Questo paroliere arrivava dall'Olimpo

Concerto commemorativo dedicato alle musiche ispirate a Wolfgang Goethe Concerto commemorativo dedicato alle musiche ispirate a Wolfgang Goethe Questo paroliere arrivava dall'Olimpo L'Italia ricorda il soggiorno del poeta (200 anni Goethe fu a suo tempo l'ispiratore. Incapace in fondo di comprendere la grandezza di Beethoven e di Schubert, torse a causa della netta posizione antiromantica assunta negli anni della maturità, Goethe si trovò sempre al centro dell'attenzione dei musicisti e si può dire che quasi suo malgrado si trovò ad esercitare un influsso straordinario almeno su tre generazioni di compositori. Il concerto palermitano mostrava stupendamente la ricchezza e la varietà di quegli influssi a partire da quella Ouverture, per Hermann und Dorothea che Schumann scrìsse nel 1851 per un progetto poi accantonato di Singspiel. Curioso documento di una sorta di autoidentificazione questa partitura: perché Schumann sembra trasporre negli amorì contrastati della coppia di questo idillio borghese la vicenda sua e di Clara Wieck, sicché i piari della storia e del privalo si fondono cunosamente e la citazione iniziale del tema della Marsigliese, attraverso meandri sempre più in¬ PALERMO — Nel settembre del 1786 Goethe sotto un falso nome lasciò Weimar per iniziare quel viaggio in Italia che avrebbe narrato quarant'anni dopo in un celebre libro. Eccoci dunque al bicentenario di quell'impresa e non è che gli specialisti dei calendari non se ne siano accorti; il viaggio in Italia di Goethe promette anzi sul piano delle celebrazioni molto bene. Prima di tutto perché durò un paio d'anni e poi perché avendo toccato numerose città offre occasioni rievocative in gran numero. A Palermo, dove Goethe giunse nel 1787, le rievocazioni sono partite con un po' di anticipo con seminari letterari organizzati dal Goethe Institut, mostre fotografiche ed altro ma è sul piano musicale che di Goethe si e colta l'immagine più straordinaria riflessa attraverso le ope'e di Schumann é di Mendelssohn. L'Orchestra sinfonica siciliana ha deciso infatti di inaugurare la propria stagione con un concerto di musiche delle quali fa) nel nostro Paese - A Palermo composizioni di Schuinann e Mendelssohn volta una voce capace di scioglierle dalla fissità un po' gelida dell'iconografia e cosi cominciava ad inverarsi il destino dell'epoca romantica che avrebbe visto la musica diventare la protagonista assoluta di ogni racconto. In fondo che poteva fare di meglio il vecchio Goethe che offrire ai musicisti l'opportunità di recare l'arte dei suoni a livelli r.iai raggiunti in precedenza? Sta di fatto che mai come in questa partitura, cosi aperta a tutti i venti dell'ispirazione romantica. Mendelssohn fu vicino all'immaginazione sonora incandescente di Berlioz ed è un vero peccato che questo superbo esemplare della letteratura musicale romantica sia cosi poco conosciuto. A tanta trascuratela hanno posto per una volta rimedio l'eccellente Orchestra Sinfonica Siciliana e l'ottimo Coro della Radio di Cracovia posti sotto la direzione quanto mai ispirata di Gabriele Ferro. chestra di Mendelssohn, che la poesia di Goethe accende uno dei suoi fuochi più luminosi ed intensamente crepitanti. La ballata che Zelter, il musicista amico e confidente di Goethe, aveva cercato più volte ed invano di musicare, capitò finalmente nel 1831 fra le mani del giovane Mendelssohn che a Roma, anche lui durante il suo viaggio in Italia, seppe infondere un formidabile respiro sonerò a quel racconto di riti pagani e cristiani dell'antica Germania. Con la forza visionaria che gli consentiva di penetrare nei regni della fantasia di Shakespeare o nei paesaggi dell'Italia o della Scozia individuandone a colpo sicuro le vibrazioni più intime, Mendelssohn seppe cogliere nella ballata, di Goethe le ombre fantastiche e conferire loro un'evidenza musicale assoluta. Sembrò addirittura che quelle fumose immagini di strepiti notturni, di mascherate internali e di altre diavolerìe tratteggiate non senza ironia, trovassero per la prima timi ed originali, viene recata su terreni musicali incredibilmente fertili e fantasiosi. Uno spunto ben più consistente Schumann lo trasse dal Wilhelm Meister componendo nel 1849 il Requiem tur Mignon per coro, voci soliste e orchestra. SI può dire che quest'opera nasce nella sua concisa e sublime bellezza da alcune briciole dal grande racconto di Goethe. Pochi versi, perfino leggermente manierati e non esenti da tracce di rituale massonico, dedicati ai funerali della piccola Mignon, si trasformano in un canto alterno di orchestra 6 solisti di indicibile struggimento, andando ben al di là delle intenzioni di Goethe. L'anima romantica, in questo caso quella di Schumann, gli aveva giocato un altro tiro del tipo di quello óeWErlkonig di Schubert, reo, agli occhi del poeu olimpio, di aver trasformato «in tragedia una canzone da lavandaia». E' però con la Erste Walpurgisr.acht. ballata per soli, coro e or¬ Enzo Restagno