«Lajolo,mio padre, sognò 30 anni fa un pci con tutte le finestre spalancate»

La figlia Laurana ricostruisce i momenti cruciali di «un comunista scomodo» La figlia Laurana ricostruisce i momenti cruciali di «un comunista scomodo» «Lajolo, mio padre, sognò 30 anni fa un pei con tutte le finestre spalancate» Nel '56. direttore delltrincea») - Nel suo ul DAL NOSTRO INVIATO i l i o e o a e a ASTI — 1956: un anno c-uciale. drammatico per il mondo comunista. Al XX" Congresso del pcus. Krusciov ha svelato gli orrori ' di Stalin. iTrà i comunisti italiani è> uh momento di grande sconcerto e disorientamento: lui intellettuali mettono sotto accusa, in un ormai storico manifesto, il gruppo dirigente togliattiano per i colpevoli silenzi sul periodo staliniano: molti escono clamorosamente dal partito. Oggi, a trent'anni di distanza, quei momenti cruciali pesano ancora e il dibattito è più che mai aperto e polemico dopo l'incitamento di Craxi rivolto al pei ad «avere coraggio., il riconoscimento degli «errori. da parte di Natta nell'analisi storico-politica fatta allora dal partilo, e i successivi interventi, tra cui quello del filosofo Norberto Bobbio. Ma in questo dibattito si e dimenticato di ricordare anche quei comunisti che. pur non andandosene dal partito, vissero con travaglio e in modo critico quei drammatici avvenimenti. Tra questi. Davide Lajolo. in quei tempi direttore dell'Unità alla redazione di Milano, che molti anni dopo, nel '75. in pieno compromesso storico e ormai estromesso dal comitato centrale del paitito. scrisse un libro dal titolo profetico: «Finestre aperte a Botteghe Oscure.. L'Ulisse della Resistenza, l'autore di romanzi e saggi di grande popolarità, poeta e giornalista, il comunista scomodo, testimone e protagonista di trentanni di storia italiana scelse trentanni fa -di stare in trincea., come ricordò anche in uno dei suoi ultimi saggi. «24 anni: storia i ok^ì 20 ottobre 1986 20.300 esemplari Pubblicità >n.pass spa Sede e Direnone Central*: 20123 milano yd CarduCCt, 29 - Tel (0?> 85 961 torino, c M dA/e«)i>o 60. va Pom-i 80 vid Malarico. 32 • Tel. (011) 66211 Filiali: ALBA C M Coppino. 9 - Tel 35 /Ir* • ALESSANDRIA v Cdvour. b - Tel 442 543 • AOSTA, v X de Ms.is.re 10 • Tel 45 961 • ARON A vie Baracca 40 a - Te) 41 700 • ASTI v Massimo d Azeglio 28 - Tel 32 777 • BIELLA v P Mtcca. 8 • Tel 30 789. v Repubblica. 29 - Tel 355 230 • BOLOGNA Via Indipendenza 24 • Tel 228 876 • CATANIA, p/a Giovanni XXIIt IO Tel 633 027 • CATANZARO v M Greco 1U2 Tei 44 026 • COSENZA c so Hai a 160 - Tel 390 973 • CUNEO v S GrandiS. 11 - Tel 50 832 • FIDENZA, v Gramsci 58 • Tel 37 44 • FIRENZE v le 54 - Tel 561 192 • GENOVA v C R Ceccardt. I'14 Tel 541 366 • IMPERIA v Bontanie 1 - Tel 273 371 • MANTOVA, C V Emanuele. 3 - Tel 361 828 • MESSINA, v le S Martino (Galleria Upim) Tel 29 30 855 • MODENA, v Rismondo. 3 • Tel 216 645 • NOVARA c Ma/uni. 1 * Tel 33 3*11 • PADOVA, pia Giovanni XXIII. ? - Tel 775 224 • PALERMO v Mariano Stabile. 150 • Tel 334 978 • PARMA, v le Mentana 8 - Tel 3b 642 • REGGIO CALABRIA Ten Panella, 13 • Tel 20 516 • REGGIO EMILIA, v Dell'Abtadessa. 2 • Tel 41 648 • ROMA, v Ouattro Fontane. 16 • Tel 47 55 904 • SANREMO v Gioberti. 47 - Tel 884 949 • SASSARI v Porcellana 9 - Tel 275 428 • SAVONA, v Astengo. 1/1 - Tel 36 219 • VERCELLI, v Foà 53 -Tel 60 435 l'Unità a Milano, pur crìtico neltimo colloquio: «Bisogna stareunnha n. uh rncate sio: nnora mai ci al riri. isi ora in fiMa dihe on visodo veide toe di po, sso sso aiolo e a nza, i di a e scooniita -di riuoi oria spregiudicata di un uomo fortunato». «Vorrei essere il primo a scrivere che sono stato ingannato: nei paesi del paradiso terrestre si' scopre l'inferno. Che faccio? Fuggp^ vii dimetto*'Nbn sfpùò ìcap^ pare dalla trincea mentre il fuoco t'investe.. Ripercorrere la vita di questo -comunista scomodo, aiuta a capire le scelte di un «intellettuale disorganico che non antepone le sue idee alle ragioni del partito., ma anche le scelte del pei. Laurana Lajolo. l'unica amatissima figlia di Davide — insegna filosofia ad Asti, autrice di saggi, tra cui l'apprezzato ma anche molto discusso «Gramsci, uomo sconfitto» — ha ricordi vivissimi di suo padre. «In casa si discuteva di tutto, ma mio padre prediligeva soprattutto tre argo.nenti: la politica, la letteratura, e il suo paese. Soltanto quando era in un profondo travaglio non parlava.. Lajolo si chiuse nel mutismo anche nei giorni caldi dell'invasione delle truppe sovietiche a Budapest, facendosi vedere anche poco a casa: «Per tre giorni rimase senza contatti, senza l'abituale confronto con Romu, e in particolare con Ingrao, l'allora direttore dell'Unità, mentre alla redazione milanese continuavano ad arrivare le condanne di molti militanti contro l'invasione sovietica. Condanne che in parte accettava, ma non condivideva il fatto di renderle pubbliche. Credo che in lui sia scattato il suo animo di combattente. Proprio lui che era continuamente critico nei confronti delle strutture del partito, senti che in quel momento doveva difendere il partito. E questo è successo ei confronti del partito e amareggiato per i fatti d'Unghere molto attenti a non diventare una bandiera stracciata abbandona il partito solo perché non si condividono certe scelte, «ma si lotta, si testimonia dentro con le proprie idee.. Non a case, due apni prima delja sua morte^. ortriai da tempo'"'estromesso dal comitato centrale del partito («fu un vero trauma per lui.), criticò la decisione della figlia di lasciare l'incarico di assessore comunista alla Cultura, al Comune di Asti (.perché non credo alla politica come mestiere, ma come scelta ideale.). Laurana Lajolo fa un'analisi psicologica a posteriore del comportamento del padre in quei giorni del '56: «Mio padre era un capo con una vasta responsabilità e questo contava più della sua individualità. Era un uomo con una grandissima umanità e si sentiva molto responsabile nei confronti della base del partito, della sua emancipazione dal potere.. Ma quando, molti anni dopo, sboccia la «primavera di Praga» Davide Lajolo — che nel frattempo aveva lasciato, non senza amarezza, la direzione dell'Unità per fare il parlamentare a Roma, una città che non gli piacque mai — prese una posizione netta: «Diceva che non era più tollerabile un'altra 'Ungheria'. Mio padre pensava che si potesse effettivamente arrivare ad una modificazione dei regimi a socialismo reale guidata dai comunisti stessi. Sosteneva che democrazia e socialismo devono essere coniugabili.. In quel periodo Davide Lajolo era degente a Roma per il suo primo infarto: «.Ricordo che venne a trovarlo Giuseppe Boffa. corrispondente dall'Urss per l'Unità: in un collo¬ Davide l.ajolo ogni volta che ci sono stati momenti di dissociazione dal partito, come più tardi col gruppo del Manifesto.. In quei giorni caldi, davanti alla redazione milanese, si susseguono le dimostrazioni che prendono di mira L'Unità e il suo direttore, costretto per ragioni di sicurezza a non uscire dalla porta principale. «Allora ero una studentessa di 14 anni e mi trovai anch'io tra quei dimostranti. Non avevo ancora un'autonomia intellettuale ed ideologica per decidere con la mia testa: vi ero andata perette andavano tutti i miei compagni di scuola. Ad un certo punto ho visto mio padre uscire ed affrontare la gente: un atto di coraggi-: per rompere l'accerchiamento del giornale. Mi è sembrato un grandissimo personaggio. Ma non ho mai avuto il coraggio di dirgli che tra quei dimostranti c'ero anch'io.. Lajolo sosteneva che non si eria, decise «di stare in a sulle barricate altrui» quio molto franco gli anticipò quello che stava succedendo in Cecoslovacchia con Dubcek. Mio padre innesti poi tutte 'lé,sùh'énì\rgtép%r''ài^ÌéYé il rinnovamento del potere in Cecoslovacchia. 'Allora dirigeva il settimanale "Giorni-Vie Nuove"su cui pubblicò il diario di Smirkowski, ex presidente dell'assemblea naziona le di Praga, uno dei protagonisti della 'primavera di Praga', attirandosi non podie critiche.. E oggi, che cosa direbbe Davide Lajolo mentre infuriano le polemiche sul '56? «Direbbe quello che non ha potuto affermare allora per ragioni di partito, ma avrebbe anche ricordato la strada percorsa dal partito e l'abbandono delle posizioni settarie. Non credo invece che si sarebbe lasciato coinvolgere, nonostante la sua amarezza nei confronti di alcuni dirigenti comunisti negli ultimi anni della sua vita, in un polemica anti-comunista. Nell'esprimere le sue idee lux sempre cercato di non essere strumentalizzato dagli avversari. Mi ri peteva spesso: "bisogna stare molto attenti a non diventare una bandiera stracciata sulle barricate altrui".. Poco prima di morire, nell'ultimo colloquio con Laurana. Davide Lajolo parla ancora del suo impegno nel rinnovamento del partito: «Afi ri cordò di non perdere di mira l'utopia perché è quello die cambia il mondo. E mi disse testualmente: "Ricordati, Laurana, non è la politica pragmatica che fa la rivoluzione, ma sono gli uomini e la poesia. Non dimenticarlo mai.. Un testamento prezioso, e non solo per sua figlia. Stef anella Campana