Napoli, due medici agli arresti per la maxitrufffa delle fustelle

Napoli, due medici agli arresti per la maxitriifffa delle fustelle Napoli, due medici agli arresti per la maxitriifffa delle fustelle Il caso Tobagi domani in Cassazione Sparatoria della camorra in città contro una sede dell'Usi - Oggi si celebra un processo contro dodici sanitari e sette farmacisti per fatti del '77 - Ad Avellino si riesamina un'inchiesta dei carabinieri delFSO NAPOLI — Colpi di scena a ripetisione a Napoli e ad Avellino, i due capoluoghi campani coinvolti nel colossale imbroglio delle ricette farmaceutiche e delle relative fustelle false. Sono stati tramutati in arresto i tre fermi operati dalla polizia nell'ambito dell'inchiesta: due di loro sono medici, uno è un rappresentante di commercio. Si tratta di Maranio Spena, 48 anni, aiuto chirurgo del «San Gennaro-, del medico Tommaso Coppola, di 48 anni, e del rappresentante di commercio Adolfo'Fiore, di SI. Per liniera giornata di ieri i tre sono stato' sottoposti ad interrogatorio negli uffici della squadra mobile, oggi saranno sentiti dal giudice. Il dottor Spena stava recandosi all'o¬ spedale quando è stato fermato da due poliziotti che l'hanno accompagnato in questura. I tre arrestati, nel pomeriggio di ieri, sono stati trasferiti a Poggioreale. Mentre proseguono le indagini, la camorra continua con le sue azioni di intimidazione. Sparatoria all'alba di ieri l'altro in via Scaglione. Da un'auto in corsa sono stati esplosi colpi di pistola contro l'edificio della Ced, (il Centro elaborazioni dati usato per tutta la spesa sanitaria della regione), presidiato dai carabinieri- Nessuna persona è stata raggiunta dai proiettili nel corso dell'attentato-di tipico stampo camorristico. Da giovedì scorso è in galera il dott. Vincenzo Ambrosio, medico di San Giuseppe Ve- sultano, accusato di truffa in reiasione allo scandalo delle fustelle fasulle. Intanto, stamane, sfileranno davanti i giudici della V sezione penale dodici medici (tutti convenzionati e perciò pubblici ufficiali) e sette farmacisti. Imputazioni: truffa, falsità ideologica e materiale, ricettazione di fustelle per medicinali mai acquistati e tuttavia rimborsati. I fatti, che risalgono al 1977, assumono ora notevole rilievo. Sempre nei giorni scorsi, nell'auto di un boss della camorra, parcheggiata alla periferia di Napoli, la polizia ha rinvenuto pacchi di fustelle false dell'importo di oltre 40 milioni di lire. Del camorrista nessuna traccia. La polizia gli sta dando la caccia. L'uomo potrebbe indicare dove si trova la stamperia di fustelle false. E passiamo ad Avellino, dove gli inquirenti hanno preso in esame, nel contesto della grande truffa, un fascicolo che porta la data del 22 novembre 1980. In quel giorno, un ufficiale dei carabinieri si recò in procura, dal magistrato Gagliardi, mettendolo al corrente dei risultati di un'indagine eseguita dall'Arma su una campionatura di 25 mila ricette, un'alta percentuale delle quali risultava falsificata. In breve: alla prescrizione del medico erano state aggiunte altre prescrizioni già saldate e finite in archivio. L'indagine fu bloccata il giorno dopo dal terremoto. Ritorna un altro interrogativo: dove sono andati a finire i quintali di medicinali giunti in Irpinia con i Tir nei giorni che seguirono il sismo? Il procuratore capo Gagliardi ha interrogato per oltre tre ore Costantino Maszeo, dirigente amministrativo della Saub, e Giovanni Masone, responsabile del servizio farmaceutico, allo scopo di avere dei chiarimenti circa il funzionamento delle prescrizioni mediche. Per venire a conoscenza di altri particolari in merito al¬ ROMA — A quasi sei anni e mezzo dal delitto, l'assassinio dell'Inviato del «Corriere della Sera» Walter Tobagi sarò rievocato In Cassazione. Domani, dinanzi alla prima sezione penale, si discuteranno Infatti I ricorsi proposti dalla pubblica accusa e dalla difesa contro la sentenza emessa dalla corte d'assise d'appello di Milano a conclusione del maxiprocesso. Come accadde In occasione del due precedenti dibattimenti, è certo che anche In Cassazione l'attenzione di tutti sarà polarizzata dal principali personaggi: Marco Barbone e Paolo Morandlnl. Entrambi pentiti, ritenuti collaboratori della giustizia, autori confessi dell'uccisione del giornalista del «Corriere», al termine del giudizi di merito ebbero una pena giudicata dall'accusa Irrisoria se rapportata al delitto commesso: otto anni e mezzo di reclusione, di cui due anni condonati. l'incendio del deposito-archivio, dov'erano custodite più di 10 milioni di fustelle, il commissario Guerra, della Squadra mobile, ha interrogato alcuni dipendenti della Saub e della Usi 4. Perché la camorra ha dato alle fiamme il solo archivio di Avellino? Forse perché, qualche ora prima, due ispettori della polizia di Avellino avevano richiesto, su ordine della Repubblica, le ricette dall'84 in poi? Qualcuno, sospettano gli inquirenti, deve aver dato tempestivamente l'allarme, provocando l'invio «in toco» di camorristi piromani. Ma il colpo è riuscito solo in minima parte. Ben sette milioni di ricette, infatti, tutte da visionare, adesso sono al sicuro. Mario Cicelyn Napoli. Mario Spvna Piero Bottino I tentativi della polizia per debellare un giro di scommesse per miliardi