E adesso è pronta Italia II di Paolo Bertoldi

E adesso è pronta Italia II E adesso è pronta Italia II L'architetto Magri GENOVA — L'Australia è dall'altra parte del mondo, ma l'immagine dei nostri velisti impegnati a Fremantle è di casa a Genova. Chicco Isenburg e Nico Reggio, di Azzurra, sono genovesi. Italia batte i colori biancorossi dello Y.C. italiano, distante duecento metri dal Salone. La Coppa America è seguita con estrema attenzione e si può immaginare quali commenti abbia suscitato nella capitale del «mugugno» la squalifica di Italia contro French Kiss. L'architetto Magrini, che con Giorgettl é uno dei papà dei 12 metri italiani, è rientrato da poco dall'Australia. Era assediato dai tifosi della vela più che un allenatore di calcio. Magrini ha sottolineato la strana situazione delle sue due barche. I danni che la gru piombata su Italia II ha causato hanno conseguenze minori del previsto. E' stato necessario sventrare lo scafo rifacendone ex novo i sette metri centrali ed a causa del ritardo di preparazione CHE TEM ni, al salone, parla de si è dovuto schierare Italia I. che nell'ottobre di Fremantle sta trovando venti medio-leggeri ed onde non ripide. Condizioni ideali per questo 12 metri. In novembre si prevedono tempi cattivi, più adatti a Italia II. Sorgerà il problema se schierare la barca nuova rinunciando ai non pochi punti già conquistati oppure lasciare in campo la «vecchia» che, con le modifiche suggerite da Chieffi, pare ora molto centrata. Magrini partirà giovedì prossimo per l'Australia e deciderà a fine mese. Il tecnico italiano si è dichiarato impressionato da Stars and Stripes e Nuova Zelanda che hanno equipaggi e vele perfetti. French Kiss «ama» soprattutto le tempeste, mentre America II di Dennis Conner non è eccezionale, mentre invece lo sono gli uomini che la governano. Come è noto in Coppa America vale la regola del 30 - 30 - 30 - 10.1 primi tre numeri indicano l'impor¬ PO FARA* i progetti dopo la sq tanza dei marinai, dello scafo indovinato e delle vele, il quarto la fortuna. Magrini ha pure raccontato che in seguito ad un reclamo americano si sono fatti su Nuova Zelanda gli stessi «assaggi» in uso per controllare il formaggio grana. Una serie di buchi cilindrici per accertare se lo spessore è uguale su tutta la lunghezza dello scafo e per vedere se la percentuale di vetro e resina è costante. L'eventuale trucco, in questa barca, sarebbe stato di appesantirla al centro (più vetro e più spessore) alleggerendola invece verso poppa e verso prua. Magrini ha anche parlato delle difficoltà dell'imbarcazione Usa di Blackaller. Ha un secondo timone proprio sotto la prua, nelle virate entrano in azione i due timonieri. Farli muovere in sintonia è un'impresa. Accanto a Magrini ed al suo collega Glogetti, ieri al Salone di Genova, hanno avuto un momento di popolarità i «torinesi del Polo ualifica di Italia I Nord» reduci da una spedizione alle Svalbard. tra il settantesimo e l'ottantunesimo parallelo Nord. Sono tutti di Torino ad eccezione del francese Delacote e del romano Marenga dell'Istituto Geografico Polare Italiano. Gli «scienziati» Giardini e Gay (biologi) e Bosio (medico) hanno perfettamente collaborato con gli alpinisti. Sono stati percorsi in gommone oltre 800 chilometri, studiando il comportamento dell'occhio umano alle latitudini polari ed esaminando i rari fiori o piante. Il gruppo ha vissuto avventure di ogni tipo. Un incontro con l'orso, appostato all'esterno di una vecchia capanna di cacciatori, è terminato con reciproca paura, senza altri danni. Solo l'operatore Isoardi ed il regista Boursier della Rai tv hanno insistito per inseguire il bestione. Emozionante anche la riscoperta di tombe di balenieri seppelliti nel ghiaccio due o trecento anni fa. Paolo Bertoldi