Allegra gente, non ti «sveglieremo morti»

Il medico legale afferma che la scienza è in grado di scongiurare ogni errore Il medico legale afferma che la scienza è in grado di scongiurare ogni errore Allegra genie, non ti «sveglieremo morti» Soltanto aneddoti Tra le antiche paure che l'uomo moderno non ha saputo cancellore vi è certo quella del risveglio nella tomba. Le domande che a questo proposito vengono continuamente rivolte al tecnici del settore sono un significativo cam. panello d'allarme. Poiché si tratta di apprensioni del tutto Ingiustificate, merita di chiarire II problema. Gli antropologi insistono sul fatto che le usanze funerarie di popolazioni ed epoche tra loro disunii ed incupendomi siano In parte almeno determinata dal timore di incorrere In tragici errori. Si riferiscano alla sistemazione delle salme all'aperto, oppure all'abbandono in mare su di un'Imbarcazione come avveniva secoli fa sulle coste inglesi, svedesi e norvegesi ma anche In tempi recenti sulle rive dello Zambesi ed in Nuova Guinea. Per rimanere nel mondo classi co, senza una slmile preoccupa zione sarebbe difficile compren dare il rito dell'antica Roma di esporre il cadavere per più di una settimana nell'atrio di casa ed amputargli poi un dito prima di sistemarlo sul rogo funerario. ti macabri e troppe le Da questi e da numerosissimi altri esempi risulta che II problema, nel corso del secoli, è stato sempre II medesimo: evitare di non riconoscere In tempo un caso di morte apparente e di seppellire quindi II malcapitato. Le favole popolari sono ricche di esempi. Successive ricognizioni avrebbero provato che all'Imperatore bizantino Zenone sarebbe toccata questa spaventosa avventura. Simile il caso del filosofo Giovanni Duns Scoto, deceduto a Colonia nel 1308 e sepolto nella chiesa del frati minori. All'atto di una successiva traslazione il cadavere sarebbe stato trovato con le braccia ferite da morsi che egli si sarebbe Infarto per la disperazione di essersi risvegliato nella bara. Questi sono però evidenti esempi della mancata conoscenza del più banali fenomeni provocati dalla nutrefazipno. E' proprio qi-esta ignoranza a sollevare clairw-i al ripetersi della osservaziono di un caso di «parto nella bara». SI tratta dall'espulsione del cadavere del feto dall'utero prodotta dalla tensione addominale del gas putrefattivi nella salma materna. ggende alimentano l Meno facile spiegare il risveglio' dal creduto morto in circostanze particolari. Si dica che II celebra anatomista Andrea Vesallo, medico personale di Carlo V e di Filippo II, abbia sottoposto a dissezione e con ciò ucciso un Grande di Spagna semplicemente svenuto. SI dice ancora che l'abate settecentesco Antoine Francois Prévost, autore del romanzo «Manon LescauU, sia stato trovato nel bosco parigino di Chantilly «privo di moto e di sentimento» e che pertanto sia stato creduto morto. Quando peri un incauto settore «mise II ferro nel misero apoplettico un grido del paziente lo ammoni del suo Inganno: l'abati Prevost non rivide la luce che per conoscere l'errore del suo stato». (Mlsslrinl, 1837). Sono leggenda demolita dalla critica sci enti fi ce. Anche Torino fu sede di episodi che ebbero risonanza. Viene segnalato II caso di un detenuto Impiccato II 14 marzo 18S3 il quale, una volta deposto dalla forca e trasferito al cimitero In una bara, diede segno di vita con un colpo di tosse. Soccorso visse ancora per qualche ora. SI tratta di un fenomeno regl- a paura di finire sotto strato anche In altre occasioni. Nell'esposizione del 1898 al Valentino fu esibito un microfono tombale capace di mettere In comunicazione l'Intorno della cassa con l'abitazione dal custode del cimitero. Scrupoli inutili, giacché sin dall'11 settembre 1777 un manifesto senatorio dello Stato sardo-piemontese vietò II seppellimento prima delle ventlquattr'ore dalla constatazione dell'avvenuto decesso e prima delle quarantott'ore In caso di morta improvvisa. Questa disposizione recepita dalla legislazione del giovane regno d'Italia non solo consente il •risveglio» di un eventuale «addormentato» ma permette che si rendano evidenti I clamorosi sagni della morta carta. A fronte della comparsa di questi diventano del tutto Inutili la numerosissime tecniche proposta per la dimostrazione della realtà della morta. Basta ricordare l'immobilità di un ago Infisso nel quinto spazio Intercostale sinistro cosi da raggiungere II cuore, Il taglio di una vena o di un'arteria o la deposizione di una goccia d'acqua sulla regione precordiale cosi da evidenziare le più fini vibrazio¬ o terra ancora vivi ni. Sono prove superflue che tuttavia colpiscono anche persone di grande Intelletto — quale ad esempio i addirittura Alfred Nobel — che disposero venissero effettuate su di loro. Oggi le tecniche di rilievo della morte, grazie anche all'Impiego di strumenti perfezionati che consentono di stabilire la persistenza dell'attività cardiaca e cerebrale, escludono ogni probabilità di errore e consentono accertamenti precocissimi cosi da permettere II prelievo di organi a fine di trapianto. Vaia forse la pana di aggiungere por 1 più Umorosi che comunque nella bara i contenuto cosi poco ossigeno da Impedirà la vita anche soltanto per II tempo necessario par II «risveglio». Solo a livello di battuta può essera ripresa l'esclamazione del BrouardeL grande medico legala francese dal secolo acorso, che saputo dalla precipitazione con la quale dopo sei-otto ore avvenivano allora la Inumazioni in Spagna a Portogallo, esclamò: «In questi Paesi non bisogna dormire poi troppo!». Pier Luigi Easma Bollono Università di Torino

Persone citate: Alfred Nobel, Andrea Vesallo, Antoine Francois Prévost, Carlo V, Giovanni Duns Scoto, Manon, Pier Luigi Easma, Prevost

Luoghi citati: Italia, Nuova Guinea, Portogallo, Roma, Spagna, Torino