Ivrea, l'atletica è vietata di Giampiero Paviolo

Ivrea, l'atletica è vietata Viaggio nel piccolo-grande mondo sportivo della provincia Ivrea, l'atletica è vietata Non ci sono piste e per allenarsi, occorre raggiungere Torino o la Valle d'Aosta - Presto sorgerà una palestra al posto della «piscina degli scandali» - In aumento le simpatie per il basket IVREA — Livrea Programma gioca nel girone B del campionato di Promozione di calcio. E' in testa alla classifica: ma gli anni della serie C e D sono lontani. Il pubblico di fedelissimi oscilla tra le 300 e le 500 unità, in una città che sfiora i 27 mila abitanti. Pochi, certo. Ma nel raggio di dieci chilometri il calcio minore vanta altre roccaforti di pari prestigio: Strambino, Quincinetto e Bollengo giocano nello stesso campionato e si contendono il pubblico di appassionati. A Ivrea, dunque, lo sport principe sembra perdere colpi, e la sua popolarità è seriamente insidiata, forse già superata da altre discipline: il basket su tutte, ma anche football americano, pallavolo e arti marziali. A Ivrea gli sportivi praticanti sono quasi 3000, oltre il 10 per cento della popolazione. Un piccolo esercito dunque, suddiviso in oltre 40 società ufficialmente riconosciute: c'è perfino il cricket, che regala alla giovane Nazionale italiana due titolari Come risponde l'amministrazione? Dice l'assessore Franco Pintus: «Tutto sommato crediamo di assolvere il nostro compito. Le richieste però sono moltissime, e non sempre riusciamo a soddisfare ogni esigen ra». Le palestre ad esempio sono 12, metà di proprietà comunale: oltre all'attività scolastica, ospitano circa 2000 sportivi. In 500 gio¬ cano a basket: •£' chiaro che l'utenza potenziale è altissima, ci rendiamo conto che non si possono fare miracoli e cerchiamo di arrangiarci' conferma Oiampiero Barolat, allenatore dell'Ivrea basket femminile, la più forte squadra piemontese della specialità (milita in serie B). Al di là del calcio, che conta pur sempre 500 praticanti, il bilancio è comunque favorevole. Ma non mancano i punti neri. L'anno scorso era nato il caso del «Pistoni», lo stadio comunale inibito al pubblico per motivi di sicu¬ rezza. Adesso, con 300 milioni di spesa, la tribuna (500 posti) è agibile: «Afa 1 nostri progetti prevedono una radicale trasformazione dell'impiantodicono in municipio. Scomparirà la pista di atletica e il piccolo campo annesso al rettangolo principale assumerà dimensioni regolamentari. Altre iniziative a breve termine: la costruzione di un impianto nel quartiere San Olovanni, dove verrà ricavata la nuova pista di atletica. Proprio il re degli sport è il più trascurato: «Contiamo di fondare una nuova società. col contributo di altri centri della eona. Attualmente fare atletica è quasi proibitivo, bisogna emigrare a Torino o in Valle d'Aosta. E' un grave handicap, che ha frenato anche la nascita di talenti locali' conferma Pintus. Una nuova palestra sorgerà infine al colle Bellavista, al posto della «piscina degli scandali». Costruita a partire dal 1965 a spese della Provincia, è inutilizzata da oltre dieci anni: in questo periodo l'impianto è andato pressoché distrutto, ricettacolo di ladri e tossicodipendenti e a un certo punto di una rivendita abusiva di fiori. Una grandinata danneggiò gravemente il tetto e. nel periodo del più completo abbandono, i soliti ignoti asportarono arredi e infissi, perfino gli elementi dei servizi igienici. Adesso, con una spesa vicina ai 900 milioni, la Provincia prevede la radicale trasformazione dell'impianto. Lo sport a Ivrea è dunque ricco di risorse umane: «Fin troppo — commentano in municipio —. La città offre più di quanto non facciano altri centri di pari importanza. Il problema sta nell'utenza, che proviene anche dai paesi della cintura e ci rende paragonabili a un centro di 60 mila abitanti: Povere invece le disponibilità economiche. Gli sponsor locali seguono il basket (dove i giocatori sono quasi tutti residenti in zona), e ignorano il calcio. Per la società più importante si sono mossi finanziatori da fuori Ivrea: • Certo, un coinvolgimento delle forze cittadine ci avrebbe permesso altri obiettivi ambizioni ben più alte- conferma il presidente onorario Alcide Sorta. C'è un nome ricorrente, Olivetti: ma l'azienda non sembra intenzionata a foraggiare le iniziative eporediesi. Le bastano i mille iscritti al Gruppo sportivo ri creativo, e il coinvolgimento nel grande circo della Formula 1. Giampiero Paviolo

Persone citate: Bellavista, Franco Pintus, Pintus