Calabria della disperazione di Francesco Santini

Calabria della disperazione Anziano boss, ultima vittima della faida tra cosche Calabria della disperazione Ottantotto morti in dieci mesi nel Reggino - Il porto di Salina ospita soltanto le navi dell'hashish e delle armi - Il ponte sullo Stretto speranza per 200.000 disoccupati DAL NOSTRO INVIATO REGGIO CALABRIA — Descrivono un killer solitario e biondo. Un giovane sui 25 anni, dai modi sicuri. «Allocato, lei si sposti., ha ordinato. Subito ha estratto una pistola e ha fatto fuoco. Otto colpi di 7.65, otto colpi esplosi al silenziatore, per eliminare un uomo importante. E' caduto Domenico Musltano, 56 anni, capomafia a Piati, elemento di punta della «Calabrian connection.. Usciva dal tribunale di Reggio col suo legale. Tre proiettili alla schiena, cinque alla testa. Sono le 12,15 di martedì. All'incrocio di via Nicolò da Reggio con via Mazzini, nel traffico che impazzisce, c'è a terra un uomo nel sangue. In ginocchio, gli è accanto, nel tentativo di soccorrerlo, un avvocato. Nessuno che si av vicini. Il legale si rialza, corre in direzione del Palazzo di Giustizia per l'allarme. Ritorna con due carabinieri di servizio. Ancora nessuno che si preoccupi, soltanto tre bimbetti incuriositi, nessun altro, racconta l'avvocato Nino Maio. Alla squadra omicìdi si giustificano: .Abbiamo soltanto otto uomini — dice un funzionario giovane — e i delitti dall'inizio dell'anno sono 88.. Questa è Reggio Calabria e 11 suo sindaco, Giuseppe Mallamo, presiede un Consiglio comunale straordinario con gli occhi di febbre. Pallido, sotto il drappo rosso di San Giorgio che sconfigge il drago, Mallamo dice: «Sono qui per un appello alla città, ma la gente ha paura.. Oltre le transenne, nello spazio riservato al pubblico, 11 deserto. Nel salone del vecchio circolo di società adattato ad aula consiliare, l'analisi del sindaco è spietata: .Questa del songue — sentenzia — è soltanto la punta di un iceberg, una spirale d'orrore che ci fa toccare con mano il fenomeno della mafia che tutto avvolge.. A Reggio divampa una delle più sanguinose guerre di mafia: 36 morti in città. 52 in provincia. Nella cittadella del terrore le cosche, alla ricerca disperata di una «pax mafiosa., continuano a regolare nel sangue la successione a Paolo Di Stefano. U boss indiscusso del quartiere Archi caduto a 42 anni dinanzi alla casa dei Condello, i suoi più forti alleati di un tempo. Una lotta per la supremazia nelle cosche e il sindaco parla di estorsioni e di droga, di traffico di armi e di stupefacenti. Descrive una città impaurita in un .processo vasto e diffuso di silenzi, di collusioni, di connivenze nell'illegalità.. Poi esplode: .Ho sentito alcuni politici romani scagliarsi contro il ponte sullo Stretto perché qui c'è la mafia: questa è una vera follia. Credono forse che Reggio possa uscire da sola dal can ero che la morde?.. Nella vecchia sala del circolo di società si consumano i riti assembleari. Parlano i capigruppo. Due vigili in grande uniforme s'affacciano alla finestra che s'apre sui corso Garibaldi ad ogni sirena che lacera la giornata di pioggia. Su un banco, c'è anche Ciccio Franco, il padre della rivolta che nel 70 sconvolse la città • E'da allora — dice il sindaco — che si è caduti nell'indifferenza e nell'illegalità.. Fuori, in direzione di Villa San Giovanni, si disegna la costa siciliana. Il sogno del ponte agita due regioni. Ma è la Calabria che offre le cifre più disperate. E' all'ultimo posto per il reddito pro-capite e a meno 45 per cento rispetto alle medie comunitarie. Altri sono i record negativi: 200 mila disoccupati. E di questi, un terzo sono giovani, laureati o diplomati in gran parte. Altre ancora le cifre in Questura: 108 rapimenti dal 1973. Nella sola fascia tirrenica della Regione, sono 19 le cosche censite dagli investigatori. E i focolai di guerra, in questi mesi si moltiplicano: a Gioia Tauro e a Bova. Il malessere s'estende a Palmi e a Seminara. A Palmi, in particolare, con Giuseppe Parrello, ucciso davanti all'hotel Riviera. Dodici ore di tempo e cade Carmelo Piccolo, medico. Ma s'uccide anche a Monticella e a Pellaro. E ancora, a Bovalino, a Bianco, ad Africo e a San Luca. Nella fascia reggina appaiono tranquilli soltanto Siderno e Locri. La guerra non esclude i boss più anziani. Il 22 marzo sono arrivati ad uccidere il vecchio Pasquale Modafferi. Tre killer gli si sono presentati in casa, proprio ad Archi, nel rione dei Di Stefano. Si sono fatti aprire la porta con uno stratagemma: .Siamo qui — gli hanno detto — per offrirvi un capretto.. E' stato l'inferno. Emerge, nel sangue, un nuovo boss, Paolo Martino, considerato un capo a 35 anni. Cugino di Paolo Di Stefano, s'e fatto strada nel commercio del bestiame e nel contrabbando. Sono con lui i Tegano, i Polimeni e i Di Stefano. Lo contrastano gli Imerti. i Condello. i Fontana. In una geografia ancora incerta, le cosche si sterminano, ma non allentano la presa sulla città. Il porto di Salina, preparato dall'industria di Stato per la Liquichimica di Rovelli, per ora ospita soltanto le navi dell'hashish e delle armi. E poi, il traffico dei Tir e delle sigarette. Undici tonnellate di droga leggera sono finite nelle mani degli investigatori sin dal luglio dell'Bl Da allora, ogni due o tre nooti, nuovi sbarchi I mandati di cattura per associazione mafiosa si ripetono «come i morti, dice un investigatore che ieri ha eseguito gli arresti per i clan dei Rosmini e dei Lo Giudice nel rione di Santa Caterina. -E' di quindici giorni fa l'operazione dei 78 al rione Archi — ri:ce u funzionario — ma da alloru non abbiamo fatto altro che contare morti.. Francesco Santini