Ottavia, la ragazzina pentita di Donata Gianeri

INTERVISTA / Ora la Piccolo chiede ruoli da donna matura INTERVISTA / Ora la Piccolo chiede ruoli da donna matura Ottavia, la ragazzina pentita Dice: «li mio sogn E' quella che non cresce mal: 11 Peter Pan dello spettacolo Italiano, volto di pesca, guance paffute, sorriso Ingenuo e malizioso al tempo stesso. Prigioniera da sempre del cliché di eterna ragazzina Che ragazzina, però! In grado di scalare le più impervie vette teatrali, da Cecov a Klelst a Shakespeare, Ottavia Piccolo ha prestato il suo viso singolare e asimmetrico a Ofelia, il Matto, Cordelia, Sofonlsba, Calamity Jane e via di questo passo riuscendo ogni volta a dominare d'imperio la scena dimostrando che la statura non è una questione di centimetri. E ora a 37 anni, con 26 anni di teatro alle spalle, una vita di donna con marito e figlio, Ottavia Piccolo è giunta alla svolta fatale: non si sente più d'impersonare la ragazzina, temendo di fossilizzarsi in un personaggio immutabile, di acquisirne 1 vezzi e di ripeterlo all'infinito, senza mai crescere d'un pollice. Ma che fare per compiere il famoso salto dalle parti di attrice giovane a quelle di attrice matura, cui aspira ormai da tempo? Sono anni che ci prova e soltanto da poco le si è presentata la grande occasione con la piece che la vedrà protagonista, a partire da febbraio: -L'avventuriero e la cantante' di Hoffmannsthal, regia di Co belli. •Interpreterò Vittoria, la cantante: un personaggio che ha i miei stessi problemi, cioè dimostra meno della sua età. Poi si scopre inpece che è una donna fatta, con figlio. Un testo che non è mai stato rappresentato prima ed è pieno di poesia e di mistero, bellissimo: inoltre, zeppo di riferimenti a cose che ho già fatto prima e voglio fare in futuro, come l'anello di una magica catena. Aggiunga il trio abbastanza curioso: Cobelli che è un grande regista. Pani che è un grande attore ed io — Lei, una grande attrice che vuole crescere. Ma come gestisce, di solito, le sue scelte e la sua carriera, signora Piccolo? •Distinto. Io mi faccio sempre guidare dall'istinto, vado a naso, insomma. Poi dopo, a freddo, magari ci ragiono su. E posso dire che, comportandomi in questo modo, non ho mai commesso grossi errori Nel caso specifico, il fatto stesso che mi avesse chiamata Cobelli era buon segno, poi, quando mi ha raccontato di cosa si trattava ho accettato di slancio, prima ancora di leggere il testo». —Eppure dicono che lei sia riflessiva, cauta, attenta. Addirittura troppo controllata. E che questo la limiti nella vita, come sulla scena. La vorrebbero un pochino più scoperta, più •svaccata* insomma. «Lo so; ho sempre bisogno di qualcuno che mi cavi fuori le cose, che mi aiuti a non finirmi indietro. Io sento che potrò gno è calcare le scen e fino a 120 anni» - Ottavia Piccolo, un Peter Pan del mondo dello spettacolo realmente abbandonarmi e dare tutto quello che ho dentro, costeggiare la follia e la spudoratezza, soltanto quando sarò realmente sicura. C'è ancora un passo importante che devo fare e questo passo dipende esclusivamente da me'. — Ma nella vita? Non le viene mai la tentazione di scuotersi di dosso 11 cliché di madre e moglie esemplare? •Certo che mi viene, eccome! Mi prende per esempio una voglia terribile di far la maliarda e poi... poi non mi riesce: non ho il fisico. E nessuno mi piallerebbe sul serio. Questo non toglie che io ogni tanto mi diverta a stupire dando un'immagine diversa di me: magari mi presento sul set in abito attillatissimo. stampato a leopardo, due spacchi sin qui e dei tacchi vertiginosi. Le reazioni a questi miei travestimenti, sono le più imprevedibili- quelli che mi dicono 'Ah, quanto sei bona!' e quelli che esclamano: 'Ma ti ha dato di volta il cervello?'. E dopo la mia performance osee. di solito rientro cheta cheta nei miei pantalonacd stinti, mi lego i capelli e sono di nuovo me stessa». «A volte vorrei far are la maliarda ma...n — Pronta a rappresentare il personaggio di madre-moglieesemplare? •Non dica cosi, non sono poi tanto esemplare: ho moltissimi difetti che cerco accuratamente di nascondere per offrire di me l'immagine migliore, smaltata, impeccabile. Per esempio, sono di un disordine terribile. E poi, una specie di Sor Tentenna, ogni volta che devo prendere una decisione, anche su piccolissime cose è un dramma, mi torturo e torturo tutti quelli che mi stanno intorno, coinvolgendoli nei miei tormentosi dilemmi. Insomma, ho anchio quel minimo di egoismo che non guasta'. — C'è qualche personaggio femminile cui lei si senta particolarmente vicina? Per fortuna, tantissimi: quasi tutti, direi. Meglio: di volta in volta m'innamoro di quelli che sto interpretando, non c'è un personaggio particolare cui aspiri, anche perché vivere di continuo in compagnia di un sogno che non si realizza è estremamente frustrante'. — Quali sono i valori della vita, cui tiene di più? • L'onestà, con sé stessi e gli altri. Il che significa anche sapersi accettare per quello che si è: — E lei. com'è? «Sono una che non posa a diva: mi alzo tutte le mattine alle nove e vado a fare la spesa. Non faccio capricci, lavoro le mie otto ore. arrivo sempre in orario. Diligente, se vuole. Ma anche presuntuosa, sicura di me, di quello che valgo: io sono conscia di avere molti mezzi e molte potenzialità che, prima o poi, riuscirò a tirar fuori'. — Si concede, almeno, delle aspirazioni? • Come no? La voglia sarebbe quella di fare delle cose scritte soltanto per me: le poche volte che mi è capitato, è stata un'esperienza esaltante. Per dire: non mi dispiacerebbe essere Marta Abba, se Pirandello fosse ancora vivo. Aggiunga fra le mie aspirazioni anche un Pirandello, autore che sihora non mi è mai capitato di affrontare, chissà perché: forse, non si è presentata l'occasione giusta. Né io mi sono fatta avanti poiché c'è una ! le inflazione di Pirandello, in giro, die preferisco aspettare con calma il mio. Inoltre, vorrei riuscire a gestirmi meglio, assumendo magari un tipo di responsabilità che va al di là della recita serale: non escludo, un giorno o l'altro, di poter diventare imprenditrice di me stessa. Ma il mio grande sogno è quello di calcare le scene sino al 120 anniquando finalmente potrò permettermi di interpretare la donna matura: Donata Gianeri on ho il fisico»