Il «giallo» delle Generali Fiorini spiega il suo blitz

i7 «giallo» delle Generali Fiorini spiega il suo blitz Gigantesca operazione d'intermediazione della Sasea i7 «giallo» delle Generali Fiorini spiega il suo blitz DAL NOSTRO INVIATO GINEVRA — Sembrano titoli veri ma la conferma, almeno verbale, gli avvocati la daranno solo tra una decina di giorni. In tal caso, il complesso riassetto delle Generali dovrà far tappa anche qui. negli uffici Sasea di rue du Rhone. nel bel mezzo della Ginevra degli affari, dove Florio Fiorini, ex direttore finanziario dell'Eni e attuale membro della direzione Sasea si accinge a sviluppare una delle intermediazioni più gigantesche della finanza italiana: collocare 1' 1,906% delle Generali, un affare da 400 miliardi circa di lire da concludere con un solo compratore. Al suo fianco ci sono nomi noti: Manfredi Lefebvre, 33 anni, figlio del più noto Antonio Lefebvre (vicepresidente Sasea e azionista), responsabile strategie; il norvegese Audun Krohn (direttore Banca araba di investimenti), già consigliere di Gaith Pharaon al suo momento dell'ingresso in Montedison; l'ex presidente svizzero Nello Celio. Fiorini, 46 anni, racconta cosi la storia di una delle trattative (• Un pacco cosi — spiega — si colloca in un anno*) destinate a far epoca ('Ma ricordatevi — commenta — io non compro mai prima di aver venduto*). L'ORIGINE — Da dove vengono i 2,383 milioni di Generali? I. proprietari sono quattro: 11 finanziere libanese Anthony Gabriel Tannouri; lo sceicco Mazed Rashad Pharaon (fratello di Gaith Pharaon); Moham med Al Higgayi, presidente della Lybìan foreign arab bank e Muphta El Daghil. ex ambasciatore libico Parigi. Come mai questi si gnori si sonò'trovati, nel19, . disporre del pacchetto? La loro spiegazione è realistica. In ballo c'era un affare non permesso dalla legge, probabilmente armi, e loro hanno chiesto garanzie reali perchè non avrebbero potuto far valere ragioni in Tribunale*. Insomma, una fornitura d'armi sfumata e il pegno resta. LA VALIDITÀ' — Sono azioni false? .1 titoli — risponde Fiorini — sono depositati a Londra. Entro il 26 dicembre un collegio di avvocati, tra cui Pasquale Chiomenti, dovrà stabilire se i titoli sono a posto e la titolarità spetta ai venditori*.! primi test sono favorevoli. .Alle Generali sono stati spediti due certificati, prodotti da loro per complessive 6.100 azioni. Ci hanno detto che sono valide*. IL PREZZO — .Inseguivamo l'affare da un anno circa — continua Fiorini — Abbiamo concluso sulla base del prezzo di Borsa del 17 ottobre, 132 mila lire meno il 2% per spese legali Un buon affare perché .a valori di libro le Generali valgono 240 mila lire l'uno. Se noi le venderemo intorno alle 186 mila lire, verrà fuori un margine di guadagno di circa 120 miliardi di lire Non tutto finirà alla Sasea. «Abbiamo frazionato il ri¬ schio. Siamo in quattro, gli altri sono stranieri, e rispondiamo dell'affare al 25% ciascuno. Ai venditori arabi, prima della conclusione della transazione verrà versato solo il 10*. I COMPRATORI — .Per un pacco del genere sono tanti...*. Italiani o stranieri? Non dovrebbero esserci difficoltà a vendere in Italia se tutto è in regola*. Aggiunge Nello Celio, già presidente della Confederazione Elvetica e presidente della Sasea: *In ogni caso non vogliamo scalare le Generali. E'solo un'intermediazione». LA SASEA — Ieri la società ha tenuto assemblea in un albergo ginevrino. I mezzi propri assommano a più di 200 milioni di franchi svizzeri (oltre 170 miliardi di lire). Le attività sono le più varie: banche (il 7,7% della Bruxelles Lambert), assicurazioni (oltre alla quota Ausonia il controllo della Levante che sarà ceduta al gruppo genovese Taverna), partecipazioni industriali (dalla Tamoil a una ditta che fornisce mulini). E i soci? Innanzitutto, la maggioranza è nelle mani della Sasipa (circa il 54%) La Sasipa, a sua volta, fa capo per il 50% alla Eurobelge (ove i Lefebvre e loro amici messicani detengono una quota significativa) e per l'altro 50% alla Transmarine holding (padroni i norvegesi Hans Willi. Arild Nadrum. Einar Lange). Un altro 30% è nelle mani di grandi banche (la Von To bel. Bank Leu, il Credit Commercial). E il Vaticano? .L'Apsa — spiega Celio — aveva una bella quota prima dell'aumento di capitale. Ora dispone di una percentuale trascurabile, intorno al 4%, e non interviene nella gestione*. Ugò'Bertone

Luoghi citati: Ausonia, Bruxelles, Confederazione Elvetica, Ginevra, Italia, Londra, Parigi