UOMO,NON UCCIDERE OGGI di Marco Tosatti

Ad Assisi lo storico incontro interconfessionale promette al mondo una speranza Ad Assisi lo storico incontro interconfessionale promette al mondo una speranza UOMO, NON UCCIDERE OGGI Wojtyla implora una giornata di pace Con i cristiani i bahaisti, i buddisti, gli ebrei, i giainisti, gli indù, i musulmani, gli shintoisti, i sikh e i rappresentanti della religione amerinda (indiani d'America provenienti dagli Usa) e delle religioni tradizionali africane - Accanto al Papa l'arcivescovo di Canterbury, il metropolita di Kiev, il leader buddista del Giappone e un islamico-libico CITTA DFL VATICANO — Assisi è il capolavoro diplomatico di Giovanni Paolo II, il risultato — e nello stesso tempo la chiave di lettura — di un papato di viaggi e d'immagine, il gesto più clamoroso di un pontificato di cui restano, come flash abbaglianti, momenti e immagini. Non sarebbe stato possibile riunire esponenti di religioni cosi diverse, e talvolta espressione di conflitti storici, se non ci fossero stati gesti di grande valore simbolico: la preghiera nella chiesa luterana di Roma, la visita alla sinagoga, rincontro con i giovani musulmani a Casablanca, l'atto di riconciliazione e perdono del Papa con colui che ha cercato di ucciderlo. E poi gli incontri, ripetuti puntualmente in ogni viaggio, con i fedeli di altre religioni. Diffidenze, ostilità, incomprensioni non sono state sempre vinte o superate: ma sette anni di sforzi per umanizzare la figura una volta còsi lontana e ieratica del capo della Chiesa cattolica hanno spianato la strada, hanno reso possibile un invito che in altri tempi sarebbe stato semplicemente impensabile. Cosi è anche per l'appello a una «tregua di Dio- mondiale. Sia per l'incontro, che per la tregua, il Papa ha mobilitato tutte le sue divisioni: la diplomazia e le Chiese locali vitalizzate, forse in maniera effimera, forse no,. dalle sue visite pastorali. Che certamente hanno prodotto sui \ cattolici locali un riverbero 1 positivo, un riflesso deU'lm1 magine proiettata dal Papa, specialmente nel Paesi del Terzo Mondo. L'incontro di Assisi è anche un riconoscimento all'importanza della struttura temporale della Chiesa. Non c'è per ora una controprova, ma basta guardare la lista del partecipanti per capire che solo una •macchina» specializzata e collaudata, lavorando a tempo pieno, avrebbe potuto portare a termine la preparazione di un avvenimento che «Il Sabato» ha definito «la prima volta dopo la Torre di Babele». E' comunque significativo U fatto che solo la Chiesa di Roma abbia avuto il coraggio di correre questo rischia E indipendentemente dal successo riscosso dall'appello alla tregua, l'opera capillare di 113 nunzi ha di sicuro reso piti efficace l'ascolto presso i governi. La Chiesa non ha divisioni, ma Assisi è il massimo tentativo compiuto finora di usare le armi dell'immagine e della comunicazione contro le armi reali. Uno dei rischi più profondi dell'iniziativa e dell'appello alla tregua si cela proprio in questo. La dimensione spettacolare del papato attuale, e soprattutto del suo stile di viaggi, ha fatto si che U messaggio religioso e morale sia spesso proiettato, più o meno inconsciamente, sul piano deUo spettacolo, dell'indice di ascolto, del consen so. M Marco Tosatti (Segue a pag. 2 - 8* col.). • Sull'Incontro storico di Assisi, pubblichiamo lo testimonianze di: Mario Agnos, direttore de •L'Osservatore Romano». Elio Tonfi, rabbino capo della Comunità Israelitica di Roma. Mathodloa Fouyat, arcivescovo di Thyateira e.Gran Bretagna, rappresentante del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Ramsohnl Purohlt. Maestro gandhiano della Casa della Pace di Jaipur. Augustine Thottakara, direttore del Centro Studi Indiani e Interreligiosi. Mohamed Nureddln, Imam del Centro Islamico Italiano. Antonino Zichichi, scienziato. BEIRUT — Una carica esplosiva ha ferito leggermente nel tardo pomeriggio di sabato a Beirut Est una funzionarla dell'Istituto Italiano di Cultura, Annamaria Choukeir, di 3$ anni. L'attentato è avvenuto vicino all'ambasciata d'Italia. La Choukeir aveva appena lasciato il lavoro ed era salita su una Volkswagen con targa diplomatica, quando è avvenuta l'esplosione. La carica era stata lasciata sotto la vettura. La funzionarla è rimasta ferita a un braccio e alle gambe e dopo essere stata medicata ha fatto ritorno a casa. La scorsa settimana una regge. Si è degradato da sé. Persino Reagan e Gorbaciov, nonostante i giochi «di scenario», ne sono convinti. La «coscienza della pace» comporta, indivisibili, le due dimensioni della preghiera e del dialogo, cioè di una cultura veramente nuova per tutti i negoziati possibili. La scienza, la cultura, l'emergenza tragica del Terzo Mondo, il Sud schiavo per fame del Nord mondiale, vengono anche per i laici e i non credenti a coincidere con la teologia della pace che soprattutto dagli inizi del secolo fino ad oggi è andata emergendo sia come rinnovamento dinamico delle Chiese confrontate sul Vangelo, sia come nuova fisiologia positiva dell'intera società. Dalla condanna dell'.inutile strage» di Benedetto XV (che in realtà, in questo, è il vero predecessore di Papa Roncalli, di Paolo VI, di Giovanni Paolo n rispetto alla pace) la Chiesa, tutte le Chiese, sono andate gradualmente rinnovandosi su questo impegno. Si sono sfidate a convertirsi alla pace esse che furono per secoli maestre «in nome di Dio», del «Dio lo vuole! » — di guerre e stragi ora sopportate, spesso benedette, qualche volta programmate in proprio. Oggi l'ecumenismo fra le confessioni cristiane, che conservano non poche difficoltà per l'unità almeno sui versanti dogmatico e sacramentale, è comunque sfidato dal mistero della storia e dai rischi della cronaca, dopo Hiroshima ed Auschwitz, a trovare nell'impegno della pace fra tutti i popoli la base univerNazareno Fabbretti (Segue a pag. 2-8' col.)