diversa per il premio letterario ■ II finalista va all'esame degli studenti Tre i romanzieri sc PENNE (Pescara) — Su e giù per le due colline dove sorge la città, a circa 400 metri di altezza, con le sue torri antichissime contro il cielo, in un paesaggio nobile e austero. Qui si aggirava la dea Vesta, la quale, secondo la leggenda, portava in testa delle penne. La città prese forse ti nome da quell'acconciatura, il fatto è che fu capitale del territorio dei Vestini, un popolo della stirpe oscoumbra; poi, attraverso i secoli, eccoci a quella attuale, che ha conservato una straordinaria omogeneità dalle strade alle abitazioni, con i suoi mattoni rossicci, quel cotto poetico e caldo, che sembra trattenere i raggi del sole. Me ne vado nelle curve della Salita dell'Annunziata, anch'essa in cotto, salgo e scendo, e sto pensando al destino singolare di Penne (il sindaco è Ettore Modesti, de), oggi all'avanguardia nel rilancio artistico e letterario, da fare in¬ scelti: Burdin, Cassieri e vidia a centri più importanti in Italia e fuori. A fine estate, a Palazzo Aliprandi, ci fu la grande mostra dedicata a Remo Brindisi, 120 opere dell'artista di origine abruzzese, uno dei maggiori protagonisti dell'arte italiana contemporanea; adesso ecco il premio di narrativa .Città di Penne', presieduto da Mario Sansone, con i suol tre finalisti: Francesco Burdin, •L'amoroso. (Rusconi); Giuseppe Cassieri, .Diario di un convertito. (Mondadori); Claudio Marabini, .Viaggio all'alba. (Rizzoli). Tre romanzi notevoli, tra i quali una giuria popolare, composta da 200 membri, deciderà il vincitore assoluto, ma prima incontrerà separatamente ogni finalista. Questa è l'ottava edizione del premio e ogni anno gli scrittori vengono a Penne per conoscere soprattutto gli studenti. Da queste parti ricevono accoglienze più entusiastiche Marabini - Ciascuno si incontrerà con 130 al dei calciatori o degli attori; la gente parteggia per questo o per quel candidato, discute di Giorgio Bassani, o di Mario Luzi, ammira Mario Soldati, o Annamaria Ortese. Non sapevo che la giuria popolare fosse composta in massima parte da ragazzi, ne parlo con il poeta Igino Creati, operatore culturale e professore d'italiano e storia all'istituto tecnico commerciale Guglielmo Marconi. .Sono 130 giovani del triennio delle scuole medie superiori di Penne, molto preparati. Quando ogni scrittore finalista va nelle scuole è davvero una festa. La letteratura non mania in cattedra, ma avviene come una fusione, un legame tra le due parti. Devo dire che gli studenti fanno anche tante domande, hanno voglia di sapere. Gli scrittori sono sorpresi dell'interesse suscitato. Quest'anno il gran finale del premio sarà il 30 novembre prossimo, ma nei due giorni precedenti avremo un convegno, patrocinato dall'Associazione nazionale dei Critici Letterari, sul tema "La crisi del romanzo e i giovani lettori".. Ma è davvero in crisi la narrativa? A Penne sembra di no, questa è una città da racconto, il Gran Sasso è poco lontano, si respira aria salubre, la popolazione parla di un suo famoso figlio. Luca de Penna, che era segretario del Papa in Avignone, come se fosse vivo. Era il 1374 e Francesco Petrarca dai CoUi Euganei gli scriveva una lettera chilometrica, nella quale faceva una specie di autobiografia, insomma il Petrarca si confessava al .dotto e sapiente, de Penna. Erano tutti e due vecchi, amavano la poesia, la cultura, Petrarca mori quello stesso anno in cui scrisse la lettera, che iniziava cosi: •Franciscus Petrarca Lucae de Penna sai u te m* e poi: « Comincio dal allievi delle superiori chiederti perdono dell'usare che teco io faccio di questo mio stile Che sorprendenti persone entrambi, il Petrarca gli dava del tu e si meravigliava perché l'amico Luca aveva usato invece il voi, e poi andava avanti parlando lungamente dei libri di Cicerone che aveva perduto, per averli prestati a un suo maestro di grammatica, il quale, spinto dal bisogno, li aveva venduti. Insomma un vero romanzo, una sorta di giallo, dove il terzo protagonista, Cicerone, forse poteva trovarsi nella biblioteca del Pontefice. .Ma perché sto menando il can per l'aia?, si chiedeva a un certo punto Petrarca, ma intanto ci lasciava un'affascinante testimonianza della sua vita. Quella che adesso anche noi conosciamo, per merito della coltissima città di Penne, che ce l'ha tramandata nei secoli. Milena Milani

Luoghi citati: Avignone, Italia, Penne, Pescara