Rimini, tribunale sospettato

Rimini, tribunale sospettato In tre mesi la Cassazione ha accolto due istanze di suspicione Rimini, tribunale sospettato Il presidente si difende: false accuse, ho sollecitato una commissione ministeriale DAL NOSTRO INVIATO RIMINI — Nel giro di tre mesi il Tribunale di Rimini ha subito un duplice giudizio di sospetta inattendibilità: la Cassazione ha accolto due istanze di legittima suspicione. Un processo, che già si svolse nel giugno scorso contro il comandante dei vigili urbani col. Carlo Barbera accusato di sottrazione e distruzione di atti e falso, e che si era concluso con la condanna a tredici mesi di reclusione, è stato annullato 11 10 luglio e dovrà essere celebrato nuovamente dopo una secónda Istruttoria da parte della Procura della Repubblica di Firenze, competente per territorio. Due giorni fa la seconda mazzata: la stessa Suprema Corte ha accolto anche la legittima suspicione presentata nel settembre scorso a proposito dell'Istruttoria su Enzo Pacifico, dirìgente dell'ufficio unico ufficiali giudiziari di Rimini coinvolto in una vicenda giudiziaria che ha al centro un magistrato, Roberto Saplo. Va sottolineato che questa richiesta di suspicione è stata presentata non da una parte avversa, ma dalla Procura generale di Bologna, la quale evidentemente ritiene che la situazione creatasi al Tribunale di Rimini, che appartiene alla sua giurisdizione, non sia tale da poter suggerire imparzialità e serenità di giudizio. L'accoglimento di queste due istanze di legittima suspicione rappresenta la punta di un iceberg. Il locale mondo giudiziario è tormentato da altre vicende avventurose che si trascinano da mesi se non anni, talune di rilevanza notevole, come il rinvio a giudizio del procuratore della Repubblica Arturo Di Crocchio, accusato di interesse privato e violazione di segreto d'ufficio e i cui due processi, unificati perché con unica imputazione di violazione di segreto d'ufficio e interesse privato, si svolgeranno il 18 novembre prossimo al tribunale di Firenze. Queste vicende sono, in genere, tutte legate tra di loro in un complicato Intreccio di relazioni che negli atti ufficiali si traducono in divisioni, rivalità, sospetti, denunce, querele, arresti. All'origine di questo marasma c'è una cosidetta «lista dei chiacchierati», undici uomini fra 1 più in vista della città, tra cui il procuratore della Repubblica Di Orecchio e 11 comandante dei vigili urbani Barbera. 1 quali avrebbero svolto una azione di combutta tra loro per motivi di interesse e di successo personale. Questa Usta era stata redatta da Nando Piccati, allora segretario del pel, Il quale, poi — alla vigilia di un processo su querela del comandante del vigili contro un suo vigile, Francesco Peccl accusato. di' diramazione —, raccontò in una intervista che aveva consegnato 11 documento al senatore comunista Flamigni che a sua volta l'aveva consegnato al prefetto e all'allora comandante del gruppo carabinieri di Forlì. Ma nel dibattimento, né il presidente Gino Righi, né il pm Roberto Sapio fecero all'Imputato domande tali da fare chiarezza sulla Usta, Più tardi, U comandante Barbera, dopo avere tentato di ricusare per due volte il giudice istruttore, viene processato per interesse privato nel processo della «pizzeria al taglio» e viene condannato a tredici mesi di reclusione. Ma già prima del verdetto il condannato aveva chiesto di non essere giudicato a Rimini per legittima suspicione In quan to, sosteneva, sarebbe stato giudicato dal tribunale che, nel processo Pecci, aveva trascurato di rivolgere domande a chi poteva fare chiarezza suUa Usta degU undici. L'istanza, presentata U 15 maggio scorso, ha avuto risposta positiva il 10 luglio. La concessione deUa seconda suspicione, giunta due giorni fa, riguarda U processo contro l'ufficiale giudiziario Ezio Pacifico, colpevole, secondo l'accusa, di avere favorito il pm Sapio notificandogli artatamente con ritardo U ricorso della Procura genera le di Firenze contro la sua as soluzione per Insufficienza di prove in un processo per interesse privato. I due provvedimenti si traducono di fatto contro U presidente di sezione penale del tribunale di Rimini, Gino Righi, lo stesso che due anni fa aveva diretto il tanto discusso processo per la Comunità di San Patrignano. Recentemente il dott. Righi ha inoltrato al ministero di Grazia e Giustizia una richiesta, firmata anche dagli altri giudici, perché venga inviata una commissione affinché si possa fare chiarezza su tutte queste vicende. Il presidente del Tribunale Amos Alberici, da parte sua ha giudicato In modo diverso le due legittime suspicioni concesse dalla Cassazione. Per quanto riguarda la prilliti, quella presentata dal comandante dei vigili, posso dire Sei ritenerla ingiusta.' Questa decisione infatti è basata su presupposti non rispondenti al vero e offende non solo i giudici penali di Rimini ma tutti i giudici italiani perché con quei presupposti con i quali è stata accettata essa può colpire qualsiasi magistrato. Per quanto riguarda la seconda decisione non ho invece nulla da obiettare in quanto allo stato dei fatti, pur non conoscendo ancora la motivazione, ritengo sia fondata sull'opportunità che un funzionario con qualifica di dirigente non sia giudicato dai magistrati dello stesso ufficiò-. : Rcreso Lugli