Si risveglia il centro storico Occorrono rispetto e cautela di Luisella Re

A colloquio con gli esperti che sperano in una città più viva A colloquio con gli esperti che sperano in una città più viva Si risveglia il centro storico Occorrono rispetto e cautela Non bastano una ptest: via Amendola Tanta gente calamitata dalle vetrine illuminate di questi venerdì autunnali e nella folla anche gli esperti di « Torino-Sera- che del recupero ambientale, su iniziativa dell'assessorato a Urbanistica e Arredo Urbano, sono da tempo impegnati. Concordi oggi nell'abbinare la speranza alla prudenza: il risveglio di Torino va assecondato con rispetto e cautela; in attesa del nuovo Piano Regolatore e di quello sul commercio non sono ammissibili miraggi o forzature né è lecito, in una città non abituata a giocare e tantomeno a barare, delineare un futuro risolto in qualche piazza finalmente ripulita o in un orario dei negozi meglio, calibrato. Ma ciò che preme è cominciare a rompere la sua crosta di asfalto e apatia. A partire dalla prossima riqualificazione di via Amendola e via Monte di Pietà, tramite esempi in grado di fornire, secondo l'assessore per Urbanistica e Arredo Urbano Dondona, «un test gratificante in attesa degli indispensabili progetti articolati su scala metropolitana». Una specie di prova in anteprima di ciò che Torino, aiutata nella maniera giusta, potrà diventare. Ed è questa la prospettiva, condivisa dall'assessore Dondona e dall'assessore all'Annona Spagnuole «in cui il commercio inerita un ruolo di primo piano- nella lotta contro il degrado di una città che «non va stordita da luccichii da bazar, ma restituite alla sua realtà più autentica. Compresa una rete di percorsi commerciali intesi quale fondamentale sposto di relazione». Si spiega cosi l'importanza del censimento, recentemente portato a termine dagli architetti Chiara Ronchetta e Andrea Job, da cui è uscita una mappa completa dell'organizzazione commerciale che ha servito dal secolo scorso sino agli Anni 30,- e Sfie.f^so,ancora serve,.i toriner si. Cui seguirà ora {coordinata dall'architetto Maria Grazia Pagano quale responsabile dell'Ufficio comunale di Arredo Urbano ed affidata per la stesura grafica al professor Giorgio De Ferrari) una serie di -quaderni» divulgativi in cui verranno delineate, sulla base dei dati raccolti e del loro inquadramento storico-urbanistico, specifiche •indicazioni di comportamento» per i negozi decisi ad operare al meglio nella rispettiva zona. Invogliati ad adeguarsi, al di là di controproducenti vincoli coercitivi, -dalle prospettive di inserimenti e ambientazioni capaci di rispettare la stringata coerenza architettonica di via Garibaldi, utilizzare la libertà espressiva concessa dalle arterie porticate, liberare dalla sua generica banalità una periferia ancor priva di connotati significanti». Tutto ciò nell'ambito di un arredo urbano che, precisa Chiara Ronchetta, -va difeso dal pericolo di risolversi in argomento di moda. Quasi che una città potesse cambiar pelle senza modificare profondamente, dai problemi di traffico a quelli residenziali, le sue funzioni primarie: paga di un maquillage che, avulso dal contesto di Nonostante i recent iazza ripulita o l'orari e via Monte di Pietà base, denuncia una fastidiosa fragilità». Un rischio che Torino, fedele al suo tradizionale rigore, non merita né può accettare, anche se non nasconde una nuova voglia di speranza. In via Amendola e via Monte di Pietà come in piazza Vittorio, già consegnata in assessorato la prima fase dell'importante analisi su via Po, scelta quale banco di prova «per uno studio di riqualificazione su uno spazio urbano di particolare significato», realizzata dagli esperti impegnati nel settore commerciale con la coordinazione degli ingegneri Manfredi Lavori per restituire o dei negozi meglio calibrato - Prossimi - Piazza Vittorio e il problema di via Po e Cappato. Dove si scopre dietro il grigiore di una lunga dimenticanza uno straordinario, fittissimo intreccio di edifici pubblici, associazioni di ogni genere, scuole e centri didattici di tutti i livelli. In tale contesto e secondo una decisione che si preannuncia prossima, quale sarà la nuova veste di piazza Vittorio? Verrà accentuata, tra le possibilità in esame, la sua carica scenografica oppure la sua potenziale ospitalità per attività di animazione ed incontro? Dice Chiara Ronchetta: «Ciò che conta è capire che, re dignità ad al di là di selciato o aiuole, la destinazione finale di piazza Vittorio non potrà risultare avulsa dal destino dell'intera via Po». E l'ingegner Manfredi: »Torino non è un puzzle che si possa risolvere un tassello per volta; ed è scontato che, qui come altrove, il commercio non potrà funzionare in maniera ottimale sema un valido servizio di mezzi pubblici. Ciò non esclude però che il cielo incupito da ragnatele di fili, il suolo di trincea e la segnaletica obbrobriosa di piazza Vittorio meritino qualcosa, e subito». Luisella Re un angolo della vecchia Torino

Persone citate: Andrea Job, Cappato, Chiara Ronchetta, Dondona, Giorgio De Ferrari, Maria Grazia

Luoghi citati: Torino