La Germania aristocratica e la musica d'avanguardia

La Germania aristocratica eia musica d'avanguardia La Germania aristocratica eia musica d'avanguardia lismo aggiornato che non riesce a nascondere il sembiante accademico. Sul versante della stasi, ma una stasi venata di sottilissime inquietudini, viene fuori il compositore capace di-illuminazioni geniali, che sa inventare delle trame situate ai bordi estremi dello spazio musicale, in una zona fascinosamente ambigua nella quale il suono, smussato ed attutito, pare sul punto di confondersi col rumore. Tra le proposte dei concerti successivi possiamo segnalare le Wandlungen di Emanuel Nunes, cinque Passacaglie per 25 strumenti e .live-elettronic» nelle quali il più classico dei contrappunti viene recato a risultati spaziali sbalorditivi per eleganza, agilità e precisione. Non oltre la cronaca degli avvenimenti decorosi vanno Era madrugada dell'inglese Simon Holt e Calles y suehos dello spagnolo Enrique Raxach, due componimenti ispirati entrambi dai versi di Garcia Lorca, ai quali bisogna aggiungere come curiosità Jardins paradoxaux del tedesco Kalizke, un lavoro assai complicato e non di rado fumoso nel quale l'idea germinale è data da una poesia di Cesare Pavese. DONAUESCHINGEN — Da una ventina d'anni gli appassionati e gli esperti della Nuova Musica convengono per il terzo fine settimana di ottobre a Donaueschingen. La bella cittadina tedesca che prende il nome dall'essere situata alle sorgenti del Danubio, costituisce un esempio raro e deliziosamente bizzarro di mecenatismo moderno. Il principe Fuerstenberg è infatti il nume tutelare del festival ed ogni anno a chiusura della manifestazione apre le porte del suo sontuoso castello per accogliere la legione dei musicisti. L'antica Germania aristocratica e la musica d'avanguardia possono dunque convivere e scambiarsi dei sorrisi rimembrando, quasi senza avvedersene, quei «Kapelmeister» che abitavano tre secoli fa i medesimi castelli. La musica a Donaueschingen non si fa però in casa del principe ma nella moderna e vastissima Donauhalle dove la radio di Baden Baden, le moderne attrezzature elettroniche, I solisti, le orchestre, gli editori di musica, i direttori artistici di mezza Europa ed un vastissimo pubblico hanno il loro quartier generale Il vanto del festival di Donaueschingen consiste naturalmente nella presentazione di opere nuove in prima esecuzione assoluta e quest'anno la scelta è caduta, per il concerto inaugurale, sull'inglese, ma ormai stabilmente radicato in Germania, Brian Ferneyhough del quale si è ascoltato un imponente ciclo di sette componimenti Intitolato Carceri d'Invenzione. Il titolo, in italiano nel testo, si riferisce a quelle incisioni del Piranesi che raffigurano in maniera cupa e inquietante, perfino un poco surreale, delle carceri appunto. Guai però a lasciarsi catturare dal titolo e cercare nella musica di Ferneyhough qualche relazione esplicita con le immagini. In una nota esplicativa lunga e intricata, ma non priva di fascino, il musicista rivela come di quelle immagini lo colpisse la vertiginosa attrazione verso la profondità, contrastata al tempo stesso da un irresistibile sprigionarsi di raggi centrifughi. Tutto qui ma per Ferneyhough. coinvolto con la passione di un an tico alchimista, nella ricerca della funzione che l'energia può esercitare nella definizione di un'opera musicale, può essere moltissimo. Il nostro alchimista sonoro ci ha dunque proposto una sequenza di sette episodi ove i solisti si alternano a svariate lormazioni strumentali. Si comincia con l'ottavino solo manovrato con diabolica bravura dal nostro Fabbriconi ed e una musi ca tutta guizzi e barbagli che raffigura benissimo l'idea di un'energia incontenibile. Il secondo brano, intitolato Carceri d'Invenzione I, vede le proposte dell'ottavino ramificarsi in un'orchestra da camera, ma Ira tutti quei guizzi, ora timbricamente assai colorali, si insinuano momenti statici dati dalla permanenza di lunghi accordi appena increspati da battiti lievi delle percussioni. I due poli energetici tra i quali si muovo il pen siero compositivo di Ferneyhough sarebbero a questo punto definiti e può quindi iniziare la vi cenda delle riproposte e degli sviluppi. Tocca quindi al violino solo di Irwing Arditti riprendere il discorso e poi nuovamente al flauto di Fabbriconi, contornato da un'orchestra, sviluppare la nuova proposta. Non v'è dubbio a questo punto che l'opera procede per cerchi concentrici in ciascuno dei quali si ripropone come in una variante lo stesso procedimento. Seguono così gli Studi trascendentali per soprano e quattro strumenti, il terzo Carceri d'invenzione per gruppo di fiati e percussioni ed infine Mnemosine per flauto basso e nastro magnetico, l'episodio -probabilmente più fascinoso che ha nuovamente per protagonista Fabbriciani Per esprimere li-polo dell'energia a noi è parso che Ferneyhough taccia ricorso alla vecchia Nuova Musica di vent'anni fa in una sorta di struttura¬ Enzo Restarono

Persone citate: Baden Baden, Brian Ferneyhough, Cesare Pavese, Emanuel Nunes, Enrique Raxach, Enzo Restarono, Fabbriciani, Garcia Lorca, Irwing Arditti, Simon Holt

Luoghi citati: Carceri, Europa, Germania, Nuova Musica